Roberto Travagli

Roberto Travagli

Nato ad Ferrara il 03-10-1956, vivo a Firenze, Diplomato all'Istituto Tecnico Industriale. Militante in Lotta Continua durante gli anni '70. Dipendente del Comune di Firenze dove per alcuni anni ha collaborato con il sindacato (UIL Enti Locali). Ritornato alla politica attiva da poco tempo.

Qui la prima parte dell'articolo

Sicuramente la situazione messicana è quella peggiore rispetto alle altre due descritte precedentemente, anche se la legge messicana è migliore per quanto riguarda la protezione e la difesa del mondo del lavoro in quanto è soggetta a forme contrattuali collettive dove il datore di lavoro non può licenziare ingiustamente ed è previsto il reintegro o la compensazione, contrariamente a quanto accade in Canada o negli USA ove è possibile licenziare anche senza preavviso. Inoltre è previsto per legge un salario minimo anche se la settimana lavorativa è di 48 ore. La differenza maggiore riguarda la risoluzione delle controversie che in Messico sono regolate la leggi federali mentre negli altri Stati sono incorporate nei contratti.

Mercoledì, 25 Maggio 2016 00:00

NAFTA, TTIP e i presagi per l'Europa dell'Est

NAFTA, TTIP e i presagi per l'Europa dell'Est

Non ci opponiamo al TTIP perché conservatori e reazionari, perché spaventati dalle nuove tecnologie, dallo sviluppo, dalla possibilità di maggiore scelta. Ci opponiamo perché sappiamo come tutti gli argomenti a favore del trattato siano falsità.

Venerdì, 09 Ottobre 2015 00:00

Dalla Grecia al nuovo soggetto

Dopo circa 15 giorni trascorsi dalla vittoria di Syriza in Grecia ripensare al modello greco e alle possibili similitudini tra quella esperienza e il dibattito in corso nella sinistra italiana, senza peraltro dimenticare Podemos e Jeremy Corbyn nuovo segretario dei Laburisti Inglesi, mi sembra un’operazione perlomeno necessaria, doverosa. Per questo ho deciso di rendere un po’ più organici appunti presi durante un dibattito e di condividerli senza per questo aver la pretesa di convincere.

Non sono tra quelli che aspettano un qualsiasi messia, penso da comunista che il consenso sia frutto di un agire comune, di un lavoro collettivo e corale per questo non mi annovero tra coloro che hanno visto in Alexīs Tsipras un novello salvatore, un modello da copiare pedissequamente ma nello stesso tempo non ho pensato che fosse un traditore quando ha dovuto cedere ai dettami della troika. Entrambe le posizioni mi sembrano banali o perlomeno prive di analisi sia sulla situazione greca sia su quella italiana e quella europea.

Giovedì, 20 Febbraio 2014 00:00

Per un Peppone qualsiasi, 20 figurine rarissime

Un posto che ben conosco, dove la nebbia quando picchia, picchia duro, e il sole estivo scalda troppo i campi lavorati, dove il fiume nel suo grande letto scorre lento vicino ai pioppi ben radicati sulla riva a difesa degli argini, così come sono profonde le radici del passato e che di tanto in tanto fanno ancora capolino con orgoglio, quasi un senso fiero di appartenenza. Dove guardando verso le colline e verso ai monti ognuno ha un nonno, uno zio un cugino un amico, un ceppo una lapide per ricordare. Orgoglio di appartenere alla razza di Picelli, di quelli che "i fascisti nell’oltre Parma” non sono mai entrati, fieri di essere quelli dei “fratelli Cervi” e dei moti di Reggio Emilia, tanto è tutta la stessa terra, Parma, Reggio la bassa dei culatelli, dei GAP, delle Officine Meccaniche Reggiane, delle prime bande partigiane. Che alla fine della guerra comunque saranno tanti, quasi 11 mila 

inquadrati in cinque divisioni, su territorio che và dalla Cisa sino ai confini di Modena e in tutta la pianura sino al Po.

