La cosa più terribile è avere la sensazione che la morte di questo ragazzo verrà strumentalizzata, già infatti si sono delineate le due “squadre” che si formarono sul “caso Giuliani”: i “vittimisti” che ergono ad eroe il ragazzo e i “giustizialisti” che considerano normale lo sparo in seguito ad un alt non rispettato.
La giustizia avrà il suo corso e decreterà lo stato delle cose, l’unica cosa certa è che non ci sono vincitori, ma solo sconfitti. Sconfitto lo Stato, che si “macchia” ancora una volta di un omicidio. Sconfitto Davide, che indipendentemente all’illecito commesso, non meritava una sorte simile. Sconfitto il quartiere Rione Traiano, che come tante realtà simili si dimostra una realtà arida di speranze. Sconfitto il carabiniere, mandato al macello in una realtà in cui fare quel lavoro è difficile, farlo così giovane e inesperto lo è ancora di più.
In queste situazioni, lo sgomento la fa da padrone e le preoccupazioni sono tutte per ciò che possa succedere dopo. Ritorsioni, vendette, umiliazioni, scontri tra due “fazioni” (cittadini e stato) che dovrebbero collaborare, specie in una realtà difficile come Napoli.
Si dovrebbe ricominciare-o incominciare- ad instaurare un rapporto di pacifica convivenza civile, cominciando dai piccoli gesti come l’uso del casco in motorino; questo sì sarebbe un piccolo gesto rivoluzionario simbolo di perdono spartiacque di un nuovo inizio.