Un tempo ospitavamo una rubrica regolare di poesie. Le conserviamo in questa pagina di archivio, aggiungendo i nuovi rari contributi che ci arrivano in questo campo.
Immagine liberamente ripresa da upload.wikimedia.org
La bambina libanese
Al caldo del sole al mare,
alla Merkel e al vecchio reprobo Schäuble
scendeva la bambina libanese,
ed anche se fingiamo di compatirla
sotto sotto l’invidiamo, perché ognuno
di noi sbiaditi europei vorrebbe essere libanese
quando l’Europa ha colpe imperdonabili
cioè sessantacinque volte al mese.
Tramonti inesplorati
Muore il paese al suono sordo
d’un cuore che non batte più,
e base per altezza mai è uguale
quando si tratta di morte o di vita,
si misurano soli i giorni
e il numero di tramonti è inesplorato,
si piega l’alba
al volere non umano.
Eutropia
Macerie di giovinezza siamo,
eppur fiorisce dalla polvere
il rifiuto
a piegarsi,
a chi ci ha resi logici
nell’agire,
a chi ha spiegato
che le cose fatte bene
non debbano aver grazia,
sia la forma storta dello scultore
né i colori multipli del pittore.
Come il cielo neppur il pensiero vuol padroni.
Libero è l'uomo
Libero è l’uomo che può dire
che l’uomo al suo fianco è libero.
Libero di pensare,
libero d’agire purché non rechi danno,
libero d’amare.
Ciò che non è sete
Avanza il deserto
a divorare folla,
intorno a me il tutto
e il nulla
a indossare medesima maschera,
miriade di suoni
tutti sordi,
valore non c’è
nel tintinnare dell’oro al braccio,
secche mani a dissetare ciò che non è sete
ma solo agonia
di pensiero che vuol tacere,
e urla unanime la pigrizia dell’amare,
soffocato il diritto ad essere,
e fra le luci
nessuna, a illuminar davvero.
Inferno su Capaci
Quando l’inferno si fece strada
era di maggio,
era d’agrumi l’aria
su Capaci,
era giustizia ad avere voce
e la volevano muta,
erano tanti,
uomini in rosso di stragi
e neri per castelli detti democratici.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).