Sabato, 06 Maggio 2017 00:00

Democrazia senza verità?

Pensiamo che un convegno come quello di cui parliamo in questo articolo abbia grande interesse anche per Il Becco, che nel suo piccolo continua a vivere nell'eterogeneo e vasto mondo del web.

Democrazia senza verità? è il titolo di una due giorni organizzata dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, di cui una parte è fruibile in video sul canale YouTube dell'istituto. Il senso dell'evento è evidenziato da Carlo Bartoli, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti Regione Toscana, e risiede nella necessità di un aggiornamento continuo della sua categoria, rispetto al contesto sociale in cui opera. Il problema dell'informazione non nasce con il web, però non si può negare come "con la modificazione della fisionomia dell'ecosistema" cambino "le modalità con cui si sperimenta la ricerca di verità", da intendere come verità possibile, "diversa da quella dello storico", perchè legata ai contesti e alla funzione a cui sono chiamati i giornalisti. Prima di qualsiasi azione ormai chiunque si pone il problema di come comunicarla. Il racconto anticipa la realtà, in qualche modo. Internet aggiunge particolari ed insidie, ma anche nuove possibilità di verifica.

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Ieri sera Presa Diretta, il programma di inchiesta di Riccardo Iacona, ha trasmesso un servizio molto interessante (e, direi, anche abbastanza agghiacciante) sulla dipendenza di adolescenti e giovani fino ai 24 anni da internet, videogiochi, smartphone.

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Mercoledì, 11 Gennaio 2017 00:00

Bufale su Internet: ognuno sceglie la sua verità

Articolo di Elena Papucci

Bufale su Internet: ognuno sceglie la sua verità

"Internet ha dato voce e diritto di parola agli imbecilli" ha detto Umberto Eco. Ma siamo sicuri che il problema sia circoscrivibile alla rete? E soprattutto, è giusto arrogarsi il diritto di decidere cosa è possibile scrivere o meno, su, ad esempio, un Social Network?

Ovviamente ci si augurerebbe che le notizie date fossero vere, soprattutto se divulgate a mezzo stampa "ufficiale": per i giornalisti dovrebbe vigere la regola di "controllare le fonti". Ma per quanto riguarda le opinioni espresse da un "Pincopallo" qualsiasi? Perché se uno è convinto che, per fare un esempio abusato, "i profughi ricevono 30 € al giorno", gli deve essere vietato di dirlo? Perché è una falsità! Ma questo sarebbe sufficiente?

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"Gli utenti cercano conferma delle proprie opinioni a prescindere dalla verità". Lo dice Laura Boldrini introducendo il convegno Non è vero ma ci credo - Vita morte e miracoli di una falsa notizia, organizzato in Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio martedì 29 novembre 2016. La Presidente della Camera aveva pubblicato pochi giorni fa alcuni dei messaggi (con nomi e cognomi degli autori) ricevuti in tre anni di attività, densi di offese: "ognuno si deve assumere le proprie responsabilità". "Il tuo datore di lavoro deve sapere chi sei" se decidi di aggiungere un posto alla "galleria degli orrori" dei commenti, secondo una delle massime autorità della Repubblica.

Un esempio dei più recenti, citati per rendere chiara l'urgenza del tema trattato: la falsa notizia del presunto divieto di fotografare o filmare deputati fannulloni, ripresa e commentata senza alcuna verifica. "Nessun giornale, nessun sito, quando l'ufficio stampa della Camera ha smentito, ha ripreso il nostro comunicato", segnala Boldrini.
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Hate speech e nuovi media: un fenomeno preoccupante

In occasione della giornata mondiale contro il razzismo è stata presentata a Roma la prima ricerca italiana sui discorsi d’odio nei media e on line, promossa da COSPE nell’ambito del progetto europeo BRICKS (Building Respect on the Internet by Combating hate Speech). Quest’iniziativa ha visto la partecipazione della Federazione Nazionale della Stampa, insieme a Articolo 21 e Carta di Roma in collaborazione con www.illuminareleperiferie.it.

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Venerdì, 17 Ottobre 2014 00:00

Internet: una questione di diritto(i)

Arriva, finalmente, il testo della prima bozza della Carta dei diritti in rete, buttata giù da una commissione di studio messa in piedi dal Presidente della Camera Laura Boldrini e presieduta da Stefano Rodotà, forse la persona più azzeccata per presiedere un tavolo che discute di diritto e di diritti. Ma questa volta si tratta di una questione di diritto all’interno del mondo del web, cosa quantomeno particolare e non priva di difficoltà. D’altronde, non si tratta soltanto di proteggere o estendere dei diritti già esistenti quali quelli della dignità della persona, della sua integrità, della sua sicurezza e via dicendo… Si tratta di capire come sia possibile concretamente applicare tali principi sanciti dalla stessa Unione Europea.

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Giovedì, 30 Gennaio 2014 00:00

Internet ha ucciso il comunismo

“L'introduzione del computer nel lavoro non è riuscita a realizzare l'aumento di produttività atteso (forse Tetris era parte di un progetto segreto dei sovietici per fermare l'economia capitalista)"

 

«L’ingenuità della rete. Il lato oscuro della libertà di internet» è un libro del 2011, scritto dal sociologo Evgeny Morozov. L’autore, nato in Bielorussia nel 1984, ha portato avanti gli studi universitari fuori dal suo paese, grazie a una borsa di studio della Open Society Foundation (presieduta da George Soros), ed è attualmente professore invitato alla Stanford University. Ha collaborato con le organizzazioni non governative che sostengono la “libera informazione” nei paesi dell’ex Unione Sovietica. 

Nel suo libro definisce Angela Davos una “controversa attivista” e invece non dubita delle giuste finalità della blogger anticastrista Yoani Sánchez (anche se ne contesta l’efficacia). L’impostazione delle argomentazioni dà sempre per scontata la necessità di esportare il modello democratico occidentale negli altri paesi, da quelli dell’America Latina alla Cina.

Un giovane conservatore con discutibili idee politiche. Questo impedisce di rimanere avvolti completamente dalla scrittura brillante e dall’efficace impostazione delle argomentazioni. 

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