Martedì, 09 Agosto 2016 00:00

Argentina: non solo la macelleria sociale, ora anche le persecuzioni politiche

Scritto da
Vota questo articolo
(2 Voti)

Argentina: non solo la macelleria sociale, ora anche le persecuzioni politiche

Se in un Brasile alle prese con l'impeachment di Dilma Rousseff e l'inizio dei Giochi Olimpici la tensione è alle stelle, in Argentina sembra che la luna di miele con il neoliberismo del magnate Macri stia già finendo.

Eletto lo scorso novembre con un programma pro-business fortemente in contrapposizione con le politiche assistenzialiste di Cristina Kirchner e del suo delfino Daniel Scioli, Maurico Macri, imprenditore edile di successo e Presidente della celebre squadra di calcio del Boca Juniors, ha subito iniziato una politica economica all'insegna dei tagli allo stato sociale e incentrata su un piano di privatizzazioni senza precedenti.

Gli esiti nefasti di queste politiche, dopo soli pochi mesi dalla loro attuazione, si sono già fatti sentire con incrementi consistenti nel prezzo dei biglietti del trasporto pubblico in molte città e soprattutto l'aumento del costo di luce, gas ed elettricità, misura che sta mettendo in ginocchio le possibilità finanziarie dei meno abbienti. Tolti i generosi sussidi alle bollette elargiti dal governo Kirchner, e lasciando spazio alla "capacità autoregolante del mercato", il costo di questi beni di prima necessità è cresciuto vertiginosamente fino a picchi del 900%-1000%, esasperando una situazione economica già difficile (leggi qui).

Già lo scorso 14 Luglio una moltitudine di cittadini era scesa in piazza per reclamare l'annullamento dei rincari tramite quella forma di protesta chiamata "ruidazo", che significa fare una gran quantità di rumore percuotendo padelle e pentole, manifestazione che si è riproposta anche lo scorso 4 Agosto e ha raccolto anch''essa numerosissime adesioni.

Ma il progetto politico di Macri non sembra limitarsi a imporre delle mere misure economiche neoliberiste. Negli stessi giorni del secondo ruidazo, un giudice argentino ha spiccato un mandato di arresto per una delle personalità simbolo della resistenza alla dittatura dei Colonnelli, Hebe de Bonafini, 87 anni, la leader delle Madri di Plaza de Mayo. Motivo dell'ordine di arresto è stato il rifiuto della carismatica fondatrice del movimento, madre di due desaparecidos, di deporre nell'inchiesta che la vede coinvolta per appropriazione indebita per il fallimento della società di edilizia popolare "Sueños Compartido", legata alle Madri di Plaza de Mayo e beneficiaria di finanziamenti pubblici elargiti sotto la presidenza Kirchner.

Hefe aveva comunque presentato dei documenti che la scagionerebbero e che proverebbero il raggiro messo in atto da parte dell'amministratore Sergio Schoklender, al quale l'organizzazione si era affidata, che non a caso risulta il principale indagato nell'indagine. Ma ciò non è bastato: lo scorso giovedì le forze di polizia hanno bussato alla porta della sede dell'organizzazione delle madri dei desaparecidos. Solo la presenza di un vasto gruppo di amici e militanti ha permesso alla Presidente di scappare, sottraendosi così all'arresto. Ma la sua vittoria simbolica si è concretizzata poche ore dopo quando si è presentata in testa al corteo che come ogni giovedì sfila in Plaza de Mayo, davanti alla Casa Rosada, in ricordo dei desaparecidos. Qua, la polizia ha avuto l'ordine di non intervenire: arrestarla in quel frangente sarebbe stato un colpo durissimo alla popolarità e alla credibilità dell'esecutivo. Le enormi manifestazioni di supporto, hanno infine obbligato il giudice a posporre l'ordine di cattura.

La solidarietà a Hefe non è tardata ad arrivare da parte di tutta la sinistra argentina e anche da molte figure di spicco della sinistra sudamericana (le autorità venezuelane, Evo Morales in persona, ecc...). Sono piovute inoltre pesanti critiche alla magistratura argentina, ritenuta il braccio armato dell'esecutivo di Macri. L'autorevole giornalista e scrittrice Estella Calloni parla di una situazione inedita e afferma che "l'Argentina sta tornando a una situazione di paese neocoloniale, a un brutale esercizio [del potere] che già avevamo superato con la lotta del popolo. Vi è una falsificazione della giustizia per cercare di zittire le persone che sono simboli di resistenza, che potrebbero essere una risposta a tutte le ingiustizie che stiamo vivendo in questo momento. È una situazione molto grave" (leggi qui).

Ma la persecuzione politica iniziata dal governo Macri non si ferma qua. Se quello di Hefe de Bonafini è stato il caso più eclatante, non bisogna dimenticare che in soli pochi mesi dall'inizio del nuovo mandato elettorale, la coalizione di centrodestra ha fatto di tutto per reprimere i movimenti sociali che da decenni aiutano le comunità rurali più povere. L'arresto della leader del movimento Tupac Amaru, Milagro Sala, una delle attiviste più popolari di tutto il Sudamerica, ha fatto registrare l'indignazione non solo di tutta la sinistra, ma persino dello stesso Papa Francesco, da sempre simpatizzante del movimentismo del suo paese natale.

Il tentativo di Macri di imporre misure antipopolari e di reprimere le principali figure e istituzioni della sinistra argentina deve fare i conti con una società che finalmente sembra essersi risvegliata da l torpore dei primi mesi. Il neoliberismo con accenni di autoritarismo del governo di centrodestra può essere sconfitto se le forze di sinistra, dai peronisti, ai movimenti sociali, fino ai partiti comunisti riusciranno a unire le lotte contro un esecutivo sempre più impopolare ed arrogante.

Ultima modifica il Lunedì, 08 Agosto 2016 22:22
Alessandro Zabban

Nato nel 1988 a Firenze, laureato in sociologia. Interessi legati in particolare alla filosofia sociale, alla politica e all'arte in tutte le sue forme.

Devi effettuare il login per inviare commenti

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.