Inizia con l'opera, eterna nella propria attualità, dell'amore e del dolore la stagione lirica del Teatro Carlo Felice di Genova. Pubblico delle grandi occasioni per questa Traviata - uno dei maggiori lavori di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave - preceduta da uno spettacolo pirotecnico in piazza De Ferrari e dalla protesta dei lavoratori dell'Azienda Trasporti Provinciali al terzo giorno di sciopero per questioni legate all'integrativo dello stipendio (il sindaco, Marco Doria, si è detto disposto ad incontrali purché riprendano a lavorare).
Impeccabili la regia e la direzione (rispettivamente a cura di Giorgio Gallione e di Massimo Zanetti) e straordinariamente, ed opportunamente, essenziale la scenografia allestita da Guido Fiorato.
Dal preludio, che qui è stato caratterizzato da un'originale atmosfera plumbea, l'opera simbolo della cultura italiana nel mondo si dispiega in tutta la propria forza rivolgendosi al cuore di ciascuno con la violenza dell'amore “croce e delizia al cor” che sconvolge l'atmosfera festosa del salotto di madamigella Valéry.
Ottima la prova di Desirèe Rancatore (Violetta) capace di toccare le corde più nascoste del cuore nel fuggire (“sempre libera degg'io”), sia pure temporaneamente, dall'amore di Alfredo, incapace, nella cassaforte che ha creato per proteggere sé stessa, di credere che “un dì, felice eterea” qualcuno l'abbia vista rimanendone folgorato a tal punto da vivere di “ignoto amor” da quell'incontro.
Un Alfredo sottotono quello messo in scena da Giuseppe Filianoti, protagonista di una “stecca” nella prima scena del secondo atto e poi sostituito, a causa di un abbassamento di voce, nel finale dal tenore delle repliche: un ottimo William Davenport.
Resa con maestria da Vladimir Stoyanov l'austerità e la tenerezza di Giorgio Germont: applausi scoscianti per lui dal pubblico. Impossibile non commuoversi nella quinta scena del secondo atto, nella quale emerge, in pochissimi minuti, il mutare di atteggiamento di Germont nei confronti di Violetta e l'estrema generosità di quest'ultima, disposta, per amore, a negarsi la felicità.
Tutt'altro registro avrà la ripresa della stagione, il prossimo 20 gennaio, con il Falstaff, perché, in fondo: “tutto nel mondo è burla”.
Nella foto Violetta (Desirèe Rancatore) - fotografo Marcello Orselli, Teatro Carlo Felice.