Tornato in patria da San Pietroburgo il Primo Ministro Abe ha negato nuovamente in parlamento il proprio coinvolgimento nello scandalo Moritomo Gakuen. “Voglio dire chiaramente che né io né mia moglie siamo stati coinvolti nella vendita o nel processo di approvazione” ha affermato Abe lo scorso 28 maggio difendendo anche la consorte Akie che al momento dell'affaire era presidentessa onoraria dell'associazione che ha acquistato ad un prezzo bassissimo il terreno demaniale situato nella Prefettura di Osaka. “La signora Abe compare 14 volte nei documenti ottenuti dal Ministero delle Finanze. Come può dire che non è mai stata coinvolta?” ha contestato Teruhiko Mashiko del Partito Democratico per il Popolo.

Pubblicato in Pillole dal giappone

Grecia: un bilancio verso la conclusione del terzo piano di salvataggio

La Grecia ricomincia a prendere a prestito denaro sui mercati finanziari a un tasso d’interesse non più da strozzinaggio e immediatamente a sinistra si canta vittoria.

Non si tratta solo di vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, ma di scambiare una nuova arma di ricatto per la salvezza, un abbaglio clamoroso.

Pubblicato in Internazionale
Venerdì, 06 Novembre 2015 00:00

Antieconomia

Confesso che ho scarse conoscenze di economia. La mie informazioni in materia si limitano alla lettura di qualche libro di storia economica di Carlo Maria Cipolla, a pochi altri testi di natura strettamente divulgativa e agli articoli pubblicati di volta in volta sui diversi organi d’informazione.
Ho fatto questa premessa per scusarmi in anticipo con i lettori de Il Becco che al contrario hanno una maggiore e più estesa cultura economica, i quali potrebbero accusare le mie considerazioni e i miei dubbi di ingenuità nel migliore dei casi, di ignoranza della materia nel peggiore.
In breve il fatto è questo!

Pubblicato in Società

L'Italia è uscita da poco dalla “procedura d'inflazione” per “deficit eccessivo” (superiore al 3%) in cambio dell'impegno di tenere il deficit sotto a questa percentuale. Tuttavia quest'impegno equivale a non avere i mezzi finanziari per politiche economiche e di bilancio che favoriscano la ripresa, e con essa l'occupazione, inoltre per fare fronte alle urgenze a livello di cassa integrazione, di diritto degli esodati ad andare in pensione, di denari che debbono andare ai comuni e alle imprese creditrici dello stato, di abolizione di un po' di quelle tasse che gravano sui redditi bassi e sull'attività produttiva, ecc.

Pubblicato in Società

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