Lunedì, 27 Agosto 2018 00:00

Nuovo omaggio di Abe ai criminali di guerra

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Santuario Yasukuni (Kakidai – Wikimedia Commons) Santuario Yasukuni (Kakidai – Wikimedia Commons)

Pillole dal Giappone #251

[Nota di redazione: abbiamo ricevuto il seguente contributo la scorsa settimana, secondo la normale cadenza delle Pillole dal Giappone, ma abbiamo dovuto rimandarne di una settimana la pubblicazione a causa del periodo di manutenzione del sito. Ci scusiamo e vi auguriamo una buona lettura.]

Fissata ad Okinawa la data per il rinnovo della carica di Governatore. Le elezioni erano state inizialmente previste per il prossimo 18 novembre ma la prematura scomparsa di Takeshi Onaga ha portato ad una anticipazione al 30 settembre. La campagna elettorale partirà ufficialmente il 13 settembre ed argomento principe tra i contendenti sarà la base militare USA di Henoko i cui lavori di costruzione sono già partiti.
Scelto da alcune settimane dal Partito Liberal-Democratico il proprio candidato che sarà Atsushi Sakima, sindaco di Ginowan, città nella quale ha sede l'attuale base dei Marines che sarà trasferita nel territorio di Nago. Sakima avrà anche l'appoggio del Nuovo Komeito che però sul tema della base tende a svicolare temendo di perdere consensi.
I lavori di sbancamento oggetto dell'ultimo tentativo (le disposizioni erano state date a fine luglio) di ritiro delle autorizzazioni da parte di Onaga saranno rimandati a dopo le elezioni in parte a causa del maltempo ma soprattutto affinché essi non incidano negativamente nella campagna elettorale del PLD.
“Credo che la ricollocazione ad Henoko sia l'unica soluzione e su questo punto la nostra politica non cambia” ha comunque ribadito il ministro Onodera il 15 agosto.
Frattanto, dopo due anni di discussione, in maniera unitaria lo scorso martedì i Governatori di tutte le Prefetture, rappresentati dal Governatore di Saitama Ueda, hanno elaborato un documento che chiede al governo nazionale di rivedere il SOFA (lo Status of Forces Agreement, l'accordo che determina lo status giuridico e la punibilità dei militari stranieri in Giappone) con gli USA.
“Tutte le Prefetture, anche quelle che non ospitano basi, hanno condiviso la proposta” ha rimarcato Ueda presentando il lavoro con il Governatore facente funzioni di Okinawa Jahana.
Tra i suggerimenti degli enti locali la richiesta affinché siano applicati gli standard di sicurezza civili ai voli militari statunitensi che tanti incidenti hanno causato in questi anni.

In politica nazionale proseguono le schermaglie tra Shinzo Abe ed il suo, fino ad ora, unico rivale per la corsa alla presidenza del PLD e cioè l'ex ministro Shigeru Ishiba.
Tra i punti di maggior contrasto tra i due l'inserimento delle Forze di Autodifesa in Costituzione, una mossa avversata da Ishiba che vuole sì modificare l'articolo 9 della Carta (a partire dalla questione inerente il divieto di possedere un'industria bellica) ma pensa siano necessari tempi più lunghi: “queste proposte non sono mai state approvate dal partito - ha affermato l'ex titolare della Difesa – e non c'è nessuna urgenza di modificare la Costituzione”.
“Il PLD deve velocizzare i propri sforzi e realizzare delle bozze di emendamenti alla Costituzione così che il partito possa proporli nella prossima sessione della Dieta” ha sostenuto invece il premier lo scorso 12 agosto.

