Mercoledì, 28 Gennaio 2015 00:00

A lezione dai greci

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Il patto Anti-austerity ad Atene: la “lezione” della sinistra greca

Gli esiti delle elezioni in Grecia sono ormai palesi a tutti: ha vinto Syriza con più del 36 per cento dei voti, 149 seggi in parlamento. Ne servivano 151, per poter arrivare alla maggioranza assoluta e creare un governo monocolore: il giorno successivo alle votazioni Syriza ha bisogno di alleati. Dopo la chiusura del KKE sul piano delle alleanze è necessario cercare sostegno entro le forze politiche anti-austerity, quelle che non sono scese a patti con la Troika e alle quali Syriza ha sempre guardato come possibili interlocutrici (ricordando in ogni momento che alleanze con forze filo-austerity sarebbero state impraticabili). Quelle forze che hanno contrastato le politiche disastrose di Nuova Democrazia e dell’ormai quasi scomparso PASOK. Dopo tantissimi anni il partito di George Papandreou resta fuori dal parlamento: “Chiuso per sempre” si legge sulla porta del comitato elettorale del suo partito, dopo gli esiti delle votazioni nazionali, mentre Atene festeggia(e sullo sfondo di quella notte greca risuonano le note di “Bella Ciao”, mentre Alexis raggiunge i cittadini di Atene per il suo discorso post-elettorale).

In poco più di 24 ore il partito di Tsipras conclude l’accordo con Panos Kammenos, leader dell’ANEL, partito indipendentista greco nato dopo la scissione di alcuni esponenti di Nuova Democrazia. In queste ore stiamo così assistendo allo stupore generale rimarcato dalla maggior parte dei media: sinistra e destra – velatamente si intende aggiungere: anche in Grecia, alla fine dei conti – governano insieme. Niente di più inesatto. C’era, comunque, da aspettarselo. Come da aspettarsi era la reazione di una parte del Partito Democratico: ora sembra che Syriza sia divenuto il modello politico che la sinistra del Pd attendeva con ansia. In questi ultimi quindici anni, d’altronde, l’”attendismo” sembra essere stata l’arma più efficace dei democratici a sinistra(per non dire, di sinistra: mi accuserebbero di essere “vetusto”). Che dire? Tanti cari auguri. Ma non sembra che a sinistra del Pd si sia recepito il vero messaggio che lancia il partito di Tsipras: quello che grida a gran voce che occorre ricostruire la politica, con programmi radicali, in mezzo alle persone e ripartendo dai bisogni reali.

Accordo con gli indipendentisti greci, dunque. Per andare subito a formare un governo assieme ad una forza politica che condivide, con Syriza, moltissimi punti del programma di governo, soprattutto in materia economica (il programma di Tsipras infatti prevede contrattazione collettiva nazionale in materia di lavoro e limitazione della facilità di licenziare, reddito minimo, blocco delle prime aste pignorate dalle banche, risolvere almeno in parte il problema delle insolvenze economiche dei cittadini privati, ricontrattare e cancellare in parte il debito). Resta, quella di Panos Kammenos, pur sempre una forza anti-immigrazione, chiusa sul piano dei diritti civili e vicina alle idee della chiesa ortodossa, come ricorda lo stesso Kammenos. Ma nonostante questo, il punto centrale delle due forze politiche è la vicinanza dei programmi anti-austerità, caratteristica che distanzia in modo palese la realtà politica greca da quasi tutti gli altri paesi europei: questa la vera svolta e la vera importanza di questo nuovo governo. Per il resto è sempre da ricordare come la maggioranza schiacciante di Syriza possa garantire un’agibilità politica ampia all’interno delle dinamiche parlamentari, soprattutto dovuta non solo al consenso ottenuto (grazie ad un lavoro volto a occuparsi dei problemi reali del paese e delle persone), ma anche a una diversa impostazione metodologica di guardare alle alleanze parlamentari, entro il quadro delle forze anti-austerity. Bisogna anche sottolineare come Syriza non sia una forza puramente anti-europea, anzi: la storia della sua formazione e della sua provenienza conferma soltanto come l’europeismo l’abbia sempre caratterizzata. Un europeismo, un internazionalismo che chiede un’Europa dei popoli e non dei poteri finanziari (o solo di alcuni paesi).

Ma l’impostazione di fondo che Syriza ha voluto mettere in campo quando si parla di alleanze e di programmi elettorali ce la siamo voluta far raccontare – durante i festeggiamenti a cui abbiamo partecipato in Atene – da un giovane esponente del movimento stesso, Marios Vlachos. Chiarendo così anche quali siano le prospettive dei giovani del movimento e quali temi stiano a cuore almeno a una parte consistente delle nuove generazioni greche.

Marios, quali sono i punti programmatici che vi stanno più a cuore?

Di sicuro quelli che intendono mettere mano ai problemi dell’istruzione secondaria pubblica, al suo non funzionamento e al suo progressivo decadimento in materia di servizi e di partecipazione. Come anche quelli che intendono intervenire all’interno della realtà universitaria, in primis. C’è bisogno di rimettere al centro del sistema di insegnamento l’importanza del carattere pubblico dell’istruzione, della democrazia e della creatività all’interno dei luoghi del sapere: in questo senso occorre ritornare a mettere al centro del dibattito l’importanza del diritto allo studio. Questo significa ripartire dalla possibilità di accedere in modo “universale” alla conoscenza: penso alla possibilità per tutti di avere libri di testo, mense, abitazioni universitarie. È necessario rifondare un sapere che si interroghi sui bisogni reali delle persone e che a partire da questi possa svilupparsi nuovamente.

Qual è uno dei problemi principali all’interno del sistema universitario greco?

Anche questo settore è stato colpito dalle logiche d’austerity. Dal canto nostro crediamo che sia necessario, per fronteggiare la crisi attuale, creare un sindacato unico degli studenti che possa operare sul territorio nazionale in modo unitario e compatto e con medesimi obiettivi di fondo.

E sul piano delle alleanze per formare un governo, visti i risultati? Cosa ne pensate?

Bisogna confrontarsi con tutte le forze della sinistra e del centro-sinistra, nonostante la chiusura – non positiva – del KKE. Ma aldilà di questo resta fondamentale dialogare con le forze anti-austerità, portando avanti un confronto costante sui temi e sui programmi: è solo su questo principio che le alleanze parlamentari possono crearsi e dare frutti positivi.

Abbiamo intervistato Marios prima degli esiti attuali e prima che il governo si formasse. Ma l’istanza di fondo che ha regolato l’alleanza attuale di Syriza viene confermata. Ciò che conta, in questo tragico momento storico, sono i temi e i programmi da realizzare: per far sì che il popolo greco possa riprendersi un volta per tutte la speranza, il sorriso, la propria dignità. Parola di Alexis Tsipras.

Ultima modifica il Sabato, 08 Agosto 2015 12:33
Edoardo Raimondi

Nato a Chieti il 26 maggio del 1990, ho studiato presso l’Università di Pisa conseguendo la laurea magistrale in Filosofia e forme del Sapere, con una tesi in ermeneutica, filosofia morale e politica (problematizzando il pensiero di Eric Weil). Da sempre impegnato nell’associazionismo, ho fatto parte, nel corso degli anni, di movimenti e sindacati studenteschi, come di gruppi di ricerca dell’università pisana. Mi occupo principalmente di politica nazionale ed internazionale, cultura, scuola e università. 

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