L’autunno delle piazze quest’anno sarà inaugurato dai professionisti dei beni culturali. Una ventata di aria fresca per un movimento spesso diviso da assurde sfumature interne e che, mai come questa volta, prova a presentarsi compatto e pronto ad alzare la voce.
Di magliette rosse, "benaltrismo" e altre amenità
Lo scorso 7 luglio è stata la giornata delle magliette rosse: esponenti di associazioni e comuni cittadini si sono vestiti di rosso contro l'emorragia di umanità. Rosso come i vestiti fatti indossare ai bambini che affrontano la traversata verso l'Italia, nella speranza di essere più visibili in caso di naufragio.
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Chi sono i manifestanti?
La caratteristica che ha più impressionato l’opinione pubblica e la stampa internazionale è il grande numero di persone che ha partecipato a queste manifestazioni, numero che continua a crescere giorno dopo giorno.
Nonostante l’etereogeneità delle persone scese in piazza, di ogni classe ed età, questa protesta viene raccontata dai media come una lotta creata e portata avanti da una generazione di giovani cittadini, molti dei quali nati dopo il comunismo, che rivendica la volontà di vivere in un paese moderno e democratico.
Rappresentare questa protesta come una protesta di giovani, colti e desiderosi di un futuro significa voler far emergere il lato urbano, “moderno” della Romania, che guarda come modello all’Unione Europea e all’Occidente in contrapposizione con il lato più rustico e tradizionale, rappresentato dallo stereotipo dell’elettore dei “parititi corrotti”.
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