Da lì passò un giorno il prode Matteo Salvini,
duce miniaturizzato del popol bue
difensor degli italiani, dei cittadini,
col porco voleva far un selfie, anzi due.
Ma il suino glorioso si rifiutò
e con queste parole il leghista caricò:
io sono un maiale ma
ho ancora una dignità,
e meglio un maiale che
un fascista come te.
“Costoro non pagan l’IMU” disse il leghista,
“La luce ed il gas non pagano, che vergogna,
camerati, cacciam via questa gente trista,
rimandiamoli per sempre giù nella fogna.
Questa è una vergogna per tutti gli italiani
che sudano e si affaticano sul lavoro,
perciò io pubblicherò prima di domani
la foto col porco che è il migliore di loro!”
Ma il suino glorioso si rifiutò
e con queste parole il leghista caricò:
io sono un maiale ma
ho ancora una dignità,
e meglio un maiale che
un fascista come te.
Se noi più non difendiamo i nostri diritti
però c’interessa che ad altri sian negati,
di fronte ai padroni ladri staremo zitti,
di fronte ai fascisti boia starem piegati.
Allora dopo aver reso i migliori omaggi
alla repressione serva del Capitale,
ci ricorderemo di quanto furon saggi
i nobili insegnamenti di quel maiale:
Ché il suino glorioso si rifiutò
e con queste parole il leghista caricò:
io sono un maiale ma
ho ancora una dignità,
e meglio un maiale che
un fascista come te.