Domenica, 01 Marzo 2015 00:00

Vizio intrinseco o di forma?

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Vizio intrinseco o di forma?

 

Lo so molti di voi diranno che di Anderson conoscono Wes (quello di “Grand Budapest Hotel”) ma il cineasta californiano Paul Thomas ha fatto numerose opere importanti e di gusto spiccatamente cinefilo. Tutto ebbe inizio nel 1997 con “Boogie Nights” passando poi per film come “Magnolia” e “The Master”. Nel mezzo però c'è anche l'Oscar per “Il petroliere”. Tra gli attori con cui ha lavorato più frequentemente troviamo Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Daniel Day Lewis e Joacquin Phoenix.

Strana coincidenza ma quest'ultimo è anche il protagonista del suo ultimo film: “Inherent Vice” tradotto (da cani) in italiano come “Vizio di forma”.
La realtà è che Anderson gli ha cucito su misura il personaggio. Sembra che nella vita reale Joacquin sia un po' così. E la cosa si nota assai.
La storia (nomination all'Oscar) è basata sull'omonimo romanzo del 2009 scritto da Thomas PynchonSiamo negli anni '70 a Los Angeles, anno spartiacque tra le speranze del '68 e le derive violente e autoritarie tipiche del decennio. Larry “Doc” Sportello (J.Phoenix) è un investigatore privato hippie “fricchettone” con capello lungo e basettoni dell'epoca. In più è tossicodipendente, vede le nebbie anche dove non ci sono. Per descriverlo si potrebbe tranquillamente usare il motto “sesso, droga e rock 'n roll”. Un giorno imperversa nella sua vita il ritorno della (amata) ex Shasta Fey (Katherine Waterston), che gli affida un caso complicato.

Insospettita dagli intrighi attorno al suo amante, il “palazzinaro” Mickey Wolfmann (Eric Roberts, fratello di Julia), vuole prevenire un suo ricovero coatto. L'uomo, infatti, non solo era sposato con una donna che lo tradiva ma aveva fatto fortune speculando su affari immobiliari ed edilizi. I sensi di colpa per aver truffato la gente lo torturavano ma chi gli stava intorno non voleva che il suo impero crollasse. Doc comincia le indagini e finisce nel vortice di un caso bizzarro che coinvolge ogni sorta di personaggi: nazisti, giro di prostituzione, tossici e rocker, uno strozzino,poliziotti corrotti, la misteriosa Golden Fang, alcuni “dentisti” che vogliono eludere il fisco.
E poi c'è l'ispettore della Omicidi,”Bigfoot” (Josh Brolin)...

Questo film di Anderson è un noir che mescola tanti elementi e omaggi cinefili: da “L.A. Confidential” (tratto da Ellroy) a “Il grande Lebowski” dei Coen passando da “Per 100 chili di droga”. Qualcuno potrebbe vederci delle contaminazioni da “Paura e delirio a Las Vegas” e dal cult “Easy Rider”. Ci sono i colori della Costa del Pacifico, tipici dello scrittore Pynchon, un pizzichino di pulp, tanta droga consumata (anche se non ai livelli di “The wolf of Wall Street”),il cinismo dei soldi,atmosfere schizoidi.
Un ritratto efficace di un periodo storico in cui le contestazioni generarono “anarchia creativa”, ricollocazioni di valori tali da influenzare anche le arti come letteratura e cinema (da segnalare le incredibili locandine dei film compresa la foto sotto ispirata all' “Ultima Cena” di Leonardo Da Vinci).

“Doc” Sportello fa parte della cultura “hippie”, ovvero quelle persone che avevano ereditato i valori sottoculturali della Beat Generation, creando una controcultura alternativa: ascoltavano rock psichedelico (nella colonna sonora alcune perle firmate Neil Young), abbracciavano la rivoluzione sessuale e l'uso di stupefacenti al fine di esplorare e allargare lo stato di coscienza. Non è un caso che nel film gli hippie siano odiati dalla polizia (compreso “Bigfoot”).
Infatti sullo sfondo oltre agli echi della guerra in Vietnam,ci sono i governi Nixon e Ford (finendo per arrivare a Reagan) che erano l'opposto di quanto sperato da questi individui così “particolari”.
Premesso questo anche gli attori Owen Wilson, Reese Whiterspoon, Benicio Del Toro cercano di sporcare la loro immagine canonica per dare un quadro del tempo. Tuttavia le migliori parti sono i duetti tra Josh Brolin e Joacquin Phoenix, che negli ultimi 15 anni non sbaglia un film.
In ogni caso questa pellicola non è la migliore di Anderson (Il petroliere e The master sono migliori) anche per via della dilatazione temporale. Qualche taglio in più poteva essere fatto. Ne avrebbe giovato al ritmo.

Inoltre, come al solito, ci si mettono i titoli italiani: perché “Vizio di forma”? Sicuramente era più azzeccato (anche se era meglio mantenere il titolo originale) “vizio intrinseco”. Parola che include il termine tecnico del ramo assicurativo ma anche l'incapacità di un sistema di reggere l'instabilità centrifuga delle sue componenti interne. Come dire game over, l'epoca d'oro è finita. Occhio amici politicanti che se continuate a maltrattare i vostri cittadini potreste avere delle sorprese. Il sistema potrebbe diventare instabile. Tranquilli, respirate. Va tutto bene,non stavamo parlando dell'Italia.


TOP: gli attori (Brolin e Phoenix su tutti), la descrizione accurata dell'epoca storica

FLOP: la dilatazione temporale,alcune inutili lungaggini

VIZIO DI FORMA (INHERENT VICE)
USA 2014
Regia: Paul Thomas ANDERSON
Cast: Joacquin PHOENIX,Josh BROLIN,Eric ROBERTS,Reese WHITERSPOON,Benicio DEL TORO,Owen WILSON,Jena MALONE
Durata: 2 h e 28 minuti
Prodotto e distribuito da Warner Bros

VOTO: *** ½

Ultima modifica il Sabato, 28 Febbraio 2015 19:43
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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