Stimolata dalle domande di Palagi, Sara Nocentini, già assessora alla Cultura per la Regione Toscana, prende la parola. Le questioni sollevate dal Segretario PRC di Firenze riguardano il rapporto tra potere e governo, e tra governo e comunicazione, se questa ad esempio possa aver svuotato l’idea di governo inteso come progetto e se è possibile agire all’interno di questo stesso sistema per dar vita a dei “corto-circuiti” per provare a risolvere le contraddizioni interne ad esso, o se l’unica soluzione che resta sia quella di operare al di fuori, creando un “contro-potere”.
La discussione continua e prende la parola la giornalista e critica cinematografica Elisa Battistini, che tra le altre cose ha scritto, insieme ad Anna Maria Pasetti, “Il volto del potere”, una lettura contestualizzata del (citato precedentemente) film “Il ministro – l’esercizio dello Stato” di Pierre Schoeller. Battistini dice che la pellicola racconta la quotidianità (concentrata in pochi giorni) di un Ministro dei Trasporti francese, Bertrand Saint-Jean. Quest’ultimo viene svegliato in piena notte dal suo Capo di Gabinetto perché c’è stato un terribile incidente: un pullman pieno di giovani studenti è precipitato in un burrone da una strada, completamente innevata, delle Ardenne. Il ministro ovviamente si deve recare sul posto e fare la prima dichiarazione di fronte alle reti televisive. Già quindi dall’esordio si percepisce come l’esercizio dello Stato richieda una prontezza immediata, esiga un’efficienza quasi meccanica, delle risposte rapide, ben calibrate, strategiche. Ogni cosa, ogni gesto, ogni parole, ogni decisione, ogni espressione devono funzionare a pennello, la macchina del potere non deve incepparsi. Tutto il succedersi del film è una messa in scena perfettamente realistica e pienamente convincente delle funzioni, dei meccanismi, degli strumenti, delle operazioni strategiche dello Stato e dell’esercizio di potere. Ma se da una parte il ministro è trascinato nelle dinamiche che lo portano a un’ascesa di carriera, dall’altra il conflitto con se stesso appare in maniera sempre più tesa e forte: il conflitto tra l’aspirazione a salire più in alto e il senso, quasi nostalgico o comunque amaro, di una normalità non più possibile, tagliata fuori per sempre.
Qual è il rapporto tra potere e comunicazione? Ne hanno discusso sabato 16 aprile presso il Circolo Arci di San Niccolò, Dmitrij Palagi (segretario PRC Firenze), Elisa Battistini, giornalista e critica cinematografica, Sara Nocentini, già assessora alla Cultura della Regione Toscana, Valentina Bazzarin, ricercatrice di scienze politiche presso l’Università di Bologna e Leonardo Croatto (FLC-CGIL Firenze) durante l’iniziativa dal titolo “La sinistra mette tristezza?”, ripreso da una citazione di Stefano Benni.
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