Una donna libera, indipendente e coraggiosa, difficile da dimenticare e da eguagliare, nel 1938 venne espulsa da tutte le scuole del Regno per aver rifiutato di assistere alle lezioni in difesa della razza, successivamente nel 1942 a soli 21 anni, fortemente motivata dagli ideali di antifascismo e libertà, si iscrisse al Partito Comunista Italiano.
Figura di spicco della resistenza, della lotta di liberazione, combattente, con la qualifica di comandante di Compagnia, nella formazione garibaldina partigiana del Fronte della Gioventù. Seviziata e torturata dalle SS e fu fra gli organizzatori dell’attentato a Giovanni Gentile (figura di rilievo del fascismo italiano).
Alla fine della guerra, fu candidata per il PCI all’Assemblea Costituente, nel collegio di Firenze e Pistoia, venne eletta e diventò la più giovane deputata (le donne erano 21) al Parlamento tanto che venne soprannominata “la ragazzina di Montecitorio”.
Quella donna determinata divenne il simbolo dell’Italia che voleva cambiare, la giovanissima Teresa, fu eletta Segretaria nell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea Costituente.
Femminista doc, addirittura ragazza madre in un’epoca in cui per destare scandalo era sufficiente molto meno, Teresa è stata dirigente nazionale dell'UDI (Unione Donne Italiane) e si impegno nella lotta a tutela dei diritti delle donne e dei minori. Nel 1947 fondò l’Ente per la Tutela morale del Fanciullo e, terminata la carriera politica nel 1955, proseguì la battaglia in favore dei diritti delle donne e dei minori.
Negli anni '60, dall'unione della sua passione per il cinema e della sua lotta per i diritti dell'infanzia, nacque la Cooperativa Monte Olimpino, di cui divenne presidente, un’associazione che realizzava e produceva film nelle scuole, fatti dai bambini delle scuole elementari e degli istituti per diversamente abili. Con la Lega per i diritti dei bambini ha promosso in tutto il mondo grandi campagne per la pace e la non violenza.
Muore pochi giorni dopo l’otto marzo, l'ultima donna rimasta in vita tra quelle che avevano partecipato alla stesura della Costituzione, ed è proprio in quella data che le donne di ogni parte d’Italia vengono omaggiate di quel fiorellino giallo che lei stessa scelse, insieme a Teresa Noce e Rita Montagnana (entrambe prima partigiane poi deputate), e che consigliò nel 1946 - data in cui viene festeggiato per la prima volta dopo la guerra - a Luigi Longo, che intendeva regalare alle donne per quel giorno delle violette, un fiore più povero e diffuso, la mimosa, il fiore che i partigiani regalavano alle staffette, che sboccia proprio ai primi di marzo e che si trova anche nei campi. E proprio nel mese in cui quel fiore torna di nuovo a sbocciare la grintosa “Chicchi” si spegne.
Teresa Mattei una donna che “arrendetevi, siete circondati" se l'era sentito dire dai fascisti. E non s'era arresa.
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