Domenica, 25 Maggio 2014 00:00

Il post Troika in Portogallo e la devastazione turistica di Lisbona

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Articolo di Daniele Coltrinari

“È finita”, così sembrerebbe: il prossimo 17 maggio si chiuderà ufficialmente il piano di assistenza finanziaria della Troika (Fmi-Ue-Bce) iniziato tre anni fa. Tuttavia la nazione lusitana sarà luogo di visite periodiche dei tecnici internazionali fino a quando non avrà restituito il 75% dei 78 miliardi ricevuti in prestito. Data prevista per ultimare definitivamente il prestito: 2037.

Ci sono stati dei risultati?
I tassi di interesse sui titoli di Stato sono scesi al 3,6 per cento, mentre l’economia del Paese, nell’ultimo trimestre 2013, è cresciuta dello 0,5% per cento, decisivo l’export che vale il 41% del Prodotto interno lordo. Questi anni di rigore economico hanno visto però tagliare stipendi e pensioni, aumentare le tasse e le imposte. Diversi tribunali, scuole e consultori sono stati chiusi definitivamente. I dati economici parlano di un aumento del rapporto debito/Pil, ora intorno al 130%, mentre il tasso di disoccupazione (ufficiale) è intorno al 15% ma sembra destinato a salire. La pressione fiscale poi è arrivata in Portogallo al suo record, 47%, mentre l'Iva, ora al 23%, prevede un ulteriore ritocco al 23,35% nel 2015. E non finisce qui: sembra che la Troika stia insistendo per una maggiore flessibilizzazione del mercato del lavoro, avendo chiesto e ottenuto dall'attuale governo portoghese una misteriosa lettera d’intenti. Nessuno però sa ancora di cosa si tratta. Sarà probabilmente resa nota a giugno, dopo le elezioni europee, fatto che non lascia presagire nulla di buono.

Nell'ultimo anno sono stato spesso a Lisbona e mi sono chiesto perché non ci sono manifestazioni e proteste di piazza imponenti contro queste politiche. In realtà, nel 2012 e all'inizio del 2013, c'è stato un fermento: diverse furono le manifestazioni e le contestazioni nelle strade e nelle piazze di Lisbona, nei confronti del governo e delle sue politiche, ora però sembra che la gente si sia arresa: i più giovani e qualificati se ne vanno all'estero, chi può cerca il prepensionamento e poi c’è una risorsa che sembra sia diventata la panacea per l'economia lusitana e in particolare per la capitale portoghese: il turismo.

Nel 2013 l'aumento di turisti nella nazione portoghese è stato del 5% circa e anche per il 2014 si prevedono ottimi risultati. C'è un problema però, questa risorsa nazionale rischia di “sventrare” letteralmente tante città, Lisbona su tutte, facendo perdere loro identità e anima.
“Lisboa è de moda”, sempre più turisti presenti, tedeschi, inglesi, nordici ma anche brasiliani, angolani e cinesi. Da tutto il mondo. Spuntano nella città nuovi b&b, oltre ai diversi hotel già presenti, quindi c'è chi decide di affittare una stanza o il salotto della propria casa per pochi giorni. Non si vuole demonizzare il turismo, anzi, il punto è sempre quello: raggiungere un “equilibrio” che permetta di non perdere le tradizioni locali o comunque non commercializzarle in malo modo e far sì che la città non diventi una sorta di vetrina a uso e consumo esclusivo dei turisti.

A Lisbona, ancora non è così, ma il rischio si intravede.
Negli ultimi tempi ho visto i siti online delle maggiori testate nazionali pubblicare articoli sulla bellezza del Portogallo e di Lisbona, consigliare i piatti tipici, le spiagge e gli itinerari nascosti. Questo può far solo bene alla nazione portoghese. Un turismo che non rispetti luoghi, tradizioni e costumi o che comunque li scimmiotti commercializzandoli – che ridere vedere i turisti che spendono mediamente per una birra o per una cena al ristorante, il triplo, solo perché abbindolati da locali appariscenti – non fa certo bene invece.
E poi c'è una storia recente, a far da corollario a quanto detto fino ad adesso; come diversi mercati popolari, anche il Mercado da Ribeira, nel centro della città, è stato “recuperato” e rinnovato grazie ai finanziamenti di alcuni privati. In questo caso il design è stato curato da una rivista settimanale molto letta qui e appartenente a un gruppo editoriale inglese. Non sarà più un luogo dove la gente comune andrà a compare il pesce e la verdura a prezzi popolari. Ora sarà un luogo attrattivo per i turisti più benestanti.
Il Mercado da Ribeira è stato inaugurato il 1 gennaio del 1882, dopo 122 anni perde la sua vocazione “proletaria” e si apre alla ricchezza straniera.
Bem-vindo a Lisboa, città unica al mondo per la sua luce che rischia di essere offuscata nei prossimi anni da un turismo senza sostenibilità.

Ultima modifica il Domenica, 24 Maggio 2015 22:38
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