Giovedì, 11 Settembre 2014 00:00

Davide Bifoclo: una morte amara

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La morte del diciasettenne Davide Bifolco per mano di un carabiniere lascia un senso di impotenza mista a rabbia. Da quando è accaduto il fattaccio, ognuno si sente legittimato a dire la propria, su chi ha ragione e su chi ha torto.

È certo che Davide, non riposerà in pace, sarà sempre agitato e tirato in ballo per dimostrare che lo Stato non c’è, o peggio che lo Stato uccide e la camorra protegge. Queste le assurde parole dette con rabbia dalla folla di manifestanti che ieri ha voluto ricordare Davide, nel Rione Traiano nel napoletano, terra di spaccio e di illegalità.

La cosa più terribile è avere la sensazione che la morte di questo ragazzo verrà strumentalizzata, già infatti si sono delineate le due “squadre” che si formarono sul “caso Giuliani”: i “vittimisti” che ergono ad eroe il ragazzo e i “giustizialisti” che considerano normale lo sparo in seguito ad un alt non rispettato.

La giustizia avrà il suo corso e decreterà lo stato delle cose, l’unica cosa certa è che non ci sono vincitori, ma solo sconfitti. Sconfitto lo Stato, che si “macchia” ancora una volta di un omicidio. Sconfitto Davide, che indipendentemente all’illecito commesso, non meritava una sorte simile. Sconfitto il quartiere Rione Traiano, che come tante realtà simili si dimostra una realtà arida di speranze. Sconfitto il carabiniere, mandato al macello in una realtà in cui fare quel lavoro è difficile, farlo così giovane e inesperto lo è ancora di più.

In queste situazioni, lo sgomento la fa da padrone e le preoccupazioni sono tutte per ciò che possa succedere dopo. Ritorsioni, vendette, umiliazioni, scontri tra due “fazioni” (cittadini e stato) che dovrebbero collaborare, specie in una realtà difficile come Napoli.

Si dovrebbe ricominciare-o incominciare- ad instaurare un rapporto di pacifica convivenza civile, cominciando dai piccoli gesti come l’uso del casco in motorino; questo sì sarebbe un piccolo gesto rivoluzionario simbolo di perdono spartiacque di un nuovo inizio.

Ultima modifica il Mercoledì, 10 Settembre 2014 12:49
Alessandro Semenzato

Classe 1992. Conseguita la maturità industriale vado a lavorare in fabbrica, dopo 2 anni riprendo gli studi iscrivendomi a Scienze Politiche presso l’ Università degli studi di Padova, conciliando studio e lavoro. Iscritto al Partito Democratico. Uno dei pochi ad aver letto il documento di Fabrizio Barca “Un partito nuovo per un buon governo”. Appassionato di politica, storia politica italiana e attualità. Antimoralista. Motto: “Pace igiene del mondo”.

 

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