In ambito politico, Rengo, la maggiore confederazione sindacale del Paese, potrebbe mutare il proprio rapporto, attualmente di stretta vicinanza, con il Partito Democratico. A far discutere le due organizzazioni è la direzione intrapresa dal partito guidato da Renho Murata per “zero centrali nucleari in attività” (obiettivo condiviso dai democratici anche con la seconda forza dell'opposizione, il Partito Comunista). A preoccupare il sindacato sono le ricadute occupazionali che un tale piano avrebbe nel settore elettrico qualora il PDG arrivasse al governo.
La posizione di Rengo dovrebbe far desistere i democratici dal presentare il piano alla convention nazionale del partito del 12 marzo. “Continueremo il dibattito fino alle elezioni politiche” ha dichiarato Koichiro Gemba, capo della commissione interna al PDG sui temi dell'energia.
Frattanto, a sei anni dalla catastrofe di Fukushima altri quattro distretti saranno dichiarati abitabili il prossimo 4 aprile (per un totale di 32.000 cittadini potenzialmente interessati). Nelle aree nelle quali il bando era stato levato in precedenza rimane comunque estremamente basso il numero di residenti che ha fatto ritorno (tra il 9 e l'11%). Il numero di evacuati in quelle aree nel 2011 fu di 81.000 persone.
Sul nucleare militare, lo scorso 27 febbraio, si è invece riunito, su iniziativa del Consiglio Giapponese contro le Bombe A ed H, una conferenza internazionale per il disarmo atomico. Il simposio, parte degli eventi internazionali del “Bikini day” (il primo marzo 1954 gli Stati Uniti fecero esplodere una bomba all'idrogeno nell'atollo pacifico di Bikini), si è tenuto a Shizuoka con la partecipazione di movimenti provenienti dalle due sponde del Pacifico.
Nel commercio internazionale riprende vigore la possibilità di un rafforzamento del Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), meccanismo che coinvolge anche la Repubblica Popolare Cinese (che era esclusa invece dai negoziati del TPP). La scorsa settimana si sono incontrati a Kobe i rappresentanti di 16 Paesi dell'area (tra essi oltre Cina e Giappone anche Australia, India, Indonesia, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Singapore e Vietnam).
Nonostante le esigenze di dialogo il Giappone prosegue però nelle schermaglie marittime con la Cina, Paese che ha richiesto alla competente commissione ONU (la Commissione sul Limite delle Piattaforme Continentali) l'estensione della propria area di competenza in acque attualmente comprese nella Zona Economica Esclusiva nipponica (nello stretto di Okinawa per la precisione).
Secondo le convenzioni ONU le acque territoriali si estendono per 12 miglia nautiche (circa 22 chilometri) dalla linea di costa mentre la Zona Economica Esclusiva (ZEE) parte da questo limite e giunge fino a 200 miglia nautiche (circa 370 chilometri ma estendibile fino a 350 miglia nautiche qualora si provi scientificamente il naturale prolungamento del fondale marino sulla base di rilevamenti geografici e geologici). La definizione della ZEE è di vitale importanza per un Paese che nell'area interessata voglia effettuare ricerche od attività estrattive.
Secondo dati resi noti dal governo di Tokyo negli ultimi cinque anni sono state 84 le attività di ricerca condotte dai cinesi nella ZEE nipponica (in prossimità delle contese isole Senkaku/Diaoyutai), di queste ben 23 nel 2015 ed 11 nel 2016.
Tornando in patria, la Camera dei Rappresentanti ha approvato la finanziaria per l'anno fiscale 2017 (che in Giappone inzia ad aprile). Un bilancio record, 97.450 miliardi di yen, volto a contrastare la deflazione e far riprendere l'asfittica economia nipponica. In crescita le spese sociali (32.470 miliardi) ma anche quelle militari (5.120 miliardi). La manovra, bocciata con forza dall'opposizione, passa ora per la, scontata, approvazione della Camera dei Consiglieri.
Nei giorni precedenti l'approvazione il deputato comunista Toru Miyamoto aveva sottolineato come negli anni del governo Abe sia cresciuto il cosiddetto coefficente di Engel. Sulla base dei dati statistici dettagliati (per i quali rimando alla scorsa Pillola ed al sito dell'Istituto statistico nipponico) resi noti due settimane fa è infatti emerso come prosegua la crescita della parte di reddito spesa per le famiglie in alimentazione: una delle principali spie sull'impoverimento delle famiglie. Nello specifico si è passati dal 23,5% del 2012 al 25,8% del 2016.
Il parlamento si sta anche occupando della delicata riforma della Legge sulla Casa Imperiale per consentire all'Imperatore Akihito di poter abdicare. La scorsa settimana, su proposta del Presidente della Camera bassa, Tadamori Oshima hanno cominciato a riunirsi rappresentanti della maggiornaza e dell'opposizione (tra essi l'ex premier democratico Noda) per confrontarsi sulle diverse proposte in campo (sulle quali la distanza appare difficilmente colmabile).
Nell'Assemblea Metropolitana di Tokyo, intanto, il capo dei liberal-democratici, Shigeru Uchida, ha annunciato che non concorrerà per le elezioni per il rinnovo dell'organismo (consultazioni che si terrano quest'estate e che vedono una lista pro-Koike in pole). L'Assemblea ha anche approvato, lo scorso 22 febbraio, all'unanimità, la proposta del Partito Comunista di taglio del 20% delle indennità dei consiglieri.
(con informazioni di Japan Press Weekly 22 – 28 febb. 2017; the-japan-news.com; asahi.com)