Sabato, 30 Settembre 2017 00:00

Darren Aronfsky: dall'acqua al bruciato

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Darren Aronfsky: dall'acqua al bruciato

MADRE! ***
(USA 2017)
Regia e Sceneggiatura: Darren ARONOFSKY
Cast: Jennifer LAWRENCE, Javier BARDEM, Ed HARRIS, Michelle PFEIFFER,
Domhnall GLEESON, Kristen WIIG
Durata: 2 ore circa
Produzione: Paramount Pictures
Distribuzione: 20th Century Fox
Uscita: 28 Settembre 2017
TRAILER ITALIANO: https://www.youtube.com/watch?v=HKiP8N-Lkbs
IN CONCORSO AL FESTIVAL DI VENEZIA 2017

"Sei felice?" - chiede Jennifer Lawrence al marito Javier Bardem. Lui risponde semplicemente: "Ti amo!"
Ah, che bella la tranquilla famigliola felice del Mulino Bianco! Viva l'amore, anzi no. Scusatemi, ho sbagliato film. È come se il meteorite del Buondì fosse caduto sulla mia testa e su quella di Darren Aronofsky. Ne aveva bisogno il regista americano, autore di film indimenticabili come "The Wrestler" e "Il cigno nero", dopo la disfatta acquatica di "Noah".
Ha imparato la lezione. Un film apparentemente seducente, ma sotto la superficie si rivela complicato e provocatorio. Al Festival di Venezia è stato accolto da boati e fischi, ma Aronofsky la sua battaglia pare averla vinta. Perché "Madre!" è chiacchieratissimo ovunque, anche per via del manifesto con la Lawrence che si strappa il cuore o quella piena di lividi che ha fatto scattare le critiche per l'alimentazione della spirale di violenza sulle donne. Aldilà di questo aspetto, a me non ha convinto pienamente. Vi spiego il perché.

Una bella coppia di sposi ha deciso di vivere in mezzo alla natura, lontano dal caos della città e da occhi indiscreti. Lui (il premio Oscar J.Bardem) è un poeta in crisi creativa dal sorriso beffardo. Accoglie tutti in casa per alimentare il suo ego. Si è smarrito, ha bisogno di solitudine per ritrovare i guizzi giusti. Lei è la sua musa ispiratrice (Aronofsky insiste dicendoci che la Lawrence è la sua compagna nella vita) che ha deciso di seguirlo per amore. Ah, che tenera! In poche parole Darren ci dice che l'incontro con l'attrice gli ha cambiato l'esistenza. Ed ecco che il film provoca fin dalla prima inquadratura: dapprima lui sistema delicatamente un amuleto (che ritroveremo più volte). Poi di colpo si vede una donna sola (il premio Oscar Jennifer Lawrence), adagiata su un letto. Per tutto il film la steadycam sta incollata a lei.

L'ansia avvolge la donna e gli spettatori. E questo è un problema perché la Lawrence non dà mai l'empatia giusta. Se la paragoniamo all'interpretazione da Oscar di Natalie Portman del "cigno nero", il confronto è impietoso. Specie se la si rappresenta smunta e angelica o fintamente trasgressiva (errore da matita rossa). Ma torniamo a noi. Perché è sola? Dov'è il suo uomo, interpretato dal sempre inquietante e ambiguo Javier Bardem? Il film inizia a camminare su più binari, la macchina da presa rimane incollata sul volto della Lawrence facendo pensare che la donna non sia del tutto sana. Ma neppure lo spettatore lo è, come sosteneva Kurosawa. Ed inizia un lungo gioco che vuole osservare le cose sia dal punto di vista femminile sia da quello maschile che, è risaputo, è più facilone. In fatti il titolo del film è "Madre!" con il punto esclamativo, inteso come Madre Natura, creatrice di vita.

Poi improvvisamente la quiete è scombussolata dall'arrivo in casa di alcuni estranei (molto caricaturali) che conoscono per fama il poeta marito: la coppia Ed Harris - Michelle Pfeiffer (che si mangia, carismaticamente parlando, in un sol boccone la Lawrence) e poi a ruota i loro figli Domhnall e Brian Gleeson. Tutto ciò innescherà una concatenazione di eventi. La follia e la violenza non tarderà a manifestarsi. Ed è come se Aronofsky volesse criticare gli esseri umani per aver distrutto il proprio pianeta. Poi Aronofsky taglia il cordone con l'accetta e passa improvvisamente a un'altra fase: la coppia e l'ossessione del primo figlio. I malumori iniziano a serpeggiare e si scopre che non tutto è perfetto tra i due. E qui si vede che il regista era piuttosto su di giri e pieno di stupefacenti, tirando fuori delle sequenze completamente fuori di testa, disturbanti come l'America contemporanea di Trump.

