Pillole dal Giappone #267 – Approvata la riforma dell'immigrazione
L’aggressione e l’azione minatoria perpetrate (che sono state filmate e poi postate su Youtube) ai danni di un professore di italiano e storia da parte di un gruppo di ragazzi dell’Itc F. Carrara di Lucca ha riaperto un acceso dibattito all’interno dell’istituzione scolastica e non solo. Più che il ruolo della formazione didattica, a risultare centrale nella discussione è il macroscopico tema dell’educazione tout court, preso in esame tenendo conto del delicato quanto fondamentale equilibrio tra l’istituzione-scuola e l’humus familiare e sociale in cui cresce lo studente. Sempre più frequentemente il dualismo tra queste due realtà si concretizza in un incontro/scontro che si focalizza quasi esclusivamente sui risultati di breve periodo – voti, insufficienze, richiami, note etc. – mostrandosi spesso incapace di sviluppare uno sguardo più lungimirante verso l’aspetto formativo ed educativo nella sua globalità che dovrebbe essere il fine ultimo e principale dell’insegnamento e allo stesso tempo della crescita intellettuale e morale dei ragazzi.
Per farci più servi del nostro padrone – una non necessaria lettera aperta
Caro dottor Serra,
Premetto di non essere un grande fan dei corsivi d’opinione, che complessivamente trovo insoddisfacenti nel loro tentativo di rappresentare le idee di una persona in poche righe – l’informazione trasmessa è limitata, le riflessioni proposte sono giocoforza appiattite. Ho cessato da anni di farmi infastidire da questo tipo di articolo e dagli scivoloni in cui periodicamente incappa chi vi si dedica. Di fronte ad una delle sue ultime Amache (qui), però, non sono riuscito a trattenermi dallo scrivere queste righe, perché quell’Amaca parla di me.
Avere 16 anni ed essere fascisti
Cuori fascisti battono anche a Firenze. Nella zona di piazza San Jacopino, in via Fontana, da qualche anno ormai, ha aperto una sede CasaPound, di fronte alla scuola media Verdi. La risposta per fortuna non è mancata e la sera di questo mercoledì 11 aprile l’istituto ha avuto il coraggio di tenere un’iniziativa pubblica di denuncia della galassia neofascista. Nel capoluogo toscano, durante la campagna elettorale di inizio 2018, si era accesa la polemica attorno a un altro preside (del Marco Polo), la cui scelta era stata di organizzare un confronto tra le liste candidate, compresa quella della tartaruga littoria.
Simonetta Soldani a “Un libro per la vita” [II]
[continua da qui]
Altra testimonianza presente nel libro è quella alla scuola elementare di Fonni in cui Maria insegna in una classe composta per lo più da bambine. Le bambine, a quei tempi, erano un costo per le famiglie, perché non potevano essere impiegate nei campi come i maschi e quindi meno utili al sostentamento della famiglia, se non un vero e proprio peso.
Simonetta Soldani a “Un libro per la vita” [I]
Un intervento quasi commovente quello di Simonetta Soldani, l’8 aprile, durante il penultimo appuntamento della rassegna “Un libro per la vita”, presso l’Auditorium di Piazzale della Resistenza di Scandicci.
Alternanza scuola-lavoro: opportunità o sfruttamento? (A dieci mani)
Fra le misure più controverse della riforma della "Buona Scuola" c'è sicuramente l'alternanza scuola-lavoro, tirocinio che gli studenti delle scuole medie superiori hanno iniziato o stanno iniziando a svolgere in aziende o in organizzazioni del terzo settore. L'obiettivo dichiarato del progetto è quello di garantire una maggiore integrazione fra mondo della scuola e mondo del lavoro, cercando di prendere a esempio il modello tedesco nell'auspicio di trovare una risposta positiva al problema della disoccupazione giovanile che tanto affligge il nostro paese. D'altro canto sono molte le voci critiche che lamentano il tentativo di realizzare un modello scolastico aziendalista. La polemica si è recentemente riaccesa dopo che il Ministero dell'Istruzione ha siglato un primo accordo con 16 aziende per l'alternanza scuola-lavoro, fra le quali figurano grandi imprese italiane e multinazionali come General Electric, Coop, Ibm, Intesa Sanpaolo, ENI, Zara, Hewlett Packard e McDonald's.
Educazione strumento di democrazia – brevissima (ed incompleta) storia del dibattito contro la partecipazione democratica in Italia
La democrazia è il popolo. La scheda elettorale e l’apparato per votare non significano automaticamente l’esistenza della democrazia
Thomas Sankara
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Nel primo decennio del Novecento, in Italia si discute dell'allargamento del corpo elettorale; interessi diversi premono per ampliare il numero di cittadini (maschi, ovviamente) a cui estendere il diritto di voto, che è ancora considerato esercizio di una capacità e non diritto soggettivo.
Leonardo Croatto per il numero cartaceo È la libertà che guida il popolo, dicembre 2015
La scuola
Recentemente è stata approvata l'ennesima “riforma” della scuola, su linee leggermente diverse da quanto era circolato nelle bozze che circolavano nei mesi passati. Ci eravamo già occupati, in un articolo pubblicato sul nostro sito web, della versione embrionale di questa “riforma”, partendo proprio dall'abuso del termine “riforma”, che caratterizza ogni atto normativo di importanza anche modesta degli ultimi governi.
Guida ragionata all'impianto ideologico della riforma della scuola
Che la vertenza della scuola non sia solo una questione che riguarda il personale che nella scuola opera l'hanno oramai capito un po' tutti. C'è un sentore diffuso, anche in chi non si è letto con attenzione il disegno di legge, anche in chi non ha rapporti diretti con la scuola, che i temi in gioco, che i motivi dello scontro, questa volta siano di portata più ampia delle sole questioni contrattuali, e che riguardino non solo chi nella scuola ci lavora, ma l'intero paese, la sua tenuta democratica.
Ho letto e sentito molti commenti sul disegno di legge, alcuni dei quali molto accurati, ci sono però degli elementi che mi pare siano rimasti un po' sotto traccia, e che invece a me sono parsi di una gravità assoluta. Vorrei provare quindi a fare ulteriore chiarezza sul nodo politico di una riforma della scuola proposta da un governo monocolore PD che oramai si è pienamente collocato su posizioni ideologiche di estrema destra (con buona pace di quelli che “stiamo dentro per spostare l'equilibrio a sinistra”).
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