Sabato, 24 Novembre 2018 00:00

Il ritorno di Steve Mc Queen

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Dopo l'Oscar di "12 anni schiavo", Steve McQueen è tornato. Per chi non conoscesse il regista inglese di origini africane, omonimo del più noto attore, consiglio la visione di pellicole indimenticabili come "Hunger" e "Shame". Film che lanciarono l'attore Michael Fassbender, protagonista di entrambi. Nella sua opera prima raccontava la vera storia di Bobby Sands, attivista dell' IRA che morì in seguito a uno sciopero della fame che protestava contro le condizioni del regime carcerario dei detenuti repubblicani.

Poi McQueen spiazzò tutti con il successivo "Shame" perché raccontava la storia apparentemente ordinaria di un impiegato di New York. Però piano piano la macchina da presa indugiava sulla sua vita privata e ci faceva capire che era un uomo totalmente dipendente dal sesso. Un film stratosferico e raro che arrivava a togliere ogni certezza allo spettatore, rasentando la perfezione.
Sicuramente il suo cinema con l'Oscar di "12 anni schiavo" è cambiato: qua e là c'è la visione autoriale di McQueen, ma sicuramente c'è meno indipendenza dalle major.

"Widows" è di questo filone. Sotto la superficie è un "heist movie" al femminile stile Ocean's 8, solo un po' più impegnato (ma anche più paraculo).Il ritorno di Steve Mc Queen(scrittrice e sceneggiatrice di "Gone Girl - L'amore bugiardo" di David Fincher). Ispirandosi alla serie Tv inglese ed omonima degli anni '80 scritta da Lynda La Plante, "Widows" è una storia di donne sottomesse, sottopagate che lottano in un mondo dominato dai maschi. Un tema piuttosto contemporaneo e parecchio in voga nel cinema di oggi.

Siamo a Chicago. L'inizio è splendido, come sempre nei film di McQueen. Ci sono immagini tenere tra Harry e la moglie, contrapposte a immagini crude di una rapina. Il ritmo è alto e trascinato dalle musiche di Hans Zimmer. Un gruppo di rapinatori rimane ucciso in una sparatoria durante un furto. Il capo è Harry (Liam Neeson, non nuovo a ruoli di questo tipo). La vedova Veronica (Viola Davis, bravissima, regge il film quasi da sola) contatta le mogli dei complici di Harry che hanno subito lo stesso trattamento. Tutte hanno bisogno di denaro per (soprav)vivere. Alice (un'ottima e sorprendente Elizabeth Debicki) è una donna fragile e insicura che ha subito violenze dal marito ed è stata sfruttata ripetutamente. Una volta vedova, la madre l'ha convinta a fare l'escort per buscare qualche soldo. Linda (una Michelle Rodriguez fuori parte, sempre con la stessa espressione corrucciata) è una commerciante che ha perso il proprio negozio a causa dei debiti di gioco contratti dal marito. È disoccupata e ha 3 figli da sfamare. Ovviamente era ignara della situazione. A loro si aggiunge l'amica single di Linda, Belle (Cynthia Erivo), come aspirante autista. Il meticoloso piano preparato da Veronica consiste nel trovare più dettagli possibili sui furti dei mariti defunti e poi fare un colpo grosso. In questo modo i loro problemi saranno estinti. Tutte provengono da estrazioni sociali, politiche ed economiche diverse, ma unendosi per un unico obbiettivo diventano più forti. Ma lo spietato politico Manning attende i soldi che Harry gli ha rubato. Il denaro, 5 milioni di dollari, serve a finanziare la campagna elettorale per arginare l'avversario Jack Mulligan (Colin Farrell), la cui famiglia controlla da sempre il potere (il padre è interpretato da Robert Duvall de "Il padrino"). Per cui chiede al fratello Jatemme (Daniel Kaluuya di "Scappa - Get Out") di cercare di arginare la banda di donne e di recuperare i soldi. I piani di ognuno dei personaggi verranno scardinati durante il corso degli eventi.

