Domenica, 06 Maggio 2018 00:00

Pillole dal Giappone #236 - Tour di Abe in Medio Oriente

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Non soltanto Corea del Nord nella politica estera del Sol Levante: la settimana appena trascorsa ha infatti visto un lungo tour di Abe nel Medio Oriente. Prima tappa, il 30 aprile, gli Emirati Arabi Uniti dove Abe ha avuto colloqui con l'omologo Mohamed bin Zayed. Lo stesso giorno l'ADNOC, la compagnia statale che gestisce le concessioni dei pozzi petroliferi ha sottoscritto con JODCO, società creata dalla nipponica INPEX, l'accordo per lo sfruttamento del giacimento di Lower Zakum. La società nipponica, rappresentata dal presidente Toshiaki Kitamura, in febbraio aveva ottenuto l'estensione per altri 25 anni delle concessioni di Satah e Umm Al Dalkh. In quest'ultimo giacimento la sua quota di partecipazione è passata dal 12 al 40%.

“Attribuiamo grande importanza alla nostra partnership strategica con INPEX. Questo accordo rafforza ulteriormente le relazioni economiche tra gli EAU ed il Giappone” ha commentato Ahmad Al Jaber, amministratore delegato della società. Il giacimento di Lower Zakum, sito dove operano anche il monopolista cinese e l'italiana ENI, è uno dei principali del Paese. INPEX in febbraio ha sborsato 600 milioni di dollari per la concessione di Lower Zakum e 250 milioni per l'operazione sugli altri due giacimenti.
Lo stesso giorno Kanji Fujiki, ambasciatore del Giappone in EAU e Obaid Humaid Al Tayer, ministro per Affari Finanziari degli Emirati, hanno sottoscritto un accordo bilaterale per la promozione e protezione degli investimenti. Più di 300 aziende nipponiche hanno infatti sede nel Paese.

Il viaggio di Abe è poi proseguito in Giordania. Anche qui l'intento di Abe è stato quello di rafforzare la cooperazione bilaterale con uno dei pochi Paesi stabili del Medio Oriente. Ad Amman il premier nipponico ha avuto colloqui con Re Abullah, con il Principe ereditario e con il primo ministro Mulki.
“Abbiamo grande ammirazione per il ruolo del Giappone come nazionale leader a livello mondiale” ha detto il sovrano hashemita. Tra gli argomenti oggetto dell'incontro anche la questione siriana argomento sul quale la Giordania insiste affinché sia rafforzato il dialogo intersiriano di Ginevra. Siglato tra i due Paesi un memorandum che prevede il finanziamento (per 15.300.000 dollari) da parte di Tokyo all'assistenza per i rifugiati siriani presenti nel Regno hashemita.

“La stabilità della Giordania è indispensabile per la stabilità regionale ed il Giappone continuerà a fornirvi assistenza quanto più sarà possibile al fine di assicurarla tanto socialmente che economicamente supportando i vostri sforzi di sviluppo” ha dichiarato Abe.
Tra i temi economici invece da parte giordana si è auspicato un ruolo maggiore per il porto di Aqaba come hub per le compagnie nipponiche mentre Abe ha offerto cooperazione nel settore dell'energia (anche nucleare) e delle infrastrutture.

Terza tappa del viaggio di Abe la Palestina per colloqui con il Presidente Abu Mazen. A Ramallah Abe ha ribadito la posizione del Giappone per la soluzione “due popoli-due Stati” ed escluso il trasferimento dell'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme come provocatoriamente sarà fatto dagli Stati Uniti il prossimo 14 maggio.
Il premier ha poi visitato la città di Gerico dove sono state avviate con finanziamenti allo sviluppo giapponesi delle imprese per la trasformazione di prodotti agricoli.

Ultimo incontro di Abe prima di tornare a Tokyo quello con il premier israeliano Netanyahu. Tra gli argomenti in discussione l'accordo nucleare sul'Iran (tema sul quale le posizioni tra le due nazioni rimangono distanti) ed il turismo. Tra Giappone ed Israele è stato siglato nel gennaio 2017 un accordo economico che ha portato circa 50 aziende nipponiche ad investire a Tel Aviv. L'incontro è avvenuto a Gerusalemme ma come detto Tokyo non ha intenzione di seguire l'esempio USA spostando l'amabsciata nella città considerata capitale dai palestinesi.

La vicenda nordcoreana non è ovviamente sparita dall'orizzonte della politica estera nipponica soprattutto alla luce delle promesse di smantellamento di uno dei siti utilizzati per i test atomici, quello di Punggye-ri. Il 29 aprile il Presidente sudcoreano Moon ha riferito telefonicamente ad Abe i contenuti del dialogo avuto con Kim Jong Un e sostenuto che il leader della RPDC sia pronto ad avviare colloqui al vertice con il Giappone in qualsiasi momento.
“Non posso al momento rivelare i dettagli del mio colloquio ma voglio esprimere la mia gratitudine al Presidente Moon per aver portato le mie richieste a Kim” ha detto Abe ai giornalisti al termine della telefonata e prima dell'incontro con Suh Hoon, direttore dei servizi segreti sudcoreani volato a Tokyo per fornire ulteriori dettagli al premier.
Lo stesso giorno, quasi a voler tenere alta la tensione, si è tenuta una esercitazione navale congiunta tra la Marina di Tokyo e la Royal Navy britannica. Tra i mezzi che hanno partecipato alle manovre la fregata inglese Sutherland ed il cacciatorpediniere nipponico Suzunami.

