Domenica, 17 Dicembre 2017 00:00

Pillole dal Giappone #216 – Aegis genera tensione nell'Asia del Nord-Est e lungo tour all'estero di Taro Kono

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Le esercitazioni militari continuano a scandire le settimane nell'Asia del Nord-Est. Lunedì scorso è stata la volta di manovre congiunte USA, Repubblica di Corea e Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero della Difesa di Seul le esercitazioni, durate due giorni, avevano lo scopo di simulare la reazione dei tre Paesi in caso di lancio di un missile balistico nordcoreano ed hanno visto la partecipazione di cacciatorpedinieri nipponici equipaggiati con il sistema antimissilistico Aegis. L'installazione di due nuove batterie equipaggiate con tale sistema potrebbe essere approvata dal governo il prossimo 19 dicembre. Le piattaforme saranno poste presso le basi delle forze di terra delle Forze di Autodifesa nelle Prefetture di Akita e Yamaguchi.
Preoccupazione su questo punto è stata espressa dalla Russia che ha inviato in Giappone il generale Valery Gerasimov. “Le strutture saranno sotto il controllo degli Stati Uniti e ciò ci preoccupa” ha detto il rappresentante russo incontrando il ministro della Difesa di Tokyo Onodera.

“Il sistema sarà a controllo congiunto USA-Giappone e non è qualcosa che serve a minacciare i Paesi vicini come la Russia” ha controbattuto il ministro. Gerasimov ha comunque assicurato che le due nazioni “sono pronte a rafforzare la cooperazione nel settore della Difesa”. I due Paesi, nello specifico, avvieranno delle esercitazioni congiunte volte ad affinare le tecniche di ricerca e salvataggio di equipaggi di sottomarini.
Di “circolo vizioso di provocazioni che non porta alla stabilità e sicurezza regionale” ha parlato Lu Kang, Portavoce degli Esteri di Pechino. Scarne, invece, le comunicazioni ufficiali del sottosegretario agli Affari Politici dell'ONU Jeffrey Feltman, fresco di visita in RPDC. “La Corea del Nord è d'accordo nel definire l'attuale situazione come il più teso e pericoloso problema per la pace e la sicurezza” è quanto ha riferito agli organi di stampa il funzionario delle Nazioni Unite.
L'attività diplomatica intorno alla Penisola rimane comunque intensa e consenso alla proposta cinese di “sospensione per sospensione” (cioè l'astensione parallela dal compiere attività militari sia da parte della RPDC che da parte di USA ed alleati) è arrivato anche dall'ex inviato degli Stati Uniti per la denuclearizzazione della Penisola nonché già capo della delegazione statunitense ai colloqui di Ginevra del 1994 Robert Gallucchi.
Tokyo ha frattanto esteso unilateralmente le proprie sanzioni decidendo il 15 dicembre il congelamento degli assett di altre 19 società in qualche modo relazionate con la RPDC. In totale le sanzioni giapponesi, parzialmente sovrapponibili con quelle ONU, hanno colpito 56 società e 62 persone fisiche.

In ambito diplomatico l'otto dicembre è invece iniziato il lungo tour del ministro degli Esteri Taro Kono in Medio Oriente, Europa ed USA. Prima tappa il Bahrain, Paese nel quale il titolare della diplomazia nipponica ha incontrato il Principe e vicepremier Salman Al Kalifa per discutere di cooperazione economica, seguito dagli Emirati Arabi Uniti. Particolarmente importante questa seconda tappa - nella quale Kono ha avuto colloqui con l'omologo Al Nahayan - in quanto il prossimo marzo scadranno importanti contratti di concessione all'estrazione di petrolio detenuti da società del Sol Levante.
Sul trasferimento dell'ambasciata USA a Gerusalemme, evento che sta mandando in ebollizione buona parte del mondo arabo, Kono si è tenuto abbottonato invitando unicamente le parti a “reagire con calma” ed affermando, al fine di non irritare il potente alleato, di “valutare positivamente il forte impegno di Trump affinché si giunga ad un accordo permanente di pace ed il suo sostegno alla soluzione due popoli due Stati”.