Steve McQueen questa volta sceglie un "coro" di voci autorevoli per realizzare un film sulla carta interessante, ma non del tutto riuscito. Tecnicamente ci sono molte soluzioni da ricordare: il connubio tra l'amore tra uomo e donna nel privato che si contrappone alla violenza della rapina e alle auto crivellate di colpi, il pianosequenza iniziale, le tensioni etniche nell'America di Trump, il femminismo moderno. Tuttavia non è la miglior pellicola della carriera dell'artista inglese: sicuramente Shame e Hunger sono di un altro livello (si nota l' interferenza della Fox). McQueen vorrebbe seguire la strada di Michael Mann: un thriller urbano d'azione brutale con grandi attori, ritmo indiavolato, ma purtroppo la sua (co)sceneggiatura non è solida. La penna della Flynn stavolta però non è impeccabile come ne "L'amore bugiardo": ci sono diversi errori, buchi evidenti, scarso approfondimento psicologico sulle protagoniste. Molte cose sembrano troppo costruite. Un esempio è il personaggio di Viola Davis: per oltre metà film si lamenta perchè non ha soldi e nel frattempo paga le altre per il colpo.
Anche se ancora una volta McQueen ci mostra la sua abilità e temi importanti: ci dice che i diversi, gli emarginati hanno un ruolo fondamentale nella società. Se la gente viene discriminata finisce per far scatenare la propria rabbia in maniera incontrollabile. "Mi immedesimavo nella storia di Widows - ha spiegato il regista - perché parlava di donne che venivano costantemente sottovalutate, che non erano considerate capaci di nulla. In quel periodo, da ragazzino nero, subivo lo stesso trattamento a scuola. Vederle reagire e compiere qualcosa di impensabile grazie alle proprie capacità ha avuto un profondo effetto su di me".

Non è un caso che la direzione degli attori e delle attrici sia impeccabile. Viola Davis è il motore della pellicola, ha una gamma di espressioni unica. Sinceramente merita almeno la nomination all'Oscar. McQueen indugia spesso sul suo volto con insistiti primi piani, sul suo carisma, sulle sue parole. Così come la rivelazione Elizabeth Debicki che, quando interagisce con la Davis, produce le parti migliori del film. Non in parte le altre due attrici: Michelle Rodriguez fa la donna maschiaccio stile "Fast and Furious", ma servirebbe un approfondimento psicologico maggiore, Cynthia Erivo è penalizzata dalla sceneggiatura. Sempre molto in parte, invece, lo sono Liam Neeson, Colin Farrell e Robert Duvall. La loro presenza si avverte e il loro carisma è sempre un vantaggio per il film. Peccato però che l'opera nel complesso sia incerta e banale, i colpi di scena non sono nuovi per il genere. A tratti cerca di rivitalizzarsi con un po' di ironia, ma è un dramma familiare travestito da action movie. I toni cozzano e non sono amalgamati in maniera omogenea. Sembra un'opera che strizza l'occhio alle seguaci del movimento Metoo. Il messaggio è pericoloso: alle donne è concesso tutto e possono fare come gli uomini, perché sono oppresse. Francamente mi sembra una pazzia, un rischio ideologico molto alto. Se guardate bene, non c'è una figura maschile minimamente accettabile.
Per Steve McQueen un passo indietro rispetto ai primi lavori che avevano una follia e un'idea di cinema d'autore rara nel panorama cinematografico odierno.

Regia ***1/2 Fotografia ***1/2 Interpretazioni *** Sceneggiatura **1/2
Montaggio ***1/2
Fonti principali: Film Tv, Cinematographe, Coming soon, Cinematografo


Widows - Eredità criminale ***
(USA, Gran Bretagna 2018)
Genere: Drammatico/ Noir
Regia: Steve MC QUEEN
Cast: Liam Neeson, Viola Davis, Colin Farrel, Robert Duvall, Michelle Rodriguez, Jacki Weaver, Elizabeth Debicki, Cynthia Erivo
Fotografia: Sean Bobbitt
Sceneggiatura: Gillian Flynn, Steve Mc Queen
Musiche: Hans Zimmer
Durata: 2h e 8 minuti
Distribuzione italiana: 20th Century Fox
Uscita: 15 Novembre 2018
Trailer qui
Intervista a Steve Mc Queen
La frase cult: La cosa migliore da fare è essere noi stesse. Perché nessuno pensa che abbiamo le palle per andare fino in fondo!


Immagine liberamente tratta da www.tgcom24.mediaset.it
Ultima modifica il Venerdì, 23 Novembre 2018 12:35
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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