Venerdì scorso invece Abe ed il Presidente cinese Xi hanno avuto un colloquio telefonico per provare ad affrontare in maniera collettiva il tema dei cittadini nipponici rapiti dalle autorità nordcoreane tra il 1970 ed il 1980 nonché i tentativi da parte della RPDC di aggirare le sanzioni mediante il trasferimento di merci in mare.

Mentre Abe si trovava in Giordania è stato, invece, un primo maggio di scontri a Busan, città sudcoreana che ospita una statua dedicata al fenomeno delle comfort woman. Questa volta un gruppo di attivisti ha mirato più in alto provando a collocare una statua dedicata ai lavoratori coreani impiegati dal Giappone durante l'occupazione coloniale a cento metri dal consolato nipponico scontrandosi con la polizia.

In politica interna manifestazioni con migliaia di partecipanti si sono tenute lo scorso 3 maggio per celebrare il Giorno della Costituzione. Come ogni anno dal 2012 ad oggi esse si sono caratterizzate per l'opposizione ai tentativi della maggioranza conservatrice di cambiare l'articolo 9 della Carta e cioè quello che garantisce il carattere pacifista del Sol Levante. In 60.000 hanno manifestato nel distretto di Koto a Tokyo.
“Possiamo godere della pace dalla fine della Seconda Guerra Mondiale grazie all'articolo 9” ha detto Toshihiro Yamauchi, professore emerito di diritto costituzionale all'università Hitotsubashi. Lo stesso giorno il premier ha inviato un videomessaggio ad una iniziativa dell'associazione nazionalista Nippon Kaigi che si teneva al Kokai Kempo Forum. Centro del messaggio la riproposizione circa l'utilità di assicurare status costituzionale alle Forze di Autodifesa. “La modifica potrebbe non essere perfetta così come avevamo sperato ma sarà comunque migliore del testo non revisionato” ha affermato Tadae Takubo, presidente dell'associazione.

In tema ambientale una raccomandazione è arrivata dal tavolo che si occupa di redigere il World Heritage List. Secondo l'organismo l'idea di costruire un aeroporto nelle isole Ogasawara rappresenta una “potenziale minaccia”. Le isole sono state inserite nella lista dei patrimoni da salvare nel 2011 nonostante ciò il governo della Prefettura di Tokyo ha in progetto di edificare un aeroporto nell'isola di Chichijima costruendo una pista di circa 1,2 chilometri su un sito precedentemente occupato da una struttura della Marina Imperiale.
Sempre in ambito culturale, lo scorso venerdì alcuni siti culturali del Kyushu legati al cristianesimo hanno ottenuto il via libera preliminare dall'UNESCO al fine della designazione quale patrimonio dell'umanità. I beni culturali in oggetto sono 12 e tra essi vi è la Basilica dei Ventisei Martiri di Nagasaki: la più antica chiesa cristiana del Giappone. Durante lo shogunato Tokugawa (tra il XVII ed il XIX secolo) i cristiani sono stati vittime di persecuzione.

In economia nuove lamentele per l'esclusione dall'aumento dei dazi su alluminio ed acciaio da parte degli USA è giunta lo scorso martedì dal ministro Seko. “Il Giappone potrebbe considerare di ricorrere all'Organizzazione Mondiale del Commercio al fine di essere escluso dalle misure” ha detto il titolare dell'Economia nipponica. A marzo il deficit commerciale statunitense verso il Giappone è cresciuto ulteriormente (del 16% rispetto al mese precedente): a pesare in questo caso le massicce importazioni di componentistica per auto.

Negli Stati Uniti, intanto, Fujifilm Holding si è appellata in tribunale contro il blocco all'acquisto di Xerox frutto di un'azione giudiziaria promossa dall'azionista Darwin Deason. Lo scorso gennaio Fujifilm aveva annunciato l'acquisto del 50,1% di Xerox e la fusione della società con la consociata Fuji Xerox.
Rimanendo negli States megasanzione per Parasonic che dovrà pagare circa 280 milioni di dollari per le accuse di violazione delle norme anti-corruzione mediante pagamenti all'estero di propri consulenti.
Possibile fusione, stando a fonti stampa, potrebbe riguardare Sumitomo Mitsui Financial Group e Daiwa Securities Group potrebbero fondere due loro asset generando una società da 5.200 miliardi di yen operante nell'ambito delle assicurazioni.
In ambito nucleare anche TEPCO e Nippon Telegraph and Telephone hanno annunciato la costituzione di una joint venture che opererà nelle energie pulite. Ognuna delle due società investirà 100 milioni di yen.

In chiusura continuano a giungere dati negativi sull'andamento demografico. Gli ultimi dati resi noti lo scorso venerdì hanno mostrato come il numero di bambini in Giappone sia in costante discesa da 37 anni senza che le politiche messe in atto dai conservatori siano riuscite ad invertire la tendenza. Al primo di aprile di quest'anno i minori di 14 anni sono stati 15.530.000 e cioè -170.000 rispetto all'anno precedente. In termini percentuali i bambini ed i pre-adolescenti rappresentano il 12,3% (record negativo questo dal 1975).

(con informazioni di mfa.gov.il; wam.ae; petra.gov.jo; wafa.ps; mofa.go.jp; asahi.com; mainichi.jp)

 

Immagine ripresa liberamente da ansa.it

Ultima modifica il Sabato, 05 Maggio 2018 15:04
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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