Joachim Langeneck

Joachim Langeneck

Joachim Langeneck, dottorando in biologia presso l'Università di Pisa, nasce a Torino il 29/11/1989. La sua ricerca si concentra principalmente sullo studio di processi evolutivi negli invertebrati marini, con sporadiche incursioni nell'ambito dell'etica della scienza, in particolare a livello divulgativo.

Tra numerose preoccupazioni a livello locale, nazionale e mondiale, una piccola notizia di poca importanza marca l’inizio dell’anno 2019. A O’ahu, nelle isole Hawaii, esattamente il primo gennaio 2019, alla veneranda età di quattordici anni si è concluso il ciclo vitale di George, l’ultimo rappresentante esistente di Achatinella apexfulva, una chiocciola endemica delle Hawaii.

La manifestazione antirazzista Get up, Stand Up! Stand up for your rights, organizzata da una serie di associazioni tra cui in prima fila la Coalizione Internazionale Sans Papier e Migranti (CISPM), il sindacato USB e Potere al Popolo, si è tenuta il 15 Dicembre 2018, sollevando a livello mediatico un minimo di attenzione principalmente per il tentativo di annullamento da parte della questura e per le esecrate alterazioni che avrebbe causato alla circolazione dei notoriamente efficientissimi mezzi pubblici romani.

Una delle eredità meno piacevoli del positivismo ottocentesco, che ha avuto un revival nelle impostazioni riduzionistiche conseguenti allo sviluppo novecentesco della biologia molecolare, e ancora oggi sperimenta periodici e più o meno transitori ritorni di fiamma, è rappresentata dall’applicazione acritica di modelli evolutivi biologici al comportamento e alla cultura umana. Se non è stato difficile confutare, a livello intellettuale ma soprattutto politico, la prima, piuttosto rozza versione di questa proposta intellettuale, rappresentata dal Darwinismo sociale, le numerose ipotesi relative all’idea che lo sviluppo culturale e la posizione sociale siano, almeno parzialmente, determinate da fattori innati risultano in qualche modo più subdole e seducenti.

Non accade spesso di poter sperimentare un’opera d’arte esattamente come è stata pensata dall’autore, senza che sia stata oggetto di modifiche, spesso anche radicali, che la rendano più appetibile al pubblico. Grazie ad un progetto del Conservatorio di Musica Luigi Cherubini di Firenze coordinato dal M° Giovanni Del Vecchio, sabato 6 Ottobre 2018 presso il Teatro dell’Affratellamento è stato possibile assistere alla prima rappresentazione di un’opera di questo tipo, in versione per ora semi-scenica.

Balene perdute, balene ritrovate

Il Mediterraneo è tante belle cose, ma apparentemente non è un mare da balene; la popolazione dell’unica balena che regolarmente si ritrova nelle nostre acque, la balenottera comune, è ridotta e apparentemente in decrescita, e a considerare le fonti storiche ed etnografiche, non sembra sia comunque mai stata particolarmente numerosa.

Il pappagallo bianco di Federico II – Una breve immersione nella storiografia provinciale

Nelle ultime due settimane è giunta alla ribalta una notizia apparentemente rivoluzionaria per quanto riguarda la storia medievale; un esame approfondito di una copia del trattato “De arte venandi cum avibus” (il cui originale, ad oggi perduto, era attribuito allo stesso Federico II, ma probabilmente non è autografo) ha rivelato la presenza tra varie miniature di tipici uccelli europei di un cacatua dalla cresta gialla, Cacatua sulphurea, uno degli uccelli emblematici del continente australiano.

Fosse che non leggono, il problema – Come la destra si è impadronita della cultura popolare

È notizia degli ultimi giorni, ed ha scatenato un piccolo vespaio negli ambienti intellettuali, la dichiarazione della sottosegretaria ai beni culturali, Lucia Borgonzoni, secondo cui non leggerebbe un libro da tre anni. Tra i censori più accaniti, la scrittrice Michela Murgia propone un aperto riferimento ad una citazione di Umberto Eco, “che cos’è il leghismo se non la storia di un movimento che non legge?”. Umberto Eco aveva ragione, ma probabilmente non nel senso in cui sta venendo interpretato dagli intellettuali italiani, la cui reazione si ferma ad un livello di analisi assolutamente superficiale, che non permette di comprendere cosa stia accadendo in un’Italia posizionata in larga maggioranza su posizioni politiche populiste ed anti-intellettuali.

Diversi dagli altri – per Magnus Hirschfeld (1868-1935)

Esattamente centocinquant’anni fa, il 14 Maggio 1868, nasceva Magnus Hirschfeld, personaggio importantissimo per almeno due ambiti divergenti, quello della sessuologia e quello dell’attivismo omosessuale, e ad oggi completamente dimenticato. Non mi sembra una cattiva idea cercare di far uscire da un immeritato dimenticatoio il suo impegno scientifico e politico, soprattutto in un momento in cui disinformazione e oscurantismo sembrano farla da padroni.

Per farci più servi del nostro padrone – una non necessaria lettera aperta

Caro dottor Serra,

Premetto di non essere un grande fan dei corsivi d’opinione, che complessivamente trovo insoddisfacenti nel loro tentativo di rappresentare le idee di una persona in poche righe – l’informazione trasmessa è limitata, le riflessioni proposte sono giocoforza appiattite. Ho cessato da anni di farmi infastidire da questo tipo di articolo e dagli scivoloni in cui periodicamente incappa chi vi si dedica. Di fronte ad una delle sue ultime Amache (qui), però, non sono riuscito a trattenermi dallo scrivere queste righe, perché quell’Amaca parla di me.

“L’Italiana in Algeri” tra stereotipi liberatori e regie discutibili

La più recente opera cui il munifico biglietto di cui ho già parlato mi ha dato accesso, che incidentalmente marca anche la chiusura della stagione operistica pisana (sì, è stato breve ma intenso, ok, più breve che intenso, un giorno vivrete anche voi a Pisa e allora capirete) è L’italiana in Algeri (1813) di Gioachino Rossini.

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