Venti milioni di firme - da raccogliere entro il Giorno della Costituzione (3 maggio) del prossimo anno - contro la legislazione bellicista di Abe. Questo l'ambizioso obiettivo che si è data una coalizione civica formata da 29 gruppi (tra essi gli Studenti per un'Azione di Emergenza per la Democrazia Liberale). Alla campagna ha aderito anche il Partito Comunista.
Intanto, ad Okinawa, il governo della Prefettura ha depositato, lo scorso 3 novembre, il ricorso, presso il Consiglio per la Gestione dei Contenziosi tra il governo nazionale e le amministrazioni locali, contro la decisione del governo nazionale di ritenere nulla la cancellazione delle autorizzazioni, rilasciate dal precedessore di Onaga, il liberal-democratico Nakaima, ai lavori preparatori per la nuova base militare statunitense di Henoko. Entro 90 giorni, l'organismo dovrà pronunciarsi sulla validità giuridica delle decisioni di Takeshi Onaga.
Nel contempo, circa cento poliziotti antisommossa sono stati inviati a Nago dal Dipartimento Metropolitano di Polizia di Tokyo. “Stanno tentando di forzare il progetto di ricollocazione senza farsi scrupoli” è stato il commento del governatore.
In ambito internazionale, ha generato tensione la presenza di una nave cinese, con compiti di intelligence, nei pressi delle contese isole Senkaku. A riportare la notizia, lo scorso 12 novembre, è stato il Ministero della Difesa di Tokyo. “Il governo attuerà approfondite attività di sorveglianza nelle acque e nello spazio aereo della nazione” ha dichiarato il Segretario Generale del Gabinetto Yoshihide Suga.
“La normale attività della marina cinese in acque di sua competenza è irreprensibile ed in linea con il diritto internazionale” è stata la posizione, diametralmente opposta, del Portavoce del Ministero per gli Affari Esteri di Pechino Hong Lei.
Quest'ultimo ha anche criticato la posizione espressa dal governo nipponico, mediante Suga, circa i lavori effettuati dal governo cinese su una delle isole Spratly (o Nansha, come vengono chiamate in Cina). Le isole Spratly sono rivendicate da vari Paesi (in primo luogo Cina e Vietnam), ma non dal Giappone.
“Il Giappone non è tra le parti coinvolte sulle questioni inerenti il Mar Cinese Meridionale. Storicamente le isole Nansha sono state conquistate dal Giappone ma recuperate alla sovranità cinese dopo la guerra. Quando Cina e Giappone hanno normalizzato le proprie relazioni diplomatiche, nel 1970, il Giappone ha promesso di rispettare i punti contenuti nella Dichiarazione di Potsdam. Il Giappone non ha diritto di fare inappropriati commenti circa la sovranità delle isole Nansha” ha chiarito l'alto funzionario cinese.
Sul fronte lavoro, l'Indagine generale sui diversi tipi di impieghi (realizzata dal Ministero del Lavoro), ha mostrato come al primo ottobre 2014, la percentuale dei lavoratori non stabili, sul totale della forza lavoro nipponica, ha raggiunto, per la prima volta il 40%.
La maggiore quota di tali lavoratori è costituita dai part-time, seguiti dai lavoratori parasubordinati, dai pensionati ritornati al lavoro ed in ultimo dai lavoratori contrattualizzati dalle agenzie di lavoro temporaneo. La stessa ricerca indica come il 38,6% delle aziende rispondenti, abbia indicato l'uso del lavoro precario come necessario a ridurre i costi del lavoro.
(con informazioni di Japan Press Weekly 4 – 10 nov. 2015; ryukyushimpo.jp; ajw.asahi.com e fmprc.gov.cn)