In tema lavoro, lo scorso 27 marzo, nel corso di una seduta della commissione Bilancio della Camera alta, il permier Abe ha dichiarato che saranno resi pubblici i nomi delle aziende - le cosiddette black corporation - che applicano ai propri dipendenti condizioni di lavoro particolarmente dure (in primo luogo orari eccessivamente lunghi).
Una decisione che “contribuirà a far emergere critiche nell'opinione pubblica verso queste aziende e che agirà da importante deterrente” per la senatrice comunista Yoshiko Koira, la quale, durante il proprio intervento, ha rimarcato anche la necessità di un incremento del numero di ispettori del lavoro.
Se su questo aspetto giungono notizie positive per i lavoratori nipponici, altre, di segno opposto, arrivano quasi in contemporanea. Un organismo consultivo dell'esecutivo ha infatti proposto di introdurre compensazioni monetarie - al posto del reintegro - nei casi di licenziamenti senza giusta causa.
In ambito di politique politicienne l'Alta Corte di Fukuoka, lo scorso 25 marzo, ha sentenziato che, nelle elezioni del 2014, la disparità tra diversi collegi (rurali ed urbani) nel numero di voti necessario ad eleggere un deputato è un elemento di incostituzionalità. Già sette Corti si sono pronunciate in maniera similare. L'Alta Corte di Fukuoka, al pari di altre, ha però respinto la richiesta dei ricorrenti di annullare la consultazione.
(con informazioni di Japan Press Weekly 25 – 31 mar. 2015)