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Una sinistra unita e forte in Europa, in Italia e in Toscana, alternativa al Partito Democratico per cui ormai la parola “sinistra” rappresenta solo una maschera da indossare quando fa comodo per conservare voti.
Auspicabile, desiderabile, necessaria, ma si può costruire? E se sì, come fare per costruirla?

Lunedì, 30 Settembre 2013 00:00

Giustizia e amnistia, fuori dai luoghi comuni

L'amnistia è un provvedimento generale ed astratto con cui lo Stato rinuncia all'applicazione della pena per determinati reati. È propria se interviene prima della condanna definitiva, e ha un'efficacia estintiva completa. È impropria se interviene dopo la condanna definitiva, e fa cessare l'esecuzione della condanna e le pene accessorie, ma non gli altri effetti penali (dichiarazione di recidiva, abitualità, professionalità nel reato, esclusione della sospensione condizionale ecc.)

(Mantovani, Diritto Penale – Parte Generale, Parte IV, Capitolo III, 857).

Uno Stato ricorre all'amnistia quando decide che non c'è più necessità o volontà di punire alcuni reati, e si tratta di situazioni politiche o storiche eccezionali. I casi tipici di amnistia sono la caduta di un regime dittatoriale, una rivoluzione, la fine di un grande conflitto o di una guerra civile (emblematico il caso italiano del 1947), e così via. 

Colonnello, consegna le tue armi/ Non puoi vincere la lotta è già finita/ Hai la Chiesa contro, gli alleati hanno tradito/ E hai già perso troppi amici in questa guerra/ Hai preso parte a trentadue rivoluzioni/ E trentadue rivoluzioni le hai perdute...

È “Cent'anni di solitudine”, un pezzo del 1997 dei Modena City Ramblers, ovviamente ispirato al libro di Garcia Marquez e al Colonnello Aureliano Buendìa, che purtroppo si sposa benissimo con lo stato d'animo di noi militanti di sinistra all'indomani dal pessimo risultato elettorale di Rivoluzione Civile.

Mercoledì, 12 Dicembre 2012 00:00

Scandicci e Signe periferia industriale

La zona ad ovest di Firenze che comprende Scandicci e Le Signe (nome che include i due comuni di Lastra a Signa e Signa), ormai praticamente divenuta l'estrema periferia dell'area metropolitana fiorentina, ha sempre rappresentato uno snodo cruciale per le attività produttive della città ed i contatti con l'area dell'empolese e quelle costiere di Pisa e Livorno. La posizione strategica e la vicinanza con Firenze hanno fatto sì che la zona fosse scelta come sede di numerose imprese.

In passato l'area delle Signe era nota per la lavorazione della paglia, sia a livello artigianale che industriale, e per la presenza di un'importante fabbrica bellica come la Nobel. Questi due settori assorbivano, fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, gran parte dei lavoratori della zona. Dal dopoguerra le industrie di riferimento erano invece diventate per Lastra a Signa la ceramica, tuttora fiorente nel vicino comune di Montelupo, e le calzature, particolarmente diffuse nella frazione collinare di Malmantile, per Signa la maglieria, attività ancora ben radicata sul territorio.

Il comune di Scandicci, che in poco tempo, a cavallo fra gli anni ’50 e ’70, è passato da 18.000 a 50.000 abitanti, ha visto invece perdere la sua forte caratteristica di comune mezzadrile con il proliferare di molte industrie nei settori più disparati: dagli elettrodomestici ai macchinari industriali ai trasporti fino alla lavorazione della pelle e al tessile.

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