Intanto, lo scorso 18 dicembre si è tenuta una protesta davanti gli uffici del Primo Ministro, contro la cooperazione militare nippo-australiana. La dimostrazione si è tenuta in contemporanea con l'incontro, tenutosi a Tokyo, tra Shinzo Abe ed il premier australiano Malcom Turnbull.
Il Giappone ha deciso, nelle scorse settimane - e per la prima volta da quando, lo scorso anno, sono state rimosse le limitazioni all'esportazione di armi e tecnologie belliche - di prendere parte alla valutazione concorrenziale, bandita dal governo di Canberra per il rinnovo della propria flotta di sottomarini.
“L'espansione dell'esportazione delle armi condurrà il Paese ad essere militarmente orientato, ciò non farà che fomentare confltti internazionali. Non dobbiamo permettere che accada, in quanto ciò contraddice la rinuncia alla guerra contenuta nell'articolo 9 della Costitutizione” ha dichiarato il senatore comunista Satoshi Inoue.
In ambito di politique politicienne, dopo 18 anni di stop, il Mizhuo Financial Group, una delle maggiori banche del Sol Levante, ha deciso di riprendere ad erogare finanziamenti in favore del Partito Liberal-Democratico.
Sul fronte nucleare, il 17 dicembre, l'Assemblea della Prefettura di Fukui ha dato il proprio ok, alla riattivazione della centrale di Takahama. La risoluzione della Prefettura (approvata con i voti di PLD e Nuovo Komeito) segue quella del comune di Takahama dello scorso 3 dicembre.
(con informazioni Japan Press Weekly 16 – 22 dic. 2015)