Celebrato, intanto, il 15 agosto il 73° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale in Asia. Presente alla cerimonia di Tokyo il premier Abe, il quale ha letto un breve discorso, nonché la coppia imperiale.
“Sin dalla fine della guerra il Giappone ha percorso il sentiero della pace” ha detto il premier: un percorso che, data la sua ossessione di modificare l'articolo 9 della Carta, i conservatori vogliono abbandonare.
“Sono già passati settantatré anni dalla fine della guerra ed il nostro Paese oggi gode di pace e prosperità grazie allo sforzo incessante compiuto dal popolo giapponese. Ma quando ripenso alle sofferenze ed alle tribolazioni del passato non posso fare a meno di essere sopraffatto da emozioni profonde – si legge nel messaggio dell'Imperatore Akihito, probabilmente alla sua ultima commemorazione pubblica – Guardando indietro al lungo periodo di pace postbellica, riflettendo sul nostro passato e tenendo conto dei sentimenti di profondo rimorso, spero sinceramente che le devastazioni della guerra non si ripetano più. Insieme a tutto il nostro popolo, ora porto il mio sincero omaggio a quanti hanno perso la vita nella guerra, sia sul campo di battaglia che altrove, e prego per la pace nel mondo e perché continui lo sviluppo del nostro Paese”.
A 73 anni di distanza rimane ancora un'altra ferita aperta del conflitto. Anche se sono oramai pochissimi ad essere ancora vivi vi sono ancora degli ex soldati di nazionalità taiwanese che pur avendo prestato servizio nell'esercito imperiale del Sol Levante (che ha occupato Taiwan dal 1895 al 1945) non hanno mai ricevuto né la pensione né sono stati inclusi in nessun programma lavorativo da parte del Giappone. In totale durate la Seconda Guerra Mondiale furono 200.000 i taiwanesi che hanno combattuto per l'Impero e 30.000 hanno perso la vita in battaglia.
Una cifra una tantum (2 milioni di yen a persona) è stata versata dal Giappone a partire dal 1988 ma essa era inferiore a quella destinata ai cittadini nipponici. Alcuni ex soldati si rivolsero così alla Corte Suprema di Tokyo che però nel 1992 sentenziò a loro sfavore.
Proprio a Taiwan, a Tainan, è stata inaugurata la prima statua che ricorda il fenomeno della schiavitù sessuale portata avanti dalle truppe coloniali del Sol Levante. Presente alla cerimonia di inaugurazione l'ex Presidente del Paese Ma Ying-jeou.
Nella settimana sul tema è intervenuto anche il Presidente sudcoreano Moon che ha tenuto un discorso pubblico al cimitero Mang-Hyang di Cheonan: “è nostro dovere guardare correttamente alla storia e far trionfare la verità” ha affermato il massimo rappresentante della RdC il quale di recente ha ricomposto la frattura con il Giappone e “scongelato” il contributo da 9 milioni di dollari versato da Tokyo alla fondazione che si occupa di preservare la memoria ed assistere le, ormai poche, “comfort women”, ancora in vita.

Come ogni anno Abe ha inviato nell'anniversario del 15 agosto la propria offerta cerimoniale al santuario Yasukuni, tempio scintoista nel quale sono ricordati i caduti per l'Imperatore e tra essi oltre 1.000 criminali di guerra accertati.
Scontata la protesta della Cina che con il Portavoce degli Esteri Lu Kang “esorta il Giappone ad affrontare ed a pentirsi profondamente della propria storia di aggressione nonché ad intraprendere azioni concrete per riconquistare la fiducia dei vicini asiatici e della comunità internazionale in generale”.
E scontata anche la protesta della Repubblica di Corea: “il governo della RdC esorta i leader politici giapponesi a mostrare un atteggiamento di sincera introspezione e rimorso nei confronti della storia e sottolinea che quando tale atteggiamento sarà dimostrato le relazioni RdC-Giappone potranno avanzare orientandosi al futuro ed il Giappone potrà guadagnare la fiducia dei Paesi vicini” si legge in una nota degli Esteri di Seul.

In economia movimenti potrebbero annunciarsi nel settore delle vendite al dettaglio. La catena di supermercati Don Quijote, secondo quanto dichiarato dal suo presidente Koji Ohara lo scorso lunedì, sarebbe intenzionata ad acquistare da Walmart la catena Seiyu GK che ha oggi in Giappone 335 punti vendita.
Per quanto concerne l'export alimentare grande soddisfazione è stata espressa dal ministro dell'Agricoltura Ken Saito per la rimozione del divieto all'importazione di alimenti da quattro Prefetture nipponiche da parte di Hong Kong. La realtà statuale cinese aveva inaugurato una politica di prudenza sul cibo proveniente dalle Prefetture maggiormente colpite dalla catastrofe nucleare del 2011.
“Siamo grati di questo allentamento nelle restrizioni alle importazioni” ha detto Saito in visita nel Paese per partecipare a una fiera del settore. Nel solo mese di gennaio Hong Kong ha importato dal Giappone alimenti per 97 milioni di dollari.