Terza tappa del viaggio di Kono è stata invece la Francia. Qui il ministro nipponico ha partecipato ad un summit sul clima voluto dal Presidente Macron nel quale è stato deciso lo stanziamento di un miliardo di dollari in attività di contrasto al cambiamento climatico. “Siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo fare di più e meglio” ha dichiarato Kono all'incontro.
A Parigi il ministro ha anche discusso con l'omologo Jean-Yves Le Drian circa la cooperazione economica tra i due Paesi. Francia e Giappone hanno in essere un parternariato speciale che si svilupperà ulteriormente nel 2018 per celebrare il 160° anniversario dell'instaurazione delle relazioni diplomatiche tra le due nazioni.
Nel 2016 il Giappone è stato l'undicesimo Paese per volume di esportazioni verso la Francia (secondo partner commerciale in Asia dopo la Cina) ed ha generato un deficit commerciale pari a 3,14 miliardi di euro (con un +11,2% rispetto al 2015). Sempre nel 2016 il Giappone è stata la decima destinazione (prima in Asia) degli investimenti francesi all'estero mentre la Francia è stata (per un totale di 14,5 miliardi di euro) la diciottesima destinazione per gli investitori nipponici (al nono posto nella classifica dei Paesi che hanno investito oltralpe ed al primo tra gli investitori asiatici). Uno dei settori nei quali la cooperazione franco-nipponica è più forte è quello del nucleare civile. Le due nazioni hanno infatti in piedi un progetto di sviluppo per reattori di quarta generazione (detto ASTRID) e la francese AREVA è fornitrice di servizi per le aziende elettriche nipponiche (in primo luogo per la vendita di uranio).

Il viaggio di Kono è proseguito per la Gran Bretagna dove è stato raggiunto dal collega alla Difesa Itsunori Onodera. I due hanno avuto colloqui, lo scorso venerdì, con i corrispettivi britannici Boris Johnson e Gavin Williamson presso il Greenwich Naval College per discutere di cooperazione in materia di sicurezza. Deciso per il 2018 l'invio nel Sol Levante per esercitazioni congiunte di due fregate della Royal Navy, di 45 soldati delle forze di terra nonché di un numero imprecisato di mezzi della RAF.
Stabilita dai quattro ministri anche la stesura di un piano di cooperazione triennale tra le due difese ed il futuro sviluppo di un missile aria-aria.

Ultimo appuntamento internazionale di Kono è stata la visita negli Stati Uniti. Qui il titolare della relazioni estere nipponiche è intervenuto alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite convocata per discutere di Corea del Nord. “Il Giappone non ha mai considerato come proprio obiettivo il cambio di regime di altri Paesi mediante l'uso della forza” ha rimarcato Kono per tranquillizzare la RPDC.
“Chiediamo a Russia e Cina di intensificare la pressione” ha invece ripetuto per l'ennesima volta il Segretario di Stato USA Rex Tillerson presente anch'egli alla riunione.

Sempre in ambito diplomatico confermato dal Segretario Generale del Gabinetto Yoshihide Suga che il Giappone non aderirà al trattato per la messa al bando delle armi atomiche così come richiesto in questi giorni dall'organizzazione ICAN, fresca vincitrice del Premio Nobel per la Pace. “Il governo eserciterà influenza sugli stati possessori e non possessori di tali armi. Il trattato rappresenta invece un diverso approccio” ha dichiarato lo scorso 11 dicembre il portavoce dell'esecutivo.

Sul fronte delle servitù militari nella Prefettura di Okinawa proseguono gli incidenti causati dalle forze armate statunitensi. Dopo che il 7 dicembre un oggetto cilindrico montanto su un velivolo USA era precipitato (fortunatamente senza causare danni) sul tetto di un ospedale, il 13 è stata la volta di un altro componente, perso da un elicottero CH-53E in uso ai marines di stanza a Futenma, che ha ferito ad una mano un bambino che svolgeva attività fisica presso la scuola elementare n. 2 della città di Ginowan, sede della base USA.
Immediata protesta è stata indirizzata dal vicegovernatore della Prefettura, Moritake Tomikawa, al locale ufficio del Ministero della Difesa. “Vorremmo chiedere lo stop ai voli fino a quando non saranno risolti tutti i problemi di sicurezza” ha affermato il ministro Onodera lo stesso giorno. Il Governatore della Prefettura, eletto proprio su un programma di forte contrasto alla presenza militare straniera nel piccolo arcipelago meridionale delle Ryukyu, è poi volato a Tokyo lo scorso giovedì per protestare ufficialmente con il sottosegretario alla Difesa Tomohiro Yamamoto e con l'ambasciata degli Stati Uniti.

In economia, cresciuto del 3,5% rispetto all'anno precedente l'indice dei prezzi: a renderlo noto, lo scorso martedì è stata la Banca Centrale. Si tratta dell'aumento più consistente dal 2008 (eccezion fatta per il 2014, anno nel quale venne aumentata la tassa sui consumi). A far crescere l'indice in particolare i prezzi di petrolio e carbone (+19%) e dei metalli non ferrosi (+17,2%).

