A sei anni dalla catastrofe che ha colpito la centrale nucleare di Fukushima il Sol Levante non ha ancora stabilito la fine che dovranno fare il milione di tonnellate di acqua radioattiva immagazzinate in 900 vasche presenti sul sito dell'ex impianto. Gli esperti suggeriscono un graduale rilascio di queste acque in mare in quanto i trattamenti subiti avrebbero rimosso tutti gli elementi pericolosi per la salute umana ad eccezione del trizio che sarebbe però presente in piccole quantità. Di contro una rottura delle vasche provocherebbe un rilascio incontrollato delle acque e dunque del materiale radioattivo in esse presente.
Gli impianti per la produzione di energia atomica costituiscono un obiettivo militare per la Corea del Nord: questo l'allarme lanciato dall'ex premier Junichiro Koizumi. “Avere delle centrali nucleari equivale a possedere delle bombe rivolte contro il popolo giapponese” ha dichiarato il politico conservatore nel corso di una iniziativa nella Prefettura di Fukui.
Da un altro fronte nucleare, quello del disastro di Fukushima, emerge invece che il 49% degli evacuati che hanno fatto ritorno alle proprie case nei mesi di luglio ed agosto (5.951 persone) sono di età superiore ai 65 anni. Nel 2010, un anno prima della catastrofe che colpì la Prefettura, la percentuale di ultrasessantacinquenni era del 27,4%. Preoccupanti segnali in quell'area anche per quanto concerne l'occupazione. Secondo una ricerca condotta dall'Università di Fukushima il tasso di disoccupazione nella Prefettura è del 31,9% cioè tre volte i livelli pre-distastro.
Buone notizie per TEPCO e cattive dunque per gli abitanti della Prefettura di Niigata il cui Governatore, Ryuichi Yoneyama, si oppone alla riattivazione dell'impianto di Kashiwazaki-Kariwa. Nella riunione del 13 settembre, infatti, l'Agenzia Regolatrice per il Nucleare ha dato il via libera alla riattivazione dei reattori 6 e 7 della centrale purché il Ministero dell'Industria, è questa una specifica prescrizione, si faccia garante del rispetto delle indicazioni tecniche di sicurezza fornite dalla stessa autorità.
Accordo in sede di Consiglio di Sicurezza ONU sulle nuove sanzioni volte a far retrocedere la Corea del Nord dallo sviluppo del proprio programma missilistico. Le sanzioni, che colpiscono in particolare le esportazioni di carbone e acciaio, dovrebbero causare perdite stimate intorno al miliardo di dollari.
“Il pacchetto di sanzioni più largo mai approvato contro la Corea del Nord” per l'ambasciatrice USA all'ONU Haley la quale però avverte che “la vicenda non è ancora chiusa”. Soddisfazione è stata espressa da Donald Trump mentre il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha sottolineato l'impegno assunto dal Consiglio di Sicurezza (la risoluzione è passata all'unanimità) per la ripresa dei colloqui a sei sulla denuclearizzazione della Penisola. Lavorv in settimana ha anche esortato gli Stati Uniti, in quanto potenza, a compiere il primo passo verso la distensione.
Dura sconfitta per il Partito Liberal-Democratico ma progressisti ancora in affanno: è questo il dato che emerge dalle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea Metropolitana di Tokyo tenutesi lo scorso 2 luglio. Conferma il proprio momento di grazia la Governatrice Yuriko Koike che ottiene 49 eletti con la propria lista Tomin “First” no Kai (traducibile in italiano con “Associazione edochiani prima”, con la parola “first” in inglese nel nome originale del raggruppamento) cui si sommano sei eletti ufficialmente indipendenti ma che entreranno nel medesimo gruppo consiliare.
Koike nella precedente assemblea - che è eletta, nel sistema ipermaggioritario nipponico, ad anni sfasati rispetto al Governatore - poteva contare su una manciata di consiglieri usciti dal PLD e sui 22 che erano espressione del Nuovo Komeito.
Settimana densa di avvenimenti per la politica estera mondiale ma senza novità di rilievo rispetto alla già tesissima situazione prodottasi nelle scorse settimane. In un colloquio telefonico, durato circa 45 minuti, lo scorso 9 aprile Abe e Trump hanno confermato di voler proseguire nella linea - particolarmente irresponsabile e che può mettere a rischio la pace mondiale - da tenere nei confronti della Corea del Nord (Paese verso il quale il Sol Levante ha recentemente esteso per altri due anni le proprie sanzioni).
Ad aggiungere preoccupazione per i cittadini nipponici le dichiarazioni rese da Abe venerdì scorso che mettono in guardia circa il rischio che la RPDC possa colpire anche con gas sarin obiettivi giapponesi.
Tensione nuovamente alta nell'Asia del Nord-Est dopo che la Corea del Nord ha effettuato, alle ore 7,34 del 6 marzo, il lancio simultaneo di 4 missili balistici, partiti dalla regione nord-orientale di Tongchang-ri, verso le acque nipponiche. Tre dei quattro missili avrebbero percorso circa 1000 chilometri per cadere tra i 300 ed i 350 chiloetri ad ovest della penisola di Oga nella Prefettura di Akita e dunque all'interno della Zona Economica Esclusiva di Tokyo.
“Una nuova chiara minaccia verso il Giappone” la prima dichiarazione del capo dell'esecutivo nipponico rilasciata poco prima della convocazione del Consiglio Nazionale per la Sicurezza durante il quale sono state date “istruzioni al fine di essere accuratamente preparati e per mantenere una vigilanza elevata […] in stretto coordinamento con i Paesi interessati, compresi gli Stati Uniti e la Repubblica di Corea”.
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