Narrazioni distorte: il racconto dello stupro negli ultimi casi di cronaca
Gli stupri di Rimini (leggi qui), di Firenze e Roma, l’uccisione di una adolescente a Lecce e le più recenti violenze di Catania e Bergamo. Sono tutti fatti di cronaca nera che si sono susseguiti nell’ultimo periodo, e che hanno riempito le prime pagine dei giornali, creando scalpore e fomentando dibattiti che scaturiscono quasi sempre in linciaggi mediatici. A seconda di chi ha commesso o subito il crimine, la violenza sulle donne è stata giudicata come più o meno grave, e i giornalisti si sono sentiti più o meno liberi di rispettare le vittime e i colpevoli.
Di tutto quello che è stato detto a proposito della strage di Orlando, forse un articolo (“Overcompensation Nation: It’s time to admit that toxic masculinity drives gun violence” di Amanda Marcotte, apparso lunedì 13 su www.salon.com) ha colto maggiormente la questione ideologica alla radice di quel gesto terribile. In questo articolo infatti si parla di un aspetto che, sebbene diffusissimo, non solo nelle civiltà del medi oriente, ma anche (o forse soprattutto) nella nostra civilissima società occidentale, non viene mai o quasi mai sollevato e posto come problema mentre invece sarebbe meglio cominciare a sradicarlo o per lo meno a metterlo in luce.
Rosanna Lau, Stefania Chisu, patriarcato, autodeterminazione e tutte noi
“Una donna italiana quarantenne malata di cazzite cronica intreccia una relazione con un tunisino di 26 anni...lui l’ammazza come un cane...non voglio vedere il suo nome nella liste delle "martiri"... Dire che se l’è cercata è il minimo... Se fosse sopravvissuta l’avrei insultata... Nel rispetto della morte provo pena per sua figlia”.
Le parole di Rosanna Lau, ormai ex delegata del sindaco di Civitavecchia, aprono una riflessione che va oltre al ruolo da lei rivestito ma che molto ci dice di quanto ancora la gabbia del pensiero patriarcale rinchiuda le menti nel nostro Paese.
Le affermazioni della Lau, non sono così diverse da quelle utilizzate, ancora oggi, da molte donne che, spesso, minimizzano o ignorano l'importanza delle parole.
“Pur di dimagrire una donna ha ingerito una tenia, noto come verme solitario, acquistata su Internet.”
La notizia choc arriva dall’Iowa, negli Stati Uniti e rimbalza rapidamente in rete tramite il più famoso social network mondiale; non solo la dimostrazione che la realtà a volte supera la fantasia, ma l’ennesima conferma che l’ossessionate idea di rispondere al modello estetico dominante che viene propagandato attualmente sta toccando livelli impensabili.
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