Tutto è corrotto e facilmente corruttibile (vedi i personaggi di contorno tra cui l'editor interpretato da Kristen Wiig) in nome della fama, del successo. Ogni forma di privacy cade, le reticenze vengono messe da parte e i personaggi si rivelano per quello che sono. L'intuizione (pregevole) di Aronofsky è quella di raccontare il tutto attraverso l'ausilio di episodi biblici: Adamo ed Eva, il paradiso perduto, Caino e Abele e l'episodio finale, quello più disturbante (che non oso raccontarvi).

Il problema di questo film è il paragone con l'illustre "Rosemary's Baby" di Roman Polanski. La struttura è più o meno la stessa, piuttosto chiusa ambientata (claustrofobicamente) dentro la casa. Molti critici lo hanno definito un remake malfatto del celebre capolavoro. A me invece ha fatto ripensare soprattutto a "Le verità nascoste" di Robert Zemeckis. E non è un caso che in quel film la coppia era composta da Harrison Ford e Michelle Pfeiffer. Lei ha una parte significativa anche in questa pellicola, anche se è molto più "bizzarra" e sopra le righe.
Se nel film di Zemeckis, la coppia proteggeva i propri segreti nascondendo la polvere sotto il tappeto, qui in "Madre!" invece viene contrapposta la figura femminile, generosa e creatrice di vita, a quella maschile, egoista ed incapace di crearla (straordinario il sorriso beffardo e sardonico di Javier Bardem). D'accordo la cosiddetta originalità va un po' a farsi benedire, ma Aronofsky ha avuto fegato.

Tuttavia ha messo troppa carne al fuoco e l'arrosto sa un po' di bruciato. Non c'è l'arca di Noah che ha fatto acqua da tutte le parti, qui invece c'è sangue e fumo. Il film nel complesso sa di artificioso. Mentre il capolavoro di Polanski aveva come bersagli la borghesia e il capitalismo (compreso finale spiazzante), qui invece tutto è grottesco e non si capisce quale sia l'obbiettivo reale (compreso l' intuibile epilogo). Si parla di politica, incomunicabilità di coppia, di repressione, ma i temi non sono completamente sviluppati come se Aronofsky volesse lasciare le opinioni allo spettatore. Il regista americano, coadiuvato da un cast stellare, a volte straborda, eccede, provoca continuamente rivendicando la propria libertà creativa. Non è un caso che anche la compagna Jennifer Lawrence vaghi per tutto il film a capire cosa diavolo stia facendo la sua dolce metà (il regista). Il tentativo è apprezzabile, specie se si confronta con quella boiata di film che è "Noah". Tuttavia per urlare al capolavoro, Aronofsky deve applicarsi di più cercando di fare le cose un po' più semplici focalizzando il proprio obiettivo. Perché questo "Madre!" sembra più un esercizio di provocazione e di finta trasgressione (tendente alla masturbazione mentale) che un capolavoro. Potrei dire anche fin troppo kitsch, ma ho paura che il maestro Nanni Moretti mi corra dietro e mi tiri uno schiaffo, come alla giornalista di "Palombella rossa" (se vi occorre un ripasso guardate qui). E naturalmente mi urlerebbe "come parlaaaaaaaa? Le parole sono importanti!"

TOP
- Il cast stellare con personaggi ambigui e per niente banali
- Il sorriso beffardo di Javier Bardem, stile "Non è un paese per vecchi"
- La bellezza estetica (ha quasi 60 anni) e il talento di Michelle Pfeiffer
- La struttura claustrofobica e chiusa della casa, come se fosse la società odierna
- L'ambizione di Darren Aronofsky di riscattarsi dopo la cocente delusione di "Noah"
FLOP
- Il film non è originale (Rosemary's Baby e Le verità nascoste gli somigliano troppo)
- A volte il regista vuole strafare, senza dichiarare il suo vero obbiettivo
- E' un film provocatorio e (fintamente) trasgressivo, a tratti eccessivo
- Jennifer Lawrence non è all'altezza per un ruolo così impegnativo. Nel confronto con la Pfeiffer, il crollo è evidente
- Il film è barocco e kitsch, pieno di eccessi e provocazioni non sempre riuscite

Ultima modifica il Venerdì, 29 Settembre 2017 17:40
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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