Giovani, "fancazzisti" o suicidi... tertium non datur?
Il caso di Giada, la ragazza che qualche giorno fa si è suicidata nel giorno in cui avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea, ha generato una domanda: davvero non si può imporre ai ragazzi il rispetto di nessuna scadenza o la “presa in carico” di alcun impegno, pena la paura di vederli soccombere?
Non tutto il male vien per nuocere... alle "Tre del mattino"
Gianrico Carofiglio, Le tre del mattino, Edizioni Einaudi
Antonio è un liceale. Antonio è un ragazzo normale. Un ragazzo normale, a cui capita un fatto non normale: un attacco di epilessia. Un episodio che potrebbe risolversi, secondo i medici dell'ospedale in cui viene ricoverato, con qualche pillola, non giocando a pallone, e "non bevendo acqua gassata". Ma per lui, e per i suoi genitori, due professori universitari divorziati, questo è troppo: il non poter svolgere attività talmente banali come una partita di calcio è uno stigma sociale troppo pesante da sopportare. Antonio si vede condannato a vivere una vita parallela rispetto ai suoi coetanei.
Quanto è difficile essere genitori. Quanto è difficile educare ed educarsi. L'attore Matt Ross è passato alla regia con un film intelligente, divertente e riflessivo, dal sapore vintage ma piuttosto ruffiano e in fondo ... normale.
Continua il viaggio attraverso l’amore, guidato dal ciclo di conferenze dal titolo Eros, Philia, Agape che ogni sabato si tiene all’’Istituto Stensen di Firenze. Ieri, sei dicembre, la prima a parlare è stata Anna Oliverio Ferraris, ordinario di psicologia presso la Sapienza a Roma, nonché psicoterapeuta, direttrice della rivista “psicologia contemporanea”, membro del Comitato Nazionale di Bioetica e autrice di numerosi e importanti libri, tra cui “Crescere. Genitori e figli di fronte al cambiamento”, “A piedi nudi nel verde. Giocare per imparare a vivere”, “Piccoli bulli crescono”, “Individui e organizzazioni resilienti” e tanti atri.
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