Sabato, 08 Agosto 2015 00:00

Il regalo dell'Egitto al mondo

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35 chilometri di nuovo canale, allargamento ed approfondimento di altri 37 chilometri, meno di 12 mesi per la sua realizzazione, oltre 43.000 lavoratori impiegati, 250 milioni di metri cubi di terre da scavo, 258 milioni di metri cubi di materiale dragato, più di 8 miliardi di dollari di costo di realizzazione, raccolti interamente - ed in pochissimo tempo - tra la popolazione egiziana, mediante speciali, ed estremamente convenienti, buoni del tesoro.

Sono questi gli straordinari numeri del Nuovo Canale di Suez inaugurato, lo scorso 6 agosto, dallo yacht El Mahrousa, prima nave ad aver solcato le acque del Canale nel 1869, con a bordo il khedivè Ismail Pascià, e successivamente usata dagli altri capi di Stato egiziani, da Faruq a Sadat fino ad Al Sisi.
“Il regalo dell'Egitto al mondo”, così è stata definita, dal Presidente egiziano, la faraonica (mai metafora fu più azzeccata) opera, che, nelle previsioni dell'Autorità del Canale, dovrebbe permettere un considerevole aumento - da 49 a 97 navi - della capacità di transito, oltre, naturalmente, ad una drastica riduzione dei tempi di percorrenza (da 18 ad 11 ore per i convogli in direzione sud) e di attesa per l'ingresso (da 8/11 ore a 3). Il parziale raddoppio - realizzato sotto la supervisione delle Forze Armate - sempre secondo le stime delle autorità egiziane, consentirà un aumento delle entrate annuali del Canale dai 5,3 miliardi di dollari attuali ai 13,2 previsti per il 2023, incrementando di oltre il 250% gli ingressi in valuta forte dell'Egitto.

L'infrastruttura sarà inoltre legata alla crescita, sostenuta da altri investimenti miliardari, della Zona Economica del Canale di Suez, tesa ad espandere principalmente il settore della logistica ed i servizi cantieristici in un'area che, già oggi, vede transitare il 9% del commercio marritimo mondiale.
Si potrebbero dunque aprire nuove prospettive di crescita economica ("il 30-35% della nuova economia egiziana" ha affermato, lasciandosi prendere probabilmente dall'entusiasmo, il ministro per gli Investimenti, l'ex banchiere Ashraf Salman) per una nazione giovane, enormemente popolata e dalle ristrettissime aree vivibili e coltivabili.

Una sfida importante, quella lanciata dall'Egitto. Il Paese si trova, dal 2011, al centro di sommovimenti interni (due i presidenti rovesciati dall'esercito, motore economico e politico della vita nazionale) e di contraddizioni interimperialistiche. La nazione africana è, infatti, impegnata in Yemen, a fianco dei sauditi (che sostennero da subito la sollevazione contro Morsi in un complicato intreccio anti-qatariota), contro le forze ribelli (prossime all'Iran), ed ha, allo stesso tempo, riallacciato i rapporti con la Siria di Bashar Al Assad (alleata dell'Iran ed aggredita dai fondamentalisti supportati dai sauditi), interrotti dal rovesciato Morsi (appartenente, quest'ultimo, ad una delle frange dell'estremismo sunnita in lotta in Siria contro il governo laico del Baath), impegnandosi, insieme alla Russia, per una soluzione politica del conflitto.

Ed è in nome del contrasto ai nemici islamisti (di varie fazioni ed in lotta tra loro come avviene nella Striscia di Gaza e non solo) che Al Sisi ha provato ad adoperarsi nel conflitto israelo-palestinese, con proposte, un po' bislacche, circa la concessione ai palestinesi di parte del Sinai e con blocchi a Gaza nel tentativo di assestare un colpo all'ultima filiazione della Fratellanza Musulmana: Hamas.

Uno scontro a tutto campo, quello dell'Egitto di Al Sisi, con l'estremismo sunnita.
Uno scontro che si consuma sempre più sullo stesso suolo egiziano, in particolare per l'appunto in Sinai, e che ha spinto l'ex generale a chiedere, coraggiosamente, una “rivoluzione religiosa” per l'Islam. L'esigenza, cioè, per la religione di Maometto, di un riformatore, di un Martin Lutero, che possa porre le basi, teologiche e di conseguenze anche politiche, per un diverso rapporto tra Islam e modernità e tra Islam e culture occidentali.
Una sfida, questa, che interessa il mondo intero, e di ben più ardua realizzazione rispetto al nuovo, imponente, canale.

Ultima modifica il Venerdì, 07 Agosto 2015 13:42
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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