Tra le richieste del movimento il completamento dell'acquisto da parte del governo del quantitativo di riso stoccato per le emergenze (su un milione di tonnellate previste ne sono state acquistate 750.000) e di rivelare i dettagli delle negoziazioni del Trattato di libero commercio trans-Pacifico, accordo quest'ultimo che potrebbe colpire ulteriormente i redditi degli agricoltori sottoponendoli alla concorrenza di altre nazioni asiatiche.
Proteste scuotono anche il welfare, la Federazione Giapponese dei Lavoratori della Sanità (Iroren) ha annunciato il 7 settembre una campagna nazionale di tre mesi per chiedere un incremento del numero di medici, infermeri ed altro personale. Il sindacato denuncia un alto numero di turni di notte e carichi di lavoro eccessivi.
Per quanto concerne la modifica dell'articolo 9 della Costituzione il concetto del “diritto alla autodifesa collettiva” fa breccia anche tra i democratici: il parlamentare del PDG Yukio Edano ha depositato, a titolo personale, una bozza di emendamento costituzionale.
Secondo l'esponente democratico il succitato articolo andrebbe modificato inserendo delle clausole che permettano il costituirsi di un esercito e la sua partecipazione ad operazioni sotto l'ombrello delle Nazioni Unite (personale delle Forze di Autodifesa è già stato impiegato in Iraq con compiti non di combattimento e con limitazioni sulle “regole d'ingaggio”). Forte critica è stata espressa dal Capo della Segreteria del Partito Comunista Ichida: “la proposta è pericolosa e con i medesimi obiettivi dell'amministrazione Abe, fare del Giappone una nazione che può combattere al di fuori dei propri confini a fianco degli Stati Uniti”.
(con informazioni di Japan Press Weekly 4-10 sett. 2013)