Perché non era accolto? Non si sa,
ché non aprir la porta è libertà
incontestabile, non dare pane
è lecito ancor più se l’altro ha fame.
Adesso che cambiati sono i tempi,
c’ispiran solo illuminati esempi:
nessuno viene più cacciato via,
abbiamo pace, vitto e compagnia.
Dunque chi ora bivacca certamente
ha qualche cosa di sbagliato in mente,
ed è dover di onesti cittadini
mandarlo via al suon dei sampietrini.
Chi vuol dormire al freddo, sulla strada,
è certo un delinquente, ovunque vada,
ed è opportuno - e forse necessario
per rimpolpare il comunale erario -
multarlo e sanzionarlo senza meno,
così s’estinguerà il costume osceno
di bivaccare su panchine e muri,
cacciarlo via - ma coi migliori auguri.
Caro sor Filippeschi, sindacante,
voi assessori e compagnia cantante,
permettete un consiglio impertinente
da un buono a nulla che non conta niente:
Se questo è il frutto del vostro lavoro,
l’annosa divisione in “noi” e “loro”,
invece di far finta di pensare,
andate pure voi a bivaccare.