Sui temi di politica economica Shii ha affermato che la politica di allentamento monetario creerebbe un aumento dei prezzi ed un conseguente peggioramento del tenore di vita per i lavoratori: “non conta con quanti soldi è alimentato il mercato, gli investimenti non crescerebbero a causa del debole stato della domanda interna. E' chiaro che la moneta sarà usata per speculazioni e per creare effetti nocivi”. Shii si è mostrato critico anche in merito alla proposta liberal-democratica per un imponente piano infrastrutturale: “il contenuto del piano è quello di realizzare grandi opere non necessarie come superstrade e porti”, sottolineando come precedenti piani non hanno dato impulso all'economia ed hanno lasciato unicamente debiti.
Contrarietà è stata inoltre espressa riguardo il tentativo conservatore di cancellare il carattere pacifista della costituzione giapponese modificandone l'articolo 9 (in un momento per altro di forte tensione con la Cina sulla contesa per le isole Diaoyutai/Senkaku).
Sul fronte internazionale il nuovo premier compie intanto il primo passo falso, in una intervista rilasciata al quotidiano Sankei Shimbun Abe afferma di voler rivedere le formali dichiarazioni di pentimento sul passato coloniale del Giappone rilasciate nel 1995 dal Primo Ministro dell'epoca Murayama Tomiichi e quelle del 1993 del Segretario Generale del Gabinetto Kono Yohei sulla questione delle “donne di comfort”. Abe non è nuovo a queste provocazioni nazionaliste volte a disconoscere la feroce storia coloniale giapponese, non a caso del nuovo governo fanno parte alcuni esponenti delle frange più nazionaliste dei Liberal-Democratici.
(con informazioni di Japan Press Weekly 19-25 dic. 2012; 26 dic. 2012-8 gen. 2013)