Sul rossobrunismo (II)
[La prima parte qui]
Mentre mi accingo a scrivere questa seconda parte di una riflessione dedicata al rossobrunismo, mi viene spontanea una domanda: “Ma è davvero così importante scrivere su/di esso?” Mi faccio questa domanda perché risulta evidente che i problemi comuni a noi italiani sono altri: il lavoro, il razzismo, l’incapacità delle opposizioni di saper contrastare le derive xenofobe e populiste delle destre. Nondimeno credo che spingere i compagni a riflettere sul pericolo di sottostare alla confusione ideologica non possa esser sottovalutato.
Perché è importante non parlare con i fascisti
Leonardo Croatto, Dmitrij Palagi
Si è molto discusso dell’opportunità di far intervenire liste elettorali apertamente fasciste in luoghi pubblici (televisioni, giornali, ma anche scuole, luoghi istituzionali e spazi di proprietà pubblica), così come si è dibattuto dell’utilità di confrontarsi con esponenti di partiti fascisti in dibattiti pubblici.
A nostro avviso gli argomenti a favore della libertà di espressione di quel tipo sono sbagliati, in via del tutto generale, almeno in due dei loro presupposti. Da una parte si scambiano gli epifenomeni con le cause generatrici, fraintendendo il punto centrale della questione. Dall’altra si fa prevalere un approccio idealistico sul vecchio e caro (seppure talvolta frainteso) materialismo dialettico.
Proviamo però a mettere un po’ di ordine a un primo confronto, a quattro mani.
CasaPound: un problema loro o nostro?
La visibilità di CasaPound è un problema nato per il vuoto della sinistra o per la compiacenza del sistema di informazione?
Simone Di Stefano è spesso ospite di trasmissioni televisive in buone fasce orarie (l'ultimo invito in ordine cronologico è quello da Lucia Annunziata domenica 12 novembre, su Rai Tre). Mentana, Formigli e Parenzo hanno invece direttamente accettato l'invito ad un confronto con il vicepresidente dei "fascisti del terzo millennio".
Una forza politica dello 0,14% (47.691 alla Camera nel 2013) gode di una visibilità invidiata da molte e molti. A fasi alterne questa organizzazione torna al centro dell'attenzione, nonostante in molti invitino a ignorare direttamente un fenomeno il cui radicamento in alcuni pezzi di società è però innegabile.
Respingere odio per fomentare solidarietà
È prassi annuale, come un rito iniziatico, come un gesto naturale, quando le idee quelle idee naturali non sono. È una moda, ogni anno gruppi di sedicenti fascisti (del nuovo millennio come amano definirsi) giocano a fare la “marcetta” nella città della torre. La popolazione pisana animata fin dagli anni più remoti da forte spirito antifascista respinge ogni qual volta questa minaccia lugubre prova ad avvicinarsi alla città.
Sabato pomeriggio piazza Savonarola a Firenze poteva essere più piena, diciamocelo. E' oramai qualche anno che questa città, tolte un paio di eccezioni, non riesce a vedere le belle manifestazioni di una volta, che facciano parlare di migliaia. Ma questo è un problema trasversale, che coinvolge tutti, dai sindacati confederali in sciopero generale ai cortei delle realtà auto organizzate.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).