A nemmeno due mesi dalle elezioni per il rinnovo della Camera bassa del parlamento il nuovo premier Shinzo Abe procede spedito nella realizzazione del proprio programma conservatore: tra le misure recentemente portate avanti la decisione di stilare le nuove linee guida per la difesa nazionale prevedendo un consistente aumento del budget destinato alle Forze di Autodifesa e contestualmente un incremento del numero di addetti di 18.000 unità.
Una prova muscolare quella del governo a guida Liberal-Democratica innanzitutto nei confronti della Cina per tentare di chiudere qualsiasi spiraglio negoziale sulla contesa territoriale per le isole Diaoyutai/Senkaku e nei confronti della Corea del Nord che si accinge a realizzare nuovi test missilistici.
Sul fronte nucleare, mentre TEPCO annuncia di voler chiudere la fase delle compensazioni in favore delle vittime dell'incidente nucleare di Fukushima, il premier Abe nomina membri del Consiglio sulle politiche economiche e fiscali (un organismo governativo con importanti funzioni consultive) l'ex dirigente TEPCO Kobayashi e l'ex presidente di Toshiba (azienda che ha nel proprio business la costruzione di reattori nucleari) Sasaki.
Sempre in ambito nucleare buone notizie arrivano da dove non se ne attenderebbero: Japan Press segnala il caso di una cooperativa agricola di Fukushima che ha deciso – utilizzando fondi governativi ed una parte delle compensazioni ricevute dalla TEPCO – di investire in energia solare, casi come questo sono in aumento e segnalano la volontà di buona parte del popolo giapponese di avviare una fuoriuscita dall'atomo.
In ambito welfare il nuovo ministro Tamura ha annunciato un piano per la riduzione del 10% dello standard minimo di sussistenza, primo passo per poter tagliare i fondi ai programmi di solidarietà sociale. Il professor Kanazawa dell'università Bukkyo di Kyoto ha dichiarato ad Akahata: “in Giappone tra le famiglie con un reddito inferiore al livello minimo di sussistenza, solo il 20% riceve assistenza sociale. Nonostante ciò, il governo intende rivedere negativamente il programma di assistenza sociale”.
Come già annunciato inoltre il governo ha avviato nella riunione del Consiglio dei Ministri dell'undici gennaio scorso un imponente piano di infrastrutture ed aiuti alle imprese.
Forti mobilitazioni sindacali si registrano nel contempo nel settore dell'industria elettronica, in particolare i lavoratori della Sony di Sendai nella Prefettura di Miyagi - territorio pesantemente colpito dalla catastrofe del 2011 - contestano il piano di ridimensionamento messo in atto dalla multinazionale che ha portato il numero di addetti nello stabilimento dai 2.000 del 2010 agli 800 attuali. Secondo quanto denunciato dai parlamentari del Partito Comunista Giapponese e dalle organizzazioni sindacali vi sono da parte dell'azienda forti pressioni per convincere i lavoratori ad accettare prepensionamenti. Analoghi ridimensionamenti stanno riguardando NEC, Sharp e Parasonic.
(con informazioni di Japan Press Weekly 9-15 genn. 2013 e 16-22 genn. 2013)