Dopo la profezia sull'elezione di Trump, Moore ci spiega come arriverà il fascismo del XXI secolo
Dalla violazione della privacy alla manipolazione del pubblico – appunti sul caso Cambridge Analytica
Generazioni di bambini hanno imparato dai cartoni animati a non lasciar entrare in casa il primo estraneo che si presenta alla porta: sotto le sembianze di improbabili tecnici della società elettrica potrebbero nascondersi scagnozzi intenzionati a rapire tutti i cuccioli di dalmata.
Da più parti, dopo un'epoca di condivisa riprovazione, si invoca in questo periodo la categoria del “populismo” come risposta salvifica o come strategia vincente. La Brexit e la vittoria di Donald Trump alle elezioni USA hanno di sicuro attirato ulteriormente l'attenzione verso il populismo di destra ed i suoi pericoli per l'Europa e per le minoranze.
Viviamo all’interno di un gigantesco vuoto di potere in Occidente ed è sempre più difficile girarci attorno, anzi direi che è divenuto ormai impossibile. In Europa si è passati per il declino del socialismo reale e delle socialdemocrazie, mentre negli Stati Uniti si assiste chiaramente all’estremizzazione dello spettro politico.
Trump: il primo miliardario a occupare un alloggio pubblico lasciato da una famiglia nera
Nel 1928 il Partito democratico statunitense candidò alla Casa Bianca Al Smith, governatore del New York. Smith era il primo cattolico a correre per la Presidenza e la sua nomination fu accolta con profondo sospetto dagli elettori rurali, che lo consideravano un pericoloso papista. L’animosità fu ancora più forte nel Sud, dominato dai democratici locali che avevano raccolto l’eredità della Confederazione e dal Ku-Klux-Klan, che oltre ai neri perseguitava anche cattolici, comunisti ed ebrei. Per evitare una fuga di voti, il governatore democratico del Mississippi, membro del Klan, mise allora in giro la voce che il candidato repubblicano, Herbert Hoover, aveva ballato con una donna nera. Smith, rispetto ai precedenti candidati del suo partito, perse gli stati dell’Alto Sud, con minore popolazione nera (che comunque non poteva votare); mantenne invece quelli del Profondo Sud, in cui i bianchi erano spaventati dall’integrazione razziale ancor più che dal cattolicesimo.
Il grande dilemma a stelle e strisce: la paura di uno stato federale forte e ricerca del welfare
La vittoria di Donald Trump alle ultime presidenziali ha scatenato il panico. Si sono spese in questi ultimi giorni analisi dense di emozioni, enfatizzando una situazione che a uno storico statunitense può forse apparire meno fosca.
… e se, … e se Trump alla fine mancasse l’obiettivo della presidenza!? Si lo so è fantapolitica, un’ipotesi incredibile, ma non per questo impossibile. Il copione di questa storia è già scritto e porta il titolo di Costituzione degli Stati Uniti d’America. Procediamo con ordine.
Una domanda che per gran parte dell’estate e dell’autunno ha interrogato i commentatori della politica Usa è stata: Trump trascinerà a fondo con sé anche i candidati repubblicani al Congresso? È accaduto, come ora sappiamo, il contrario: Trump ha trainato dietro di sé anche candidati repubblicani dati per spacciati o comunque molto in pericolo (Johnson in Wisconsin, Toomey in Pennsylvania, Young in Indiana, Blunt in Missouri).
Le elezioni presidenziali 2008-2012-2016 presentavano alcune affinità con quelle 1932-1936-1940. Nella prima consultazione un Presidente democratico veniva eletto per reazione a una grave crisi economica prodotta sotto un’amministrazione repubblicana; il nuovo Presidente nel primo mandato provvedeva a invasive riforme finanziarie e sociali e veniva rieletto contro ogni aspettativa dei repubblicani, che lo consideravano un sovvertitore della libertà individuale. Infine, per il terzo mandato, il Presidente si ricandidava (Obama per interposta persona, non potendo farlo personalmente: ma il legame ereditario era chiaro) mentre il Partito repubblicano, piombato nel caos, nominava un imprenditore invece di un politico. Nel 1940 Roosevelt stravinse ancora; nel 2016, invece, ha vinto il fascismo.
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