Due giorni prima poco meno di 4000 persone avevano manifestato, in una spiaggia non lontana da Henoko, per chiedere lo stop ai lavori. Alla manifestazione hanno partecipato i parlamentari eletti nella Prefettura di Okinawa (tutti dell'opposizione).
Una manifestazione di protesta, convocata dalla Coalizione Metropolitana Contro il Nucleare e da altri movimenti sociali, si è tenuta presso la sede del parlamento, lo scorso 21 marzo, ed ha visto la partecipazione di circa 14.000 persone. Oltre alla contrarietà alla nuova base di Okinawa, la piattaforma della manifestazione si scagliava contro tutte le principali politiche portate avanti dall'amministrazione Abe: diritto all'autodifesa collettiva, legge sul segreto di Stato, Trattato di Libero Commercio Trans-Pacifico, tagli al welfare.
In ambito di politique politicienne, lo scorso 19 marzo, l'Alta Corte di Tokyo ha respinto la richiesta di sollevare l'incostituzionalità -a causa della disparità tra numeri di voti e seggi ottenuti - delle elezioni politiche del 2014. E' la prima sentenza sui 14 ricorsi avanzati da gruppi di avvocati presso altrettante corti.
Sul fronte lavoro, lo scorso 18 marzo, le maggiori aziende del settore automobilistico e dell'elettronica hanno respinto le richieste di aumenti salariali provenienti dalla confederazione Rengo (ben più modesti di quelli proposti da Zenroren). La richiesta di Rengo prevede un aumento medio della paga base di 6.000 yen (circa 46 euro) al mese. Toyota ha offerto un aumento di 4.000 yen, Nissan 5.000, Honda 3.400. Nel settore dell'elettronica la proposta di aumento delle grandi aziende è stata di appena 3.000 yen al mese.
L'aumento della tassa dei consumi (dal cinque all'otto per cento) senza corrispondenti aumenti salariali sta portando ad una contrazione del mercato interno nipponico.
(con informazioni di Japan Press Weekly 18 - 24 mar. 2015)