Giovedì, 13 Settembre 2018 00:00

Il tempo libero nella società neoliberista

«Il tempo è una derrata rara, preziosa, sottomessa alle leggi del valore di scambio. Questo è chiaro per il tempo-lavoro perché è venduto e acquistato. Ma sempre di più il tempo libero stesso deve essere, perché sia consumato, direttamente o indirettamente acquistato. Norman Mailer analizza il calcolo di produzione relativo al succo di arancia messo sul mercato congelato o liquido (in cartoni). Quest’ultimo costa più caro perché nel prezzo vengono inclusi i due minuti guadagnati rispetto alla preparazione del prodotto congelato: al consumatore è in tal modo venduto il proprio tempo libero. Ed è logico, perché il tempo “libero” è in effetti tempo guadagnato, capitale capace di fornire reddito, forza produttiva virtuale, che occorre dunque riacquistare per poterne disporre»1.

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In nome del decoro, nelle città neo-liberali (I)

Lunedì 9 luglio, nell’ambito della festa Settembre Rosso al parco di Serravalle a Empoli, si è tenuto un dibattito di alto livello, dal titolo “Dentro le città neoliberiste: la politica degli spazi urbani”, su una questione di imprescindibile importanza, ovvero quella del territorio, dello spazio urbano e di come questo sia cambiato e stia ulteriormente cambiando in nome di politiche e logiche sempre più improntate alla mercificazione, la “turistificazione” delle aree e all’aziendalizzazione.

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Perché Trump.

Anche negli Stati Uniti, non solo in Europa, si allarga la reazione di popolo guidata da destra contro la mondializzazione economica neoliberista

Antefatti

La scossa tellurica in atto non è solo statunitense ma mondiale. I suoi effetti risulteranno enormi e altamente contraddittori. Nel mirino delle popolazioni occidentali sono sempre più le politiche di libero scambio, di storica matrice liberale, che hanno portato al dominio incontrollato (una sostanziale dittatura) del mercato sulle economie e al dominio incontrollato e rapace della grande finanza speculativa e di un pugno di multinazionali sul mercato, unificando organicamente in un unico processo mondiale neoliberista l’accumulazione capitalistica.

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Argentina: non solo la macelleria sociale, ora anche le persecuzioni politiche

Se in un Brasile alle prese con l'impeachment di Dilma Rousseff e l'inizio dei Giochi Olimpici la tensione è alle stelle, in Argentina sembra che la luna di miele con il neoliberismo del magnate Macri stia già finendo.

Eletto lo scorso novembre con un programma pro-business fortemente in contrapposizione con le politiche assistenzialiste di Cristina Kirchner e del suo delfino Daniel Scioli, Maurico Macri, imprenditore edile di successo e Presidente della celebre squadra di calcio del Boca Juniors, ha subito iniziato una politica economica all'insegna dei tagli allo stato sociale e incentrata su un piano di privatizzazioni senza precedenti.

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Mercoledì, 18 Maggio 2016 00:00

Verso un Referendum su Maduro

Verso un Referendum su Maduro

Nello scenario di un continente latinoamericano che rischia mese dopo mese di scivolare sempre più a destra e riallinearsi al Washington Consensus, la battaglia politica in Venezuela ha un ruolo fondamentale nello scacchiere geopolitico della regione.

Dopo la vittoria elettorale delle destre in Argentina, preambolo a una serie di misure liberiste atte a smantellare il sistema assistenziale statale e dopo che il senato brasiliano ha approvato un controverso impeachment alla presidente Dilma Rousseff, anche il Venezuela sta facendo i conti con i tentativi sempre più spregiudicati delle opposizioni liberal-conservatrici e delle elite economiche di destabilizzare il governo bolivariano e socialista di Nicolás Maduro.

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Mercoledì, 13 Maggio 2015 00:00

Il nostro perché

Il nostro perché

Come molti di voi sapranno, quando ho chiesto suggerimenti relativamente al contenuto di questo intervento, mi è stato detto di parlare “dell’uomo, del socialismo, del capitalismo”. Generiche e dispersive, queste tematiche solo in fase esplorativa richiederebbero ore e ore di discussione, ma sono in realtà anche un ottimo punto di partenza per una piccola riflessione del rapporto che lega la realtà sociale con Il Becco e il suo progetto.

Uomo, socialismo, Capitalismo. Indubbiamente l’unico di questi concetti a godere di una certa salute è il terzo: capitalismo. L’uomo è stato modernamente lacerato nella sua identità individuale, ormai in frantumi o liquefatta, le sue fondazioni metafisiche che lo consideravano soggetto ordinatore razionale del mondo, autocosciente, libero e autonomo sono state prima messe in crisi dai “filosofi del sospetto” e poi disintegrate dalle filosofie strutturaliste e post-strutturaliste; anche il socialismo, con la caduta del Muro di Berlino, quando non considerato un offesa o un insulto, è nel migliore dei casi interpretato come la fine della modernità ovvero come l’infrangersi del sogno di progresso ed emancipazione dell’occidente. A dominare un contesto in cui la storia non è finita ma non sta neanche troppo bene, resta solo il capitalismo.

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Domenica, 21 Settembre 2014 00:00

Europa nella morsa del TTIP e della guerra

Parlare delle condizioni in cui versa il vecchio continente oggi è possibile solo facendo la dovuta premessa: siamo in una fase ampiamente post-democratica, in cui le élite economiche hanno ormai preso largamente il sopravvento su di una cittadinanza frastornata che si dibatte tra l'apatia politica e i rigurgiti populisti, che alterna il consenso sottomesso alla logica delle élite all'insoddisfazione permanente verso la classe politica. Sono tutte sfaccettature di un fenomeno complesso che occorre studiare, per cambiare, e che quando non crea strane forme di Sindrome di Stoccolma amplia comunque a dismisura la sterilità del dissenso politico.

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