All’afa di questi giorni mesti
e colmi di Soloni e di Draconi
scendevano gli infanti impacchettati
a gala come tante caramelle
- caramelle di ottimo fumo libanese,
ad oggi i venditori di fumo sono impavidi
e non hanno paura del proibizionismo -
ed un brutto cosplay della Signora in Giallo
rispose duramente a più riprese.
Ma obesi di desolante propaganda
i più benintenzionati immediatamente parlarono
colmando d’improperi quell’amara
vecchia signora vagamente pisciosa
- non fraintendetemi, non difendo nessuno
ed è proprio per questo che attacco
come se non ci fosse un domani
chi se ne cava fuori e per questo
pensa non aver macchia sulle mani.
Dissero, allora, che i tedeschi
sono una razza crudele e malmostosa,
che in quest’Italia turpe e corrotta
giammai ci si sarebbe permessi d’insultare
lo straniero che viene a bussare alla porta
ma con velate parole e dolci metafore
a quella porta lo si sarebbe accompagnato,
poco importa se dal lato sbagliato.
Abbiate pazienza, sarò io che sono stolido
turpe, apolitico e sbronzo a non finire,
ma quale sia la differenza tra un calcio
e una carezza, quando la fine è la stessa,
cioè il rifiuto, non lo riesco a capire.
I modi cortesi non sono una scusa
per rifiutare il proprio dovere di esseri umani,
né un certificato di buone maniere
può sostituire i nostri rifiuti quotidiani.
Siamo Europa, e come Europa rifiutiamo,
chi con la faccia triste, chi più allegra,
chi poi feroce e chi accampa giustizia
e rigore, ma è un’infima politica comune
quella che ci spinge a chiudere barriere.
Al caldo del sole, al mare scendevamo
fingendo di stringere le cetre tra le mani
quando ogni musica era finita ormai da tempo
e quel che ci restava era un sacco di polvere
da spargere sugli altri per nasconderne
l’umanità e il volto. Ma ancora ci guardavano.
Allora abbiamo deciso di incolparci
di frazionarci, di nazionalizzarci,
mentre l’esperanze di troppi disseccavano
e al fuoco del nostro rancore si corrodevano
mentre la morte di molti si rivelava
un fuoco fatuo, spento nella notte.
Ne avremo, un giorno, perdono?