Sabato, 14 Luglio 2018 00:00

Alanis Morissette illumina l'anteprima del Pistoia Blues Festival

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Alanis Morissette illumina l'anteprima del Pistoia Blues Festival

Venerdì 20 luglio 2012, Cavea del Nuovo Teatro dell'Opera di Firenze.

Andava in scena la seconda tappa italiana di Alanis Morissette con il Guardian Angel Tour. Fu quella volta che capii la grandezza dell'artista canadese dal vivo.

Un mese dopo usciva in tutto il mondo l'ottavo disco della cantautrice canadese: Havoc and bright lights.

Questo è stato ufficialmente il suo ultimo lavoro discografico. 6 anni dopo è tornata in Italia per 3 date italiane (Roma, Pistoia e Milano).

Il nuovo disco è ancora top secret, ma dovrebbe uscire entro la fine dell'anno.


L'occasione era ghiottissima: non solo perchè era l'anteprima della 39a edizione del Pistoia Blues Festival in una piazza affascinante e bellissima (la centralissima Piazza del Duomo), ma perchè Alanis Morissette ha presentato il suo disco di maggior successo (Jagged Little Pill - 1995) dopo la riedizione del 20° anniversario del 2015. 33 milioni di dischi in tutto il mondo! Il più venduto degli anni '90. Proprio quest'album ha dato alla cantante la notorietà in tutto il mondo per i suoi testi diretti, taglienti, farciti di ottima musica pop-rock con punte post-grange. Un disco potente, trascinante, tosto che va dritto al bersaglio.

Detto questo, veniamo al concerto di Pistoia. Tutto è filato liscio come l'olio. Organizzazione buona, nessun problema di parcheggio, traffico scorrevole (un miracolo per chi è abituato ai problemi dei grandi eventi di Firenze). L'unico problema è l'acustica che in alcuni punti non era molto buona. Qualche persona intorno a me faceva confronti (non a vanvera perchè ci sono stato e la cosa è fondata) con l'audio di Piazza Napoleone a Lucca, sede del Summer Festival. Effettivamente la diversità è palese e Pistoia, da questo punto di vista, pare un po' indietro.

Ore 20.45. Manca ancora poco meno di un'ora. Sono nel centro della città, mancano pochi metri alla meta. Ad un bar una band suona Walking On The Moon dei Police in maniera egregia. Entro in via della Madonna e subito capisco dove sono perché partono 2-3 bestemmie dalle abitazioni del piano superiore. Nei bar attorno alla piazza del concerto, trasmettono le canzoni della Morissette. I negozi sono tutti aperti a sostegno di un'iniziativa vitale per la città toscana, nonostante i problemi organizzativi di quest'anno. Mi permetto di sottolineare questa cosa perchè a Firenze e provincia bisogna imparare da loro .
Cercano (vanamente) di vendermi i biglietti per il concerto della Michelin del 12 luglio, spacciandomela per "artista simile alla Morissette". Decisamente un paragone improprio. Naturalmente non ci riescono, a me i gatti stretti all'uscio non piacciono.

Entro in Piazza Duomo. Sono quasi le 21. C'è un piacevole venticello che solletica i capelli. Mi affretto a mangiare il mio gelato che si sta squagliando. Il palco è collocato davanti all'entrata del municipio pistoiese. L'attesa sta per finire. Io sono molto carico. Sin dall'inizio l'atmosfera è quella delle grandi occasioni.

Oltre 4500 persone sono presenti all'evento, anche se la piazza non è gremita.
 Arriva l'ora X. Sono le 21.30. La gente invoca l'arrivo dell'artista e della band. Pochi minuti dopo l'attesa finisce.

Sul palco del Pistoia Blues salgono due chitarristi, il batterista, il bassista e il tastierista. Cinque elementi di grande valore che suonano con Alanis da molto tempo (si vede e si sente che sono ben amalgamati). La Morissette dà poco spazio alle parole, ma segue l'insegnamento di una canzone degli Aerosmith: let the music do the talking. E che Pistoia Blues abbia inizio.

Ma, come accadde già a Firenze nel 2012, della Morissette non c'è traccia. Si sente l'armonica dylaniana, la sua voce, ma lei non si vede. "La teatralità e l'inganno sono strumenti potenti" - diceva Liam Neeson a Christian Bale in Batman Begins. Come dargli torto. Il pubblico inizia a urlare, ad allungare i colli come le giraffe per capire. Le chitarre sono toste, ruvide e graffianti, la batteria è potente.

A metà canzone la Morissette piomba come una trottola: non si dà pace, si contorce, cammina continuamente a destra e a sinistra per tutto il palco. Alcuni spettatori più anziani si lamentano per il torcicollo. Si capisce (anche dai testi) che da giovane era un pochino inquieta. Ora che ha 44 anni (e due figli) sembra non aver perso questa vitalità e la sua consueta grinta. Ha una voce bellissima, potente e il pubblico l'avverte eccome.

Peccato che si sia tagliata i lunghi capelli ondulati dei vecchi tempi.

All I really want apre il concerto. Il profumo di anni '90 si fa reale. A tratti sembrava di aver preso la macchina del tempo, tornando indietro di oltre 20 anni.
 Ed ecco 21 things I want in a lover e Forgiven che anticipano l'arrivo di due pezzi micidiali: Woman down e la super hit You Learn. Il pubblico è pazzo di questa canzone e il ritornello è cantato da tutti: You live, you learn. 
You love, you learn. 
You cry, you learn. 
You lose, you learn. 
You bleed, you learn. 
You scream, you learn. 