La maggioranza, frattanto, è sempre più impegnata a definire i contorni della prossima riforma fiscale. Allo studio vi sarebbe un taglio del 20% della tassa sui profitti per quelle aziende che concederanno aumenti salariali nell'ordine del 3% (o più) per le grandi aziende mentre dell'1,5% per le piccole imprese. L'idea, priva allo stato attuale di ragionevoli coperture, si inserisce nell'ambito del tentativo del governo di accrescere la produttività del lavoro e sarà accompagnata da ulteriori misure di deduzione fiscale per le imprese che investano in software ed in risorse umane (anche qui con delle percentuali di investimento che dovranno essere del 20% in più rispetto agli anni precedenti per le grandi aziende e del 15% per le piccole).
Intanto i due responsabili per le politiche fiscali della maggioranza parlamentare (Yoichi Miyazawa per il PLD e Tetsuo Saito per il Nuovo Komeito) hanno convenuto lo scorso 15 dicembre di presentare all'interno della riforma un aumento delle tasse sui salari più alti, sulle sigarette (+3%) e sulle tasse di soggiorno che dovrebbe portare nelle casse dello Stato circa 280 miliardi di yen l'anno. Sui salari la nuova aliquota riguarderà 2,3 milioni di lavoratori pubblici e privati il cui reddito annuo supera gli 8,5 milioni di yen (circa 63.600 euro), circa 200.000 persone (ma ne sono esclusi i redditi da pensione) le cui entrate annue raggiungono i 10 milioni di yen e circa 3.000 pensionati con redditi da pensione superiori a quest'ultima cifra. La normativa è comunque facilmente aggirabile non includendo nel salario l'intera cifra ma corrispondendo ai lavoratori benefit di importo uguale.

Pace fatta invece tra Toshiba ed il proprio partner statunitense Western Digital che si era opposto, anche in sede legale, alla vendita ad un consorzio a lei concorrente del settore chip della società nipponica. L'accordo, raggiunto giovedì scorso, prevede che Western Digital possa partecipare maggiormente alle attività sviluppate dalla joint venture che i due colossi dell'elettronica hanno in piedi. Soddisfatto per il compromesso Yuji Sugimoto di Bain Capital, fondo che ha guidato il consorzio (del quale fanno parte anche una società sudcoreana e due istituti finanziari a partecipazione pubblica nipponici) che ha acquistato il ramo d'azienda venduto da Toshiba.

Nuvole nere potrebbero intanto agitare i rapporti sino-nipponici dopo che Stati Uniti, Unione Europea e Giappone si sono presentati uniti contro la “distorsione dei prezzi” provocata a loro avviso dalla Cina in particolare nella produzione di alluminio e acciaio. Un comunicato congiunto, che non ha però menzionato la RPC, è stato diffuso lo scorso 13 dicembre al meeting del WTO tenutosi a Buenos Aires.

In ambito nucleare novità sono giunte dall'Alta Corte di Hiroshima che ribaltando una precedente sentenza di un tribunale distrettuale ha ordinato a Shikoku Electic di spegnere il reattore numero 3 della centrale di Ikata (Prefettura di Ehime). “Vi sono specifiche minacce per la vita e la salute dei residenti” è scritto nella sentenza che ha definito irrazionale il via libera dato dall'Agenzia Regolatrice per il Nucleare a fronte dei rischi connessi all'attività vulcanica dell'area.
A Fukushima invece un altro lavoratore si è visto riconosciuto la propria leucemia come correlata alla propria attività lavorativa. Il lavoratore che ha ottenuto una compensazione economica da TEPCO ha lavorato presso il primo reattore della centrale dal 1994 al febbraio 2016 ed è stato impiegato nelle attività di emergenza che sono seguite alla catastrofe dell'undici marzo 2011. Secondo il Ministero del Lavoro sono stati fino ad ora 16 i lavoratori TEPCO che, utilizzati nella fase dell'emergenza, hanno chiesto alla società elettrica compensazioni economiche dopo essere stati colpiti da tumore. Stando a dati forniti da TEPCO sono stati 10.553 i lavoratori esposti a più di millisievert annui tra il marzo 2011 ed il marzo 2012.

In chiusura non si placa lo psicodramma all'interno del Partito Democratico dopo che il disastroso risultato delle elezioni politiche del 22 ottobre ha fatto saltare la fusione con la formazione centrista Kibo no To (di fatto abbandonata dalla sua fondatrice Yuriko Koike). Martedì scorso il Presidente del PDG, Kohei Otsuka (subentrato dopo il flop elettorale a Seiji Maehara) ha proposto all'assemblea nazionale lo scioglimento del partito.

(con infromazioni un.org; mil.ru; fmprc.gov.cn; diplomatie.gouv.fr; gov.uk; state.gov; boj.or.jp; mofa.go.jp; bna.bh; wam.ae; thecourier.com; nhk..or.jp; japantimes.co.jp; asahi.com; mainichi.jp)

Immagine liberamente tratta da www.japantimes.co.jp

Ultima modifica il Domenica, 17 Dicembre 2017 16:49
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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