A bocciarla - con 16 voti su 24 - sono stati soprattutto 8 dei 14 consiglieri Pd, che insieme ai 4 della sinistra di opposizione di Sesto bene comune (Sel), e a un consigliere del gruppo misto, hanno preparato la mozione di sfiducia. Discussa e votata in un consiglio arroventato non solo per i 40 gradi di temperatura. Perché a sostenere Sara Biagiotti sono arrivati, in forze, assessori e sindaci del capoluogo, del comprensorio (Campi Bisenzio, Scandicci), e perfino dell'empolese valdelsa. Tutti rigorosamente renziani. Tutti per Sara, sostenuta anche da una parte dei suoi concittadini. Quelli che in 500 avevano partecipato, la sera prima, a un'assemblea in piazza.
Altri 500 sestesi erano invece andati, nei giorni scorsi, all'assemblea dei “ribelli”. Il tutto all'interno di un Pd che ha visto dimettersi la segretaria Camilla Sanquerin e il resto del gruppo dirigente cittadino. Con la nomina a commissario del dalemiano doc Lorenzo Becattini. Nel vano tentativo di incollare i cocci di un vaso, rigorosamente Richard Ginori, andato in frantumi.
Ora arriverà il commissario prefettizio, a primavera si tornerà al voto. Nel frattempo l'unico pericolo è che finisca a schiaffi in strada. Perché a Sesto il Pd ha preso alle ultime comunali il 56,7%, seconda Sesto bene comune con il 18,2%, e terzo il M5S con l'8,5%. Né saranno di aiuto le ultime parole di Sara Biagiotti: “È una delle pagine più buie dopo il fascismo”. Un accostamento che ha provocato la reazione di Sesto bene comune: “In un anno è stato discusso un solo documento di pianificazione urbanistica. È questo che si intende per difendere il territorio?”.
Eccolo il punto. Perché Sesto ha accettato di veder costruire all'interno dei suoi confini il maxi inceritore di Case Passerini. Per eliminare l'attuale maxi discarica, scusa ufficiale. E solo a patto di non avere, nella stessa area, il nuovo aeroporto intercontinentale che la premiata ditta Renzi&Carrai sta invece progettando a colpi di procedure straordinarie. Sull'argomento, è emblematico il parere della Confartigianato Piana Fiorentina. “Questo non è il momento dei giochi di palazzo, ma quello di agganciare la ripresa. Di portare a soluzione questioni messe in ‘stand by’ dalla politica, come l’ampliamento dell’aeroporto e la costruzione dell’inceneritore”.
Su quest'ultimo punto Sara Biagiotti è stata onesta: “Ad agosto si chiude, i sindaci che lo vogliono sono 35, la Via è stata approvata nell'aprile 2014”. E l'aeroporto? “Quando è stato approvato un anno fa in Consiglio regionale il Pit, abbiamo votato contro”. Ma quel piano, con la pista parallela all'austrada di 2.000 metri, è già stato bypassato da Carrai – ed Enac – con un masterplan da 2.400 metri. Sul quale Tommaso Fattori di Toscana a Sinistra denuncia, dati alla mano: “L'Arpat e le Asl competenti hanno messo nero su bianco rischi per la salute, rischi ambientali, e grave pericolo idrogeologico. Per giunta chiariscono che quello di Enac non è un progetto definitivo ma un atto a dir poco incompleto, insufficiente e lacunoso”. L'ideale per andare avanti, come Toscana Aeroporti ha annunciato di fare già a fine agosto. Per ottenere i 50 milioni promessi dal governo Renzi con lo Sblocca Italia. Tutte cose che a Sesto Fiorentino sanno benissimo.