Mercoledì, 29 Luglio 2015 00:00

Grecia, il segno di una sconfitta

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La Grecia e la sua crisi usciranno dalle scalette dei telegiornali e dalle prime pagine dei giornali italiani. È una regola dell'informazione: “tirare” troppo una notizia stufa il lettore, approfondirla lo annoia. Finiti gli aspetti scenografici - la tensione sul volto di Tsakalotos, la giacca di Tsipras - restano sul tappeto i problemi dei greci e della loro economia.

In questi anni, prima a sinistra, poi persino in un pezzo delle élite conservatrici, si è affermato che le politiche di austerità imposte all'economia ellenica e accettate - e seguite parzialmente o totalmente - da Pasok ed ND hanno peggiorato la malattia che affligge la Grecia.
PIL crollato, domanda interna e condizioni di vita della popolazione ellenica drasticamente peggiorate, nessun risultato apprezzabile sul fronte occupazionale e del contrasto all'evasione (anzi l'esatto opposto).

Il piano imposto (non mediato, imposto come da ultimatum bellico, con tanto di tempistiche da far orrore in tempi civili) a Tsipras, se va - come va - nella medesima direzione, non può che ottenere i medesimi risultati.
Certo, il peso delle misure sarà redistribuito andando a colpire anche chi in questi anni di crisi poco o nulla ha sofferto, con il rischio concreto però di una dipartita degli armatori con conseguenze che rappresenterebbero un disastro nel disastro. Certo si apre una possibilità a ridiscutere l'entità di un debito apparso insostenibile alle leggi stesse della matematica.
Ciò non toglie che misure quali quelle sull'IVA o quelle inerenti gli asset pubblici (una operazione da Treuhand in casa altrui) porteranno con loro conseguenze sociali diffuse (con ricadute particolarmente pesanti per il settore della ristorazione e del commercio).
Era possibile fare altro?

Il “no” al referendum, ed in particolare l'investimento politico fatto da Syriza sulla sua vittoria, dovevano presupporre, a fronte delle rigidità tedesche, l'esistenza di una strada alternativa, di una "Grexit", per così dire, scelta.
Tale strada era praticabile? Probabilmente no. Una Grecia fuori dall'euro, priva di ogni altro sostengo finanziario (sull'impossibilità dei BRICS di sostenere il debito greco mi sono già pronunciato), avrebbe praticato un'austerità verosimilmente maggiore di quella che sarà costretta a fare dentro.

Rifiutando di indossare i panni del tifoso avversario, e smettendo i panni di quello a favore, (tifo che sorge persino naturale nei confronti di una sfida di radicalità al governo quale quella di Syriza rappresenta) occorre però dirsi con chiarezza che sconfitta c'è stata: amara e pesante.
Una sconfitta che parla ad Atene perché a Madrid e a Dublino intendano.

"Ci sono le elezioni ma poi ci sono le regole” si è lasciato sfuggire il ministro delle Finanze ormai dell'intera Unione Schauble.
Un'alternativa di governo ai socialisti e ai popolari (per comodità li si potrebbe chiamare socialpopolari) o vince in più di uno Stato, e possibilmente in uno Stato grande, oppure l'Inno alla Gioia viene totalmente coperto, e senza nemmeno troppi imbellettamenti, dalle fredde voci di chi fa gli interessi dei grandi trust europei. Trust interessati a conquistare nuovi settori dai quali erano rimasti esclusi ed a succhiare maggior plusvalore mediante “mercati del lavoro” da piazza dei cafoni del primo '900. E' questo l'obiettivo di lungo corso che costoro miravano ad ottenere, ben più del recupero di un credito sempre più difficile da esigere quando parimenti si impone il dimagrimento del debitore.

Nel campionato di kick boxing che è divenuto l'Europa, il round disputato sotto il Partenone lo hanno vinto loro, magari senza uccidere l'avversario, ma acciaccandolo così fortemente da condizionarne i prossimi incontri.
L'ardimento di Syriza, la possibilità, da loro aperta, di operare brecce nell'Europa “costituzionalmente” di centro-destra che è stata costruita, è un merito che va però loro riconosciuto: noi si è capaci al massimo di commentarli.

Ultima modifica il Martedì, 28 Luglio 2015 12:55
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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