A luglio il deficit nella bilancia commerciale nipponica è cresciuto toccando quota 231.200 milioni di yen, secondo mese in negativo dopo lunghi periodi di attivo.
Nel mese appena trascorso le esportazioni sono cresciute del 3,9% ma esse sono state di gran lunga superate dal +14,6% nelle importazioni. Il dato è in gran parte frutto del relativo apprezzamento del greggio che il Sol Levante è costretto ad importare nella sua totalità (e quasi tutto dall'Iran, Paese al centro dell'aggressione economica di Trump).
Deficit si è registrato anche con l'Unione Europea a causa dell'importazione di farmaci irlandesi ed aerei tedeschi, ciò nonostante la crescita nell'export di macchine movimento terra “made in Japan”.
In calo del 22,1% rispetto al 2017 ma ancora in attivo per Tokyo il rapporto commerciale con gli USA.

Nel settore bancario e dei pagamenti potrebbe presto sbarcare nell'Arcipelago il sistema di pagamento cinese Alipay. Il gruppo aveva iniziato un dialogo con Mizuho Bank, uno dei maggiori operatori bancari del Sol Levante che però ha risposto picche e sta invece sviluppando in collaborazione (o meglio in oligopolio) con SoftBank un sistema di pagamento concorrente.
Alipay è attualmente utilizzabile in Giappone ma unicamente da visitatori cinesi. “Se Alipay accumulasse informazioni sui pagamenti in Giappone in futuro dovremmo comprare da lì i dati noi dobbiamo invece accumulare nostri dati ed utilizzarli per i nostri affari” ha commentato Daisuke Yamada, dirigente di Mizuho.

Per quanto concerne le assicurazioni una campagna promossa da organizzazioni non governative ha diffuso la scorsa settimana un report che ritiene le assicurazioni poco attente su ambiente e welfare.
Le “pagelle” della relazione includono 306 temi in 16 diverse categorie e comprendono tra le altre cose gli sforzi nel contrasto alla corruzione, la lotta contro i cambiamenti climatici ed il sostegno alla parità di genere.

In politica estera il ministro responsabile Taro Kono ha compiuto dal 12 al 19 agosto un lungo tour in America Latina. Prima tappa l'Equadror, Paese nel quale lunedì scorso Kono ha incontrato l'omologo Jose Valencia. I due ministri hanno convenuto circa la necessità di intensificare le relazioni economiche nonché la collaborazione per la prevenzione di disastri naturali (concesso su quest'ultimo punto un prestito di 2,7 milioni di dollari).
Estesa da NEXI (Nippon Export and Investment Insurance) – la compagnia assicurativa pubblica per il commercio con l'estero – la soglia di copertura per le imprese nipponiche che opereranno nel Paese dell'America meridionale.
Seconda meta il Perù, nazione che già sotto la presidenza di Humala si è spinta verso l'integrazione con gli altri Paesi dell'area del Pacifico. Qui il titolare della diplomazia nipponica si è augurato un rapido completamento delle procedure legislative interne alla nazione sudamericana necessarie alla piena adesione al trattato di libero commercio CPTTP.
Proprio a Lima una dichiarazione di Kono su una democrazia venezuelana a suo giudizio da “ristabilire” ha provocato la reazione di Caracas che con il ministro Jorge Arreaza ha protestato ufficialmente comunicandolo all'ambasciatore nipponico nel Paese Kenji Okada.
Penultilma destinazione
la Colombia dove Kono ha incontrato giovedì l'omologo Carlos Holmes Trujillo, il Presidente Ivan Duque Marquez, il ministro dell'Agricoltura Andres Valencia ed altri funzionari governativi.
Scopo della visita la richiesta di ingresso allo Stato colombiano nel nuovo TPP che proprio sul Pacifico ha molti chilometri di costa e che potrebbe porsi, con le adeguate infrastrutture, in concorrenza con Nicaragua e Panama sui traffici da e per il Pacifico. Un accordo bilaterale nippo-colombiano sul commercio langue nei cassetti dei rispettivi ministeri dal 2012.
Ultimo Paese il Messico, nazione nel quale Kono si è recato per la seconda volta in meno di un anno. La visita è stata l'occasione per colloqui diretti con il Presidente di fresca elezione Lopez Obrador incontrato venerdì. Il titolare della diplomazia nipponica ha informato il massimo rappresentante messicano che il proprio Paese seguirà con la massima attenzione il dialogo tra Messico, Stati Uniti e Canada sulla riforma dell'accordo commerciale in vigore tra queste nazioni al fine di far sì che le aziende giapponesi che operano nel Paese centroamericano (tra esse Honda e Mazda) non abbiano conseguenze negative.

