Giovedì, 02 Luglio 2015 00:00

Il triangolo non lo avevo considerato

Il triangolo non l'avevo considerato
Tre poli aggreganti per l'insubordinazione: quasi senza citare Tsipras e Podemos...

«Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo [..] Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma in seno alla società fiorisce una innumerevole varietà di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l'ambiente naturale e urbano. Per esempio, si preoccupano di un luogo pubblico (un edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, una piazza), per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che è di tutti noi. Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale locale. Così una comunità si libera dall'indifferenza consumistica. Questo vuol dire anche coltivare un'identità comune, una storia che si conserva e si trasmette». 

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Lunedì, 02 Febbraio 2015 00:00

La Grecia di oggi e gli Stati Uniti del 1929

Come gli Stati Uniti uscirono dalla crisi del 1929

Ricordare come gli Stati Uniti operarono, attraverso la Presidenza Roosevelt, di fronte alla crisi del 1929 può forse aiutare perché, con le attuali sue politiche economiche e di bilancio, l’Unione Europea non riesca a uscirne, l’Italia ancor meno, strombazzature renziano-giornalistiche a parte, la Grecia abbia ragione anche economicamente, non solo a nome dell’uscita da una gravissima emergenza sociale. Può forse aiutare a capire, quindi, come solo attraverso il miglioramento delle condizioni di vita popolari e un intervento pubblico molto ampio e molto determinato nell’economia sia possibile bloccare recessione e deflazione e avviare una ripresa dell’economia che è vera, in quanto è anche ripresa vera dell’occupazione, e di un’occupazione ben pagata, stabile, difesa dallo stato, accompagnata da servizi sociali gratuiti, rispettata dai padroni.

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Mercoledì, 28 Gennaio 2015 00:00

A lezione dai greci

Il patto Anti-austerity ad Atene: la “lezione” della sinistra greca

Gli esiti delle elezioni in Grecia sono ormai palesi a tutti: ha vinto Syriza con più del 36 per cento dei voti, 149 seggi in parlamento. Ne servivano 151, per poter arrivare alla maggioranza assoluta e creare un governo monocolore: il giorno successivo alle votazioni Syriza ha bisogno di alleati. Dopo la chiusura del KKE sul piano delle alleanze è necessario cercare sostegno entro le forze politiche anti-austerity, quelle che non sono scese a patti con la Troika e alle quali Syriza ha sempre guardato come possibili interlocutrici (ricordando in ogni momento che alleanze con forze filo-austerity sarebbero state impraticabili). Quelle forze che hanno contrastato le politiche disastrose di Nuova Democrazia e dell’ormai quasi scomparso PASOK. Dopo tantissimi anni il partito di George Papandreou resta fuori dal parlamento: “Chiuso per sempre” si legge sulla porta del comitato elettorale del suo partito, dopo gli esiti delle votazioni nazionali, mentre Atene festeggia(e sullo sfondo di quella notte greca risuonano le note di “Bella Ciao”, mentre Alexis raggiunge i cittadini di Atene per il suo discorso post-elettorale).

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Articolo di Daniele Coltrinari

“È finita”, così sembrerebbe: il prossimo 17 maggio si chiuderà ufficialmente il piano di assistenza finanziaria della Troika (Fmi-Ue-Bce) iniziato tre anni fa. Tuttavia la nazione lusitana sarà luogo di visite periodiche dei tecnici internazionali fino a quando non avrà restituito il 75% dei 78 miliardi ricevuti in prestito. Data prevista per ultimare definitivamente il prestito: 2037.

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