Un fascista non può essere una brava persona. Anche il peggiore criminale rimane un essere umano.
Sono due affermazioni troppo spesso conviventi nelle stesse posizioni politiche di sinistra (radicale, date le connotazioni antifasciste dell’area moderata).
Tout va mal, Madame la Marquise!
Controlacrisi.org ha pubblicato in rapida successione tre articoli sulle elezioni francesi, dei quali l’ultimo a firma di Rossana Rossanda, che nonostante il mio personale apprezzamento per Controlacrisi.org non condivido affatto. In particolare quello della Rossanda esprime alcuni giudizi che mi lasciano del tutto perplesso.
In estrema sintesi quattro almeno non mi convincono e non resistono alla prova dei veri dati elettorali:
La Francia verso l'enarchia?
Tutti sanno che l’anarchia è l’assenza di qualsiasi governo, potere o autorità; l’enarchia è invece il governo dell’ENA (École nationale d'administration), la scuola che prepara l’alta e l’altissima dirigenza della Repubblica francese, che dal 2005 – sarà un caso? – è stata trasferita da Parigi a Strasburgo.
Non si tratta come molti potrebbero credere di semplice tecnocrazia o burocrazia, a differenza di queste (soprattutto nel caso italiano), vanta un’efficienza a tutta prova.
Se volessimo fare un paragone essa ha oggi pressoché lo stesso ruolo che nell’ancien régime avevano la nobiltà di toga, o di spada, o l’alto clero; anzi si potrebbe affermare che è proprio a quest’ultimo che può essere paragonata, i suoi esponenti sono veri e propri vescovi, arcivescovi, abati e cardinali del culto della Dea Efficienza, che non solo non è quello cattolico, ma neanche quello della Dea Ragione, anche se vorrebbe assomigliargli.
Inoltre l’enarchia ha da tempo conquistato solide posizioni, dei sette presidenti succedutesi alla guida della Republique dal 1958 ad oggi, ben tre (Giscard d’Estaing, Chirac e Hollande) provengono dall’ENA, mentre solo uno (De Gaulle) dalla prestigiosa accademia militare di Saint Cyr.
Hanno inoltre frequentato l’ENA sette premier e numerosi ministri, nonché … attenzione … Emmanuel Macron il candidato euro centrista che ha serie possibilità di conquistare la presidenza.
“Ils ont un visage comme mon cul” è un’espressione che non ha bisogno di essere tradotta.
Con essa vogliamo sintetizzare il nostro giudizio su molti commentatori, che la sera del 23 aprile hanno commentato l’esito delle elezioni presidenziali in Francia. Su La7 in particolare un giornalista è arrivato a definire quella di Jean Luc Melenchon una sconfitta. Se questo è il mondo dell’informazione stiamo freschi!
Front National: una tempesta in arrivo sulla Francia?
La rilevanza attribuita alla campagna elettorale per le imminenti elezioni presidenziali in Francia è dovuta alla portata potenzialmente distruttiva che queste potrebbero avere. La scesa in campo della leader del Front National Marine Le Pen, gli alti e bassi nelle primarie francesi e gli scandali che hanno travolto il cavallo da battaglia della destra tradizionale Fillon: se a questo aggiungiamo il fatto che lo scontro sociale nel paese va acuendosi (quello legato alla presenza di migranti ma anche le manifestazioni contro la Loi Travail) e che l'unica risposta data è quella del prolungamento della legislazione di emergenza, è facile presagire il peggio.
Il populismo francese non costituisce di certo, nell'Unione Europea che celebra i sessant'anni dalla sua nascita, un caso a se stante: movimenti di destra che gridano ad un ritorno all'interno dei confini nazionali, lasciando fuori chi è diverso, sono presenti oramai in molti paesi. Ma la minaccia rappresentata da Le Pen, che due giorni fa è tornata alle origini antisemite tanto care al padre affermando che in caso di vittoria negherà agli ebrei francesi la doppia cittadinanza israeliana, è percepita come particolarmente pressante. E a ragione.
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