Venerdì, 24 Luglio 2015 00:00

Il giglio magico perde Sara Biagiotti

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Il giglio magico perde Sara Biagiotti

La caduta di Sara Biagiotti fa un gran rumore. Un tonfo la cui eco arriva fin dentro palazzo Chigi. Perché la sfiducia del consiglio comunale di Sesto Fiorentino alla sindaca Biagiotti, eletta dodici mesi fa, colpisce una fedelissima di Matteo Renzi. Con lui nel viaggio in camper per conquistare il partito. Con lui all'epoca della prima Leopolda. In quella trimurti femminile – con Simona Bonafé e Maria Elena tacco 12 Boschi – che tanto solleticò le penne degli inviati giornalistici e le regie televisive.

Oltre le storie di ieri resta l'unicum di Sestograd. Fedele alla linea dal settembre 1944, che già nel 1899 aveva sindaco un socialista (Pilade Biondi), e che oggi si ribella alla sua prima cittadina. Al suo modo di amministrare la città, incollata al capoluogo e a un pugno di chilometri da Prato, ma orgogliosa della sua storia e delle sue caratteristiche. Più di 50mila abitanti felici di essere sestesi. Eppure la fiorentina Sara Biagiotti l'ha accusata senza mezze misure: “Per troppi anni Sesto è stata chiusa verso l'esterno”. Come se fosse un paesino delle Dolomiti. Non il centro più importante e dinamico della popolosa Piana fiorentina.

A bocciarla - con 16 voti su 24 - sono stati soprattutto 8 dei 14 consiglieri Pd, che insieme ai 4 della sinistra di opposizione di Sesto bene comune (Sel), e a un consigliere del gruppo misto, hanno preparato la mozione di sfiducia. Discussa e votata in un consiglio arroventato non solo per i 40 gradi di temperatura. Perché a sostenere Sara Biagiotti sono arrivati, in forze, assessori e sindaci del capoluogo, del comprensorio (Campi Bisenzio, Scandicci), e perfino dell'empolese valdelsa. Tutti rigorosamente renziani. Tutti per Sara, sostenuta anche da una parte dei suoi concittadini. Quelli che in 500 avevano partecipato, la sera prima, a un'assemblea in piazza.

Altri 500 sestesi erano invece andati, nei giorni scorsi, all'assemblea dei “ribelli”. Il tutto all'interno di un Pd che ha visto dimettersi la segretaria Camilla Sanquerin e il resto del gruppo dirigente cittadino. Con la nomina a commissario del dalemiano doc Lorenzo Becattini. Nel vano tentativo di incollare i cocci di un vaso, rigorosamente Richard Ginori, andato in frantumi.
Ora arriverà il commissario prefettizio, a primavera si tornerà al voto. Nel frattempo l'unico pericolo è che finisca a schiaffi in strada. Perché a Sesto il Pd ha preso alle ultime comunali il 56,7%, seconda Sesto bene comune con il 18,2%, e terzo il M5S con l'8,5%. Né saranno di aiuto le ultime parole di Sara Biagiotti: “È una delle pagine più buie dopo il fascismo”. Un accostamento che ha provocato la reazione di Sesto bene comune: “In un anno è stato discusso un solo documento di pianificazione urbanistica. È questo che si intende per difendere il territorio?”.

Eccolo il punto. Perché Sesto ha accettato di veder costruire all'interno dei suoi confini il maxi inceritore di Case Passerini. Per eliminare l'attuale maxi discarica, scusa ufficiale. E solo a patto di non avere, nella stessa area, il nuovo aeroporto intercontinentale che la premiata ditta Renzi&Carrai sta invece progettando a colpi di procedure straordinarie. Sull'argomento, è emblematico il parere della Confartigianato Piana Fiorentina. “Questo non è il momento dei giochi di palazzo, ma quello di agganciare la ripresa. Di portare a soluzione questioni messe in ‘stand by’ dalla politica, come l’ampliamento dell’aeroporto e la costruzione dell’inceneritore”.

Su quest'ultimo punto Sara Biagiotti è stata onesta: “Ad agosto si chiude, i sindaci che lo vogliono sono 35, la Via è stata approvata nell'aprile 2014”. E l'aeroporto? “Quando è stato approvato un anno fa in Consiglio regionale il Pit, abbiamo votato contro”. Ma quel piano, con la pista parallela all'austrada di 2.000 metri, è già stato bypassato da Carrai – ed Enac – con un masterplan da 2.400 metri. Sul quale Tommaso Fattori di Toscana a Sinistra denuncia, dati alla mano: “L'Arpat e le Asl competenti hanno messo nero su bianco rischi per la salute, rischi ambientali, e grave pericolo idrogeologico. Per giunta chiariscono che quello di Enac non è un progetto definitivo ma un atto a dir poco incompleto, insufficiente e lacunoso”. L'ideale per andare avanti, come Toscana Aeroporti ha annunciato di fare già a fine agosto. Per ottenere i 50 milioni promessi dal governo Renzi con lo Sblocca Italia. Tutte cose che a Sesto Fiorentino sanno benissimo.

Ultima modifica il Venerdì, 24 Luglio 2015 16:15
Riccardo Chiari

Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco e La Prospettiva.

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