Il rock scorre a fiumi come le emozioni. 
Tutti imparano la grandezza di quest'artista dalla voce formidabile che non concede pause o cadute di stile. Arriva Mary Jane (non è la fidanzata di Peter Parker/Spiderman) e il gentil sesso è pronto al decollo. Il pezzo parla della donna, delle sue battaglie per affermarsi e dei lividi fatti durante il cammino. Ovviamente Mary Jane è l'alter ego della cantante.

Subito dopo, eccoci a uno dei momenti caldi. Alanis prende una delle sue chitarre glitterate (quella nera con brillantini argentati) e dedica il pezzo successivo al primogenito Ever Imre, nato nel 2010. In parole povere arriva Guardian, uno dei miei pezzi preferiti. Molti di voi non lo sanno ma Alanis ha fatto l'attrice in ben sette film (è stata sposata con Ryan "Deadpool" Reynolds dal 2002 al 2007), tra cui Dogma (in cui interpretava un Dio particolare e blasfemo).

Il videoclip di Guardian omaggia il capolavoro di Wim Wenders Il cielo sopra Berlino (lo potete trovare qui), film che la stessa Alanis ha voluto omaggiare in occasione del 25° anniversario dell'uscita. La cantante è un angelo che si prende cura del proprio figlio, come una madre dovrebbe sempre fare. Meno elettronico rispetto alla versione del disco, la Morissette lo esegue in modo molto sentito con grinta ed energia. Una versione molto rock con molta chitarra introdotta dal piano.

Dopo questo bellissimo momento, il pubblico è caldo. L'energia sale. 
Arrivano Right through you e la splendida canzone "strappalacrime" Hand In My Pocket. L'effetto anni '90 funziona bene. A ruota ecco Baba e poi la hit radiofonica Everything.

Le sorprese vere devono ancora arrivare. Siamo poco oltre la metà del concerto. Head Over Feet scalda il pubblico femminile e le coppiette presenti.

Subito dopo arriva un "un-dos-tres" di pezzi fenomenali. I cellulari sono accesi al cielo come se fossero accendini (la cosa fa una certa impressione...).
 Arrivano nell'ordine la ballata Hands Clean, la superba e grintosa Ironic e una You Oughta Know impressionante per ritmo e passione. 
Si vede che Alanis Morissette ha sofferto parecchio prima di scrivere questa canzone, che parla del dolore di un amore finito e delle sue conseguenze. Un pezzo molto rock con venature grunge che sembra richiamare i Pearl Jam.

La cantante canadese ringrazia il pubblico. Parte l'ultimo pezzo: Wake up. Ancora amori finiti, tormenti e fantasmi dei tempi di Jagged Little Pill. Il concerto finisce qui.

Ovviamente è la solita farsa che ormai per me è ai limiti dell'insopportabilità. La cantante e i musicisti escono dal palco prima dei bis.
 È passata poco più di un'ora e mezzo (francamente non molto). Pochi minuti e le urla del pubblico tornano a salire compatte. Chi è stato a vedere la Morissette almeno una volta, sa che mancano i suoi due cavalli di battaglia più celebri.

Infatti poco dopo si vola tra le note di Uninvited, colonna sonora del film City of angels del 1998. Una canzone magistrale che cresce alla distanza con la voce della Morissette che sfoggia tutta la sua potenza. E poi il gran finale ormai ovvio per i ringraziamenti: Thank You (1998).
 Alanis Morissette scrisse il pezzo dopo aver ritrovato se stessa durante un viaggio in India nel 1997. La canzone è un atto di gratitudine alle emozioni positive e negative che popolano la nostra vita: problemi d'amore, problemi di intolleranza, problemi della vita, problemi di comprensione, terrore, fragilità e tanto altro. Tutte queste cose ci portano un bagaglio fondamentale chiamato esperienza. Il videoclip di questa canzone (qui) destò scalpore. La Morissette, completamente nuda con i lunghi capelli che le coprivano il seno, girava per la strada e nei luoghi pubblici semplicemente ignorata dalla gente. In alcuni Paesi (ironia della sorte: anche in India) il video fu parzialmente censurato.

Il concerto dopo oltre 100 minuti è finito. La voce della Morissette invece non si esaurisce mai. Attualmente è la miglior voce femminile del panorama internazionale, insieme a Skin degli Skunk Anansie.

Il Pistoia Blues Festival inizia come meglio non poteva. Se volete un consiglio, Alanis sarà a Milano il prossimo 25 luglio per l'ultima tappa italiana del suo tour. Vi consiglio vivamente di andarci. Sono sicuro che non ve ne pentirete. 



La scaletta:

- All I Really Want


- 21 Things I Want In A Lover

- 
Forgiven


- Woman Down

- 
You Learn


- Mary Jane


- Guardian


- Right Through You


- Hand In My Pocket


- Baba

-
Everything


- Head Over Feet


- Hands Clean

- 
Ironic


- You Oughta Know


- Wake Up

- 
Uninvited

- 
Thank U


Voto concerto: 9

Voto organizzazione e sicurezza: 9

Voto location: 9

Qualità musicale: 9

Difetti: l'acustica e la durata complessiva del concerto (inferiore alle due ore)


Immagine di copertina ripresa dalla pagina Facebook di Alanis Morissette (qui), copertine dei dischi riprese da alanis.com, prima immagine di Alanis Morissette ripresa da it.wikipedia.org, locandina film ripresa www.pinterest.com, seconda immagine di Alanis Morissette ripresa da immagini.quotidiano.net

Ultima modifica il Venerdì, 13 Luglio 2018 21:38
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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