Le pressioni congiunte di BCE e Bankitalia, e i dubbi degli stessi vertici dei due gruppi Iccrea e Cassa centrale banca, hanno mandato in archivio il tentativo leghista di cancellare la riforma delle banche di credito cooperativo. Gli emendamenti al decreto fiscale approvati in commissione finanze del Senato danno il via solo a un aggiustamento che consentirà alle BCC bolzanine (le Raiffeisen) di scegliere il modello tedesco, quello delle Sparkassen e Volksbanken, che non ricadono sotto la vigilanza della BCE.
Ci sarà poi un rafforzamento della vigilanza sui due nuovi gruppi in avanzato stato di costituzione, appunto Iccrea e Cassa centrale banca, per tutelare i principi di mutualità, e soprattutto non consentire scalate societarie. Sempre in tema di banche, è stato spostato di un anno, al 31 dicembre 2019, il termine per la trasformazione delle banche popolari più grandi in s.p.a., su questo versante mancano ancora all’appello la (malmessa) Popolare di Bari e la Popolare di Sondrio.
Infine dal “governo del popolo” è in arrivo una norma (made in 5 Stelle) che consente per il 2019 di “congelare” l’effetto spread sui titoli di Stato per le banche non quotate, e una norma gemella leghista che amplia la platea alle ben più potenti assicurazioni.
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