Per quanto concerne gli scandali che stanno coinvolgendo in maniera particolare i piani alti del Ministero dell'Istruzione lo scorso 15 agosto Kazuaki Kawabata, ex direttore generale per gli Affari Internazionali del dicastero, è stato ufficialmente inquisito per corruzione. Stando all'accusa della Procura di Tokyo il corruttore sarebbe Koji Taniguchi, ex dirigente di un'azienda del settore sanitario, che avrebbe pagato cene e vini al funzionario pubblico (per un totale pari a poco più di 11.000 euro) al fine di ottenere una raccomandazione all'Agenzia Aerospaziale della quale Kawabata era all'epoca dirigente.

Un altro scandalo potrebbe a breve riguardare anche i dicasteri delle Infrastrutture e Interni. Lo scorso venerdì è stata infatti ventilata la possibilità che i dati sull'occupazione dei disabili forniti dai due dipartimenti possano essere stati gonfiati includendo nelle statistiche anche lavoratori privi di certificati che ne attestassero la disabilità. Possibili adesso inchieste interne che risaliranno indietro di 40 anni e potrebbero coinvolgere ben 10 ministeri.
“È un problema serio se il governo ha assegnato disabilità in maniera arbitraria – ha commentato Katsunori Fujii, capo del Consiglio Giapponese sulla Disabilità – e se ciò è andato avanti per oltre 40 anno vuol dire che il sistema di controllo non ha funzionato”.
Nel settore pubblico, ad oggi, la percentuale di lavoratori disabili è del 2,5% mentre nel settore privato si attesta al 2,2%.
Per le aziende con più di 100 dipendenti che non raggiungono quella percentuale vi è una multa di 50.000 yen al mese per dipendente.

In tema rifiuti lo scorso venerdì un tavolo consultivo del governo ha iniziato i propri lavori al fine di suggerire misure volte a ridurre il consumo di plastica. Il Sol Levante è la seconda nazione al mondo (al primo posto vi sono gli USA) per produzione di rifiuti di plastica pro capite.
“Mi attendo sia definita una strategia applicabile” ha affermato il ministro responsabile Masaharu Nakagawa. A capo della commissione (che è parte del Consiglio Centrale per l'Ambiente) vi è il professor Shinichi Sakai dell'Università di Tokyo e nella stessa siedono i rappresentanti del ramo confindustriale del settore.

Preoccupazione nel contempo in sede ONU per i lavoratori impegnati nello smantellamento dell'impianto nucleare di Fukushima. Gli esperti parlano di “decine di migliaia” di lavoratori a rischio e mostrano preoccupazione circa “il possibile sfruttamento mediante l'inganno sui rischi di esposizione alle radiazioni, la possibile coercizione nell'accettare condizioni di lavoro pericolose a causa di difficoltà economiche e l'inadeguatezza di misure formative e di protezione”.
Nel comunicato si legge inoltre del coinvolgimento di “lavoratori migranti, richiedenti asilo e senza fissa dimora”. La presenza di alcuni apprendisti vietnamiti nei mesi scorsi era stata accertata dallo stesso governo.
Piccata la risposta del Ministero del Lavoro che con un portavoce afferma di “aver già trattato in maniera appropriata casi verificatisi in passato e che non richiedeva nessuna risposta urgente”.

In chiusura la natura non lascia in pace il Giappone e ciò dovrebbe suggerire un'inversione di rotta totale rispetto alle attuali politiche urbanistiche. Alla ancora gravissima situazione verificatasi nell'ovest dell'isola di Honshu a causa dei tifoni estivi si è infatti sommata l'attività vulcanica nell'isola di Kuchinoerabujima (Prefettura di Kagoshima) che ha costretto 105 persone ad evacuare verso l'isola di Yakushima. Il timore dell'Agenzia Meteorologica è di colate piroclastiche che potrebbero prodursi sui versanti del monte Shindake.

(con informazioni di fmprc.gov.cn; mofa.go.kr; korea.net; cancilleria.gob.ec; cancilleria.gov.co; mod.go.jp; nhk.or.jp;japantimes.co.jp; mainichi.jp; eltiempo.com)

Immagine ripresa liberamente da commons.wikimedia.org

Ultima modifica il Domenica, 26 Agosto 2018 13:40
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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