Il museo degli argenti di Palazzo Pitti ospita fino al 23 giugno la mostra Lusso ed Eleganza dedicata alla ceramica francese e alla manifattura Ginori di Doccia.
La mostra ci illustra il prestigio di Ginori - uno dei grandi marchi del made in italy nel mondo – tra il 1800 e il 1830 quando la produzione fiorentina raggiunse livelli artistici straordinari paragonabili a quelli delle grandi ceramiche francesi di Dagoty, Nast e soprattutto le più prestigiose di Sèvres.
Un dialogo fra produzione locale e produzione francese esplicativo di quanto le creazioni transalpine ebbero influenza sulle realizzazioni fiorentine ma anche di quanto il livello tecnico delle ceramiche Ginori riuscì ad eguagliare e talvolta a superare il prodotto dei cugini francesi.
La sala che il Circolo ARCI "La Costituzione" ha messo a disposizione per l’iniziativa è piena: i posti a sedere sono esauriti già prima dell’inizio. E il nome della struttura che ha ospitato le tante persone accorse, soprattutto da Sesto Fiorentino, è di certo suggestivo: la nostra, di Costituzione, afferma come prima cosa che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. E proprio di lavoro si è parlato giovedì sera all’iniziativa organizzata da Rifondazione Comunista. Nello specifico, il Consigliere Provinciale PRC Andrea Calò ha coordinato un interessante confronto con Giovanni Nencini, RSU Cobas della Ginori, e Marco Ronchi, procuratore legale dei Cobas. L’argomento, nello specifico, è il più caldo di quelli affrontati a Sesto Fiorentino (e in tutta la Provincia) in questi giorni: l’apparentemente inspiegabile fallimento della Richard Ginori.
Quello che doveva essere un inizio d’anno tranquillo si è trasformato in un incubo per i 314 lavoratori della storica azienda fiorentina Richard Ginori. Dallo scorso agosto in cassa integrazione con lo stop alla produzione, erano pronti comunque per ripartire il 7 gennaio. Infatti dopo gli eventi dello scorso anno, in cui si la Ginori si era trovata in una situazione a rischio di fallimento (c'è stata anche l'occupazione della fabbrica in segno di protesta a fine luglio), per fortuna nei mesi di novembre e dicembre si era raggiunto un concordato preventivo con le aziende Lenox e Apulum per rilevare l’azienda e farla ripartire appunto a gennaio.
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