Alessandro Angeli l'ho conosciuto una sera di fine estate a Siena, era lì con il suo banchetto di libri, libraio ambulante nei mercatini di paese, soprattutto toscani. Romanista sfegatato, grossetano, scrittore. Io non sono la Coop – infelice epilogo di uno stagionale nel tritacarne della grande distribuzione (Le strade bianche di Stampa Alternativa) è un libro che Alessandro mi ha regalato e che ho letto tutto di un fiato.
È l'opera più bella che ho letto negli ultimi anni di uno scrittore sconosciuto al grande pubblico, per ora, poi in futuro, chissà. Racconta una sua esperienza personale, come lavoratore stagionale alla Coop, prima come cassiere e poi come commesso al reparto ortofrutta, dove ogni mattina deve sistemare nel miglior modo possibile le casse di ortaggi che arrivano al supermercato.
Sveglia presto, a volte si reca al lavoro con mezz'ora e più d'anticipo, Angeli ci illustra un mondo che odia, fatto di consumatori voraci e letteralmente rincoglioniti, alla ricerca del prodotto più pubblicizzato e famoso; è inevitabile, dal suo punto vista, come questa esperienza lavorativa diventi insopportabile, se non addirittura infernale.
Vuole solo scrivere libri e tornare a fare il libraio ambulante, tornare alla sua vita precedente. Il libro è scorrevole, è narrato in prima persona e oltre ai momenti di alienazione personale alla Coop, racconta la sua vita in famiglia: padre di un bambino e in attesa di sposarsi con la sua compagna, Angeli tenterà con il lavoro di responsabilizzarsi e di “normalizzarsi”, utopia pura, se il lavoro che fai non è garantito e soprattutto non ti piace, per niente, nemmeno un po'.
Io non sono la Coop è un libro che parla del lavoro precario e di un mondo che non appartiene a chi non si accontenta come lui di vivere in un mondo di consumi, patinati, inutili e dannosi.
Se ad Alessandro Angeli non verrà rinnovato il contratto o lascerà il lavoro di sua spontanea volontà non è importante, lo scoprirete leggendo il libro, l'importante è che tornerà alla sua vita precedente, comunque precaria ma con una libertà che non si può comprare, nemmeno con tante casse di ortaggi e frutta fresca.