Comunisti di pancia e per cultura, ma nello stesso tempo un po’ anarcoidi nel pensiero e nei comportamenti, di quelli che la vita in qualche modo deve essere goduta e condivisa con gli altri, tra lambrusco, tortellini e spalla cotta visto che il sudore della fronte è tanto. Di quelli che non sanno odiare l’avversario, basta che siano galantuomini, tanto la fatica accomuna tutti, rossi e bianchi anarchici, internazionalisti e magari anche qualche democristiano.

Sabato, 15 Febbraio 2014 00:00

Stuart Hall, un ricordo e un profilo

L'articolo è di Livio Sansone, Pesquisador da CAPES e Professor do Departamento de Antropologia Centro de Estudos Afro-Orientais (CEAO), Universidade Federal da Bahia [tradotto dal nostro Roberto Travagli)

Circa quattro anni fa, mi è stato chiesto da un certo numero di amici e colleghi di scrivere un breve testo, come parte della campagna per dare il prestigioso Premio Holberg a Stuart Hall. Julia Kristeva e Jurgen Habermas hanno avuto tale premio. A Stuart Hall, per ragioni che non conosco, non è mai arrivato. Questo breve testo mi è tornato in mente lunedi notte, quando ho sentito della scomparsa di Suart Hall. Io ora mi prendo la libertà di condividerlo con quelli di voi che potrebbero essere interessati .

Domenica, 17 Novembre 2013 00:00

Un pensiero per la sera. E per la sinistra.

Sebbene ampiamente entrati nel terzo millennio, il termine "capitalismo" non perde il suo significato primordiale cioè quello di un processo di accumulazione del plusvalore e di riproduzione del capitale stesso. Pur mantenendo integre le proprie peculiarità il capitalismo si aggiorna e acquista nuovi significati in ogni epoca storica, in particolar modo questo è evidente se lo intendiamo come sistema economico-politico teso alla concentrazione del potere nelle mani di pochi a discapito dei molti e in questo contesto alla parola proletariato riconosciamo ancora il valore di differenza di classe.

Intervista a Jorge Cerchiaro docente a la Universidad de la República (UdelaR) e militante del Partito Comunista 

Un paese di cui si parla poco, i mass media praticamente lo ignorano, sicuramente un paese non alla ribalta come il Brasile, il Venezuela o la Bolivia. Eppure in Uruguay sta succedendo di tutto e in questi ultimi anni è un laboratorio politico e di governo all’avanguardia anche rispetto agli altri paesi progressisti del Sud America. Ma facciamo un passo indietro, l’Uruguay torna alla democrazia nel 1984 dopo una dittatura durata più di un decennio, in quel periodo i partiti della sinistra vengono vietati e i militanti imprigionati e torturati. Il Frente Amplio fondato nel Febbraio del 1971 è proscritto e represso assieme alle forze che lo formavano e i suoi leader incarcerati.

Sarà il Partito Comunista a pagare i prezzo più alto mantenendo comunque viva l’organizzazione anche se in forma clandestina.

Martedì, 09 Aprile 2013 00:00

Sciogliamo Rivoluzione Civile nei partiti

Continuiamo a discutere tra noi come se non fosse successo nulla in queste settimane. Soprattutto, come se le colpe fossero sempre e soltanto degli altri. In questi circa 40 giorni che sono trascorsi dal voto del 24 Febbraio ho notato che quasi tutti si sono impegnati nella ricerca dei motivi che hanno portato alla attuale composizione parlamentare, disquisendo sugli errori del PD, sull’inaspettato successo del M5S o sugli spazi di informazione insufficienti e come tutto questo abbia fatto sì che in questo parlamento non sia presente una forza marcatamente di sinistra con un proprio programma di alternativa.

Il modello Marchionne trova nuovi adepti tra gli amministratori pubblici. Da Firenze a Parma è cominciato un pesante attacco ai salari dei dipendenti pubblici. L’ultimo contratto nazionale scadeva nel 2009 e sarà bloccato presumibilmente sino al 2014, l’unico strumento rimasto è quello della contrattazione decentrata che a fronte di un’inflazione reale del 7,2% prova a mitigare in qualche modo la perdita del potere d’acquisto.

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