Aumenta la tensione nella cosiddetta “guerra commerciale” tra Stati Uniti e Cina, dopo l'arresto in Canada di una delle dirigenti più importanti del gigante della telefonia mobile Huawei. Di questo e delle ramificazioni geopolitiche del conflitto economico tra USA e nuovi giganti manifatturieri parliamo questa settimana, a più mani.
Pillole dal Giappone #259 – Nuovi progressi per la pace nell'Asia del Nord-Est
Pillole dal Giappone #251
[Nota di redazione: abbiamo ricevuto il seguente contributo la scorsa settimana, secondo la normale cadenza delle Pillole dal Giappone, ma abbiamo dovuto rimandarne di una settimana la pubblicazione a causa del periodo di manutenzione del sito. Ci scusiamo e vi auguriamo una buona lettura.]
Forte appello del G20 ad evitare tensioni commerciali: è questo il succo del terzo incontro dei ministri delle Finanze dei 20 Paesi più industrializzati svoltosi a Buenos Aires domenica 22 luglio. “Il commercio internazionale e l'investimento sono motori importanti per la crescita, la produttività, l'innovazione, la creazione di lavoro e lo sviluppo. Sul commercio riaffermiamo le conclusioni fatte dai nostri leader al summit di Amburgo e riconosciamo la necessità di intensificare il dialogo e le azioni volte a mitigare i rischi e rafforzare la fiducia. Lavoriamo per irrobustire il contributo del commercio alle nostre economie” si legge nel comunicato finale del vertice.
Qui la prima parte dell'articolo
Sicuramente la situazione messicana è quella peggiore rispetto alle altre due descritte precedentemente, anche se la legge messicana è migliore per quanto riguarda la protezione e la difesa del mondo del lavoro in quanto è soggetta a forme contrattuali collettive dove il datore di lavoro non può licenziare ingiustamente ed è previsto il reintegro o la compensazione, contrariamente a quanto accade in Canada o negli USA ove è possibile licenziare anche senza preavviso. Inoltre è previsto per legge un salario minimo anche se la settimana lavorativa è di 48 ore. La differenza maggiore riguarda la risoluzione delle controversie che in Messico sono regolate la leggi federali mentre negli altri Stati sono incorporate nei contratti.
NAFTA, TTIP e i presagi per l'Europa dell'Est
Non ci opponiamo al TTIP perché conservatori e reazionari, perché spaventati dalle nuove tecnologie, dallo sviluppo, dalla possibilità di maggiore scelta. Ci opponiamo perché sappiamo come tutti gli argomenti a favore del trattato siano falsità.
Nel passaggio tra XX e XXI secolo alcune tracce dei temi delle scuole secondarie affrontavano il tema della globalizzazione. Una parola spesso ritenuta vaga ed indefinita, su cui si interrogava anche alla luce del movimento altermondialista.
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