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Mercoledì, 12 Dicembre 2012 00:00

Scandicci e Signe periferia industriale

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La zona ad ovest di Firenze che comprende Scandicci e Le Signe (nome che include i due comuni di Lastra a Signa e Signa), ormai praticamente divenuta l'estrema periferia dell'area metropolitana fiorentina, ha sempre rappresentato uno snodo cruciale per le attività produttive della città ed i contatti con l'area dell'empolese e quelle costiere di Pisa e Livorno. La posizione strategica e la vicinanza con Firenze hanno fatto sì che la zona fosse scelta come sede di numerose imprese.

In passato l'area delle Signe era nota per la lavorazione della paglia, sia a livello artigianale che industriale, e per la presenza di un'importante fabbrica bellica come la Nobel. Questi due settori assorbivano, fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, gran parte dei lavoratori della zona. Dal dopoguerra le industrie di riferimento erano invece diventate per Lastra a Signa la ceramica, tuttora fiorente nel vicino comune di Montelupo, e le calzature, particolarmente diffuse nella frazione collinare di Malmantile, per Signa la maglieria, attività ancora ben radicata sul territorio.

Il comune di Scandicci, che in poco tempo, a cavallo fra gli anni ’50 e ’70, è passato da 18.000 a 50.000 abitanti, ha visto invece perdere la sua forte caratteristica di comune mezzadrile con il proliferare di molte industrie nei settori più disparati: dagli elettrodomestici ai macchinari industriali ai trasporti fino alla lavorazione della pelle e al tessile.

Negli ultimi anni si è assistito ad una drastica riduzione dell'industria nell'area, di cui sono un triste ritratto i grandi capannoni abbandonati, trasformati o destinati ad aziende di servizi lungo la ex SS 67, con conseguenze pesanti sull'occupazione e sulla vita dei cittadini. Basti pensare solo ad alcune delle aziende ora scomparse: Superpila, Billi Matec, Adica Pongo, Panfin, ed alla situazione in cui versa attualmente la ex Electrolux.

A Lastra a Signa è pressoché sparita la produzione di ceramica e anche i calzaturifici di Malmantile si sono ridotti di numero e di dimensioni, trasferendosi in gran parte in località meglio servite dal punto di vista logistico. Tant’è che attualmente i maggiori centri occupazionali di Lastra sono l’Ipercoop, il Comune e il Distretto Sanitario.

Signa conserva ancora un tessuto industriale, le maglierie sono ancora presenti e dei tre è forse il comune che ha retto meglio l'urto delle crisi degli ultimi anni, sebbene sia tramontata la grandiosa e fantasmagorica ipotesi degli “studios hollywoodiani” nell'area ex Nobel.

A Scandicci, infine, la chiusura, ricordata avanti, per discutibili scelte speculative e industriali di giganti come Matec e Electrolux, la cui vicenda è ancora ben lontana da un lieto fine, unite alla scomparsa di molte piccole imprese schiacciate dalla crisi, ha impoverito di molto la zona, privata di posti di lavoro e di capacità produttiva, oltre al fatto che dopo le mirabolanti promesse l’insediamento di Prada non è mai avvenuto. La contemporanea incentivazione del turismo operata dalle Amministrazioni Comunali, che pur ha portato benefici, non può sopperire alla perdita di un solido tessuto produttivo industriale.

Inoltre, le imprese tutt'ora attive nell'area scontano un ulteriore ostacolo, costituito dai sempre maggiori problemi di viabilità. La mancanza di un sufficiente numero di attraversamenti dell'Arno tra Firenze e Signa, avvertita da anni, è diventata insostenibile, ed arriva a ripercuotersi anche sull'area di Scandicci e sulla Fi-Pi-Li, congestionando l'intera area. Il rilancio produttivo della zona ex SS 67 si impone comunque come una priorità, se non vogliamo che questi comuni siano ridotti alla mera funzione residenziale oppure a zona di insediamento della grande distribuzione commerciale, soprattutto a Lastra e a Scandicci.

Ecco un tema da affrontare quanto prima e che sarà al centro delle elezioni amministrative del 2014.

Ultima modifica il Lunedì, 17 Dicembre 2